L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-2-2022

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GIOVEDÌ 2 GIUGNO 2022 www.italoam ericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO L e persone. Gli edifici reli- giosi. Le case. Tutto appare diverso da quaggiù, e ancor più incredibile. Venezia vista da Venezia, dalla sua dimensione più autentica. Quella dell'acqua. Non a bordo dei vaporetti o di veloci motoscafi privati, ma a pelo d'acqua. Passando da un canale a un altro fino in laguna aperta, a bordo di una delle tante imbarcazioni della voga alla veneta. Qualcosa di indescrivibi- le, anche per chi ci abita. In molti pensano che ogni veneziano abbia una propria imbarcazione. Non è così, anzi. Sono una minoranza e io non vi appartengo. Così, quando riesco a farmi dare un passaggio a bordo di una caorlina, un sandalo o un pupparin che sia, mi sento un pri- vilegiato. Inizio a riscoprire la mia città. E anche quelle fonda- menta, camminate e "ri-cammi- nate" ogni giorno, assumono una identità inimmaginabile fino a un attimo prima. "Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbia- mo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi" diceva il saggio prof. Keating (Robin Williams) nell'in- dimenticabile cult "L'attimo fug- gente" (1989, di Peter Weir). E se valeva per gli studenti del colle- gio Welton, vale ancor di più nella vita reale. Canale dopo canale, piccoli castelli domestici si rivelano tra il bucato steso sull'acqua, coppie di innamorati in tenere effusioni appoggiati sotto qualche romanti- co sottoportico, turisti "spersi" in qualche angolo remoto della città dove non riescono a far funziona- re Google Maps. Ma anche i veneziani all'ora dell'aperitivo in qualche bacaro, "ciarlando" ad alta voce. Girare in barca a Venezia, è fare un tour nel quoti- diano più autentico. Vivere a Venezia è qualcosa di surreale. Partire dalle Zattere per raggiungere l'isola di Pellestrina, significa attraversare sprazzi di laguna costeggiando isole, per ritrovarsi sospesi tra laguna e mare Adriatico. Passare da un sestiere all'altro, come tra gli attigui Cannaregio e Castello per esempio, diventa un gioco: provare a riconoscere i luoghi, scoprire con quanta facilità si rie- scano a raggiungere, testare quanto siano bassi canali e ponti. Venezia non è solo il Canal Grande e piazza San Marco. Sembrerà una frase fatta ma vi inviterei a fare un tour tra i canali prima di risponderemi, provando l'ebbrezza di uscire da questa comfort zone, puntando magari a qualche isola come Murano, le Vignole o Sant'Erasmo. In quel tratto di laguna ci sono mezzi acquei di tutti i tipi, talvolta incu- ranti delle esigenze di chi ha solo remi per andare avanti. Ecco che bisogna saper posizionare la barca quando arriva l'onda, e farsi valere se qualcuno dovesse andare troppo spedito. Oltre alle mete più blasonate, Venezia è un organismo pulsante fatto di barene, secche tempora- nee e isolotti disabitati. Qualcosa che è possibile ammirare e tocca- re, solo andando di voga. Adesso che è arrivata la bella stagione, i veneziani che non vogliono patire sui battelli intasa- ti all'inverosimile negli afosi rientri dalle spiagge del Lido, scelgono la tranquillità dei picco- li tratti sabbiosi raggiungibili in barca a remi, di cui i più battuti sono su Sant'Erasmo. E quando il sole batte senza pietà sulla testa, e la "terraferma insulare" è lonta- na, non c'è molto da fare. Si può solo continuare fino a destinazio- ne. Vogata dopo vogata. La voga e la vita sull'acqua sono tornate protagoniste indi- scusse nell'antica Repubblica Marinara. Ne è testimonianza il crescente coinvolgimento dei residenti alle manifestazioni come la festa della Sensa e la Vogalonga, entrambe in tarda pri- mavera tra maggio e giugno, o ancor di più la Regata Storica. Sensa e Storica si portano in dote il corteo storico, con le imbarcazioni della tradizione veneziana. Il copione è sempre quello, ma i protagonisti sono diversi e desiderosi di coccolarsi la propria Venezia.La Vogalonga invece, "è un atto d'amore per Venezia e l'acqua che la circon- da, per la sua laguna e le sue isole, per la voga e le sue barche e mantiene nel tempo il fine per cui è nata: diffondere la cono- scenza e il consapevole rispetto della natura e della cultura della nostra città". C'è infine un ultimo step, che separa il guardare dal vivere. Girare per la laguna porta a chie- dersi: chissà come deve essere bello se al posto della mia guida ci fossi io. "Fare o non fare, non esiste provare" diceva il maestro jedi Yoda a Luke Skywalker. Ed ecco per la prima volta, sento il legno tra le mani. Da poppa, il mio maestro mi indica come posizionare le gamba e come far uscire il remo dall'acqua. Tutto è molto meccanico, ma migliorerò. Adesso, in "laguna" aperta, con i canali ancora lontani mi chiedo come ho fatto a vivere così tanto tempo a Venezia senza desiderare d'imparare a vogare. Venezia vista dall'acqua. Non si può dire di conoscere la Serenissima senza attraversarla in barca LUCA FERRARI Dall'acqua, a bordo di una gondola, Venezia ha tutto un altro colore (Ph© David Bailey | Dreamstime.com) Anche per i residenti, Venezia può rivelarsi una scoperta continua (Ph© Mikael Damkier | Dreamstime.com)

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