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ti. Il critico del New York Times mi ha detto che Leh- man è una vittoria che ci dice che la scrittura del tea- tro può essere diversa. Se sono diventato scrittore per il teatro è perché ho bisogno subito della reazione della gente al mio modo di scrive- re" ha spiegato al quotidiano La Repubblica, precisando la più intima lezione sul tea- tro che arriva dall'Italia: " N e i m e s i p i ù d u r i d e l Covid, il teatro aveva smesso di esistere e il mondo senza teatri ci ha mostrato che era un mondo più brutto, per- ché il teatro è bellezza, è la c o s c i e n z a c r i t i c a d e l l a gente".- NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 16 GIUGNO 2022 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | S entirsi italiano al di là delle appa- r e n z e , d e l D n a , delle origini. Ray Liotta adottato a 6 mesi da Mary e Alfred, figli di immigrati italiani, è nato e cresciuto sentendosi ita- loamericano e nutrendo in sé un forte legame con il Bel Paese. Nel duemila, rintrac- ciando i veri genitori, ha sco- perto di avere origini scozze- si. Ma ormai la sua identità era formata, il passato rac- contava chi era e cosa senti- va di essere questo attore statunitense nato a Newark, nel New Jersey. Il suono ita- liano del cognome aveva già segnato un pezzo della sua carriera così come ha fatto, al di là di incontestabile bra- vura e talento artistico, con Robert De Niro o Joe Pesci. Ma proprio il fascino attoria- le, le interpretazioni magne- tiche che nulla avevano di scontato, lo hanno sempre allontanato dal rischio di diventare un caratterista di genere. Ha spiccato e a Hol- lywood ha costruito poco alla volta una fama che ne ha rivelato le capacità poliedri- che. Tanti successi e soprat- tutto la capacità di stare lon- t a n o d a i p r o t o t i p i cinematografici dell'italoa- mericano, che sono costrutti non veritieri. Proprio l'esse- re, il sentirsi italoamericano, l o h a n n o r e s o a u t e n t i c o , impedendo la macchietta. Accanto a lui, in questo spazio, vogliamo concentra- re l'attenzione su un dram- maturgo italiano, sconosciu- to ai più a differenza della sua opera teatrale: The Leh- man Trilogy. Stefano Massi- ni è fiorentino, vive e lavora in Italia ma il suo copione, che non ha nulla di italiano pur essendo stato concepito, costruito e messo in scena n e l B e l p a e s e , a u n c e r t o punto ha trionfato all'estero e soprattutto negli Usa. Ogni r e p l i c a u n s u c c e s s o , 1 0 0 mila spettatori in tre mesi a New York. Incredibilmente, ha vinto la 75° edizione del Tony Award, nientemeno che l'Oscar del teatro ameri- cano, il premio più ambito per chi fa musical o recita a Broadway. La Trilogia ha portato a casa non uno ma cinque premi che racconta- no non solo che questa è la migliore opera teatrale per la mecca del settore ma che è riuscita ad entrare nell'im- maginario collettivo. La con- ferma è arrivata dai dirigenti di Wall Street che, dopo aver visto il debutto a Broadway, hanno voluto che i tre attori protagonisti andassero in abiti di scena ad aprire una sessione di contrattazioni alla Borsa di New York suo- nando la famosa campanel- la. La sorpresa maggiore, al di là del respiro internazio- nale della storia, sta nel fatto che, persino sul palcoscenico americano, persino dove mai lo si immaginerebbe, il dna i t a l i a n o p u ò e m e r g e r e e trionfare. A dirlo è stato lo stesso Massini con il premio i n m a n o : " E r a r i t e n u t o impossibile che vincesse un 'foreigner', che un 'immi- grant playwright' salisse sul podio che fu di Arthur Miller o di Tennessee Williams. E' stato incredibile trovarmi in mezzo alle star, a pochi passi da me c'erano Samuel Jack- son, Hugh Jackman, Billy Cristal, nomi leggendari che normalmente vedo al cine- ma o in tv. E dunque aggiu- dicarmi il Tony era per me al di là di ogni immaginazione: non è falsa modestia, ma pura verità". L'opera, che consegna per la prima volta in assoluto il Tony Award a un italiano pur raccontando una storia americana, che di italiano a p p a r e n t e m e n t e n o n h a nulla, ha un altro pregio. Ricorda che finalmente si c h i u d e u n c e r c h i o : " N e l marzo 2020 Lehman Trilogy era in cartellone a New York: fece in tempo ad andare in scena per le cinque antepri- me, poi scattò il lockdown. Quando Broadway ha ria- perto, a settembre 2021, è stata la prima opera ad esse- re rappresentata, quasi un s i m b o l o – h a r a c c o n t a t o all'Ansa - della capacità di ripresa del teatro dopo il covid". Intervistato dal TG1, il principale notiziario italia- no, il drammaturgo 46enne, tradotto e rappresentato in o l t r e 3 0 P a e s i , h a d e t t o : "Alla fine del covid con i tea- tri che hanno cominciato a popolarsi, abbiamo iniziato a sentire il palpito vivo del teatro. E' un'arte viva, fatta per gli esseri umani. In tea- t r o s i r e s p i r a l a c a r n e , i l sudore, si respira tutto quel- lo che è lo stare fra esseri umani senza paura di starci ed è il più grande antidoto alle paure, è il vero vaccino per chi ha dubbi e incertezze p e r c h é i l t e a t r o è l a v i t a stessa degli esseri umani". Una dichiarazione d'amo- re per l'arte scenica che non racconta il testo premiato, "un po' romanzo, un po' tea- tro, un po' ballata. È una drammaturgia strana" dice M a s s i n i . " I o p e n s o c h e i generi artistici siano defun- Tra cinema (Liotta) e teatro (Massini), va in scena il talento italiano giancarlo.fadin@protravelinc.com Direct: 818-783-0208