L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-28-2022

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/1474820

Contents of this Issue

Navigation

Page 22 of 39

23 GIOVEDÌ 28 LUGLIO 2022 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Tutti al cinema, ma in Italia, senza sottotitoli! (Photo: Serhii Bobyk/Dreamstime) N o n c h i e d e t e a un italiano di leggere i sot- t o t i t o l i a l c i n e m a : n o i non lo facciamo! I pigri frequentatori di sale cinematografiche non p o t r e b b e r o p r e n d e r s i l a briga di farlo attraverso un film straniero come fanno tutti gli altri nel mondo, e in effetti non ne hanno nem- meno bisogno, perché qui si doppia tutto! Dai film alle serie tv e ai documentari, t u t t o c i ò c h e p a s s a s u l l o schermo deve essere in ita- liano. Ma perché? A parte i cartoni animati - doppiati ovunque - l'indu- stria del doppiaggio non è così grande come nel Bel- paese, e ci sono ragioni sto- riche. Le radici dell'indu- stria del doppiaggio in Italia affondano infatti nella storia del cinema del nostro Paese, e gli Stati Uniti hanno qualcosa da dire in proposi- t o . Q u a n d o i l c i n e m a h a finalmente abbracciato il sonoro, negli anni '30, la maggior parte dei film pro- veniva da Hollywood, e gli Stati Uniti erano il principa- le produttore ed esportatore di cinema del pianeta. Il pro- blema era che i Paesi la cui prima lingua non era l'ingle- s e n o n s a p e v a n o c o m e g a r a n t i r e c h e i l p u b b l i c o potesse godere del prodotto se non era in grado di capire cosa dicevano gli attori. La prima soluzione era simile ai moderni sottotitoli: si aggiungevano didascalie per ogni scena, ma l'idea non ebbe successo. A causa della verbosità di ogni spie- gazione o trasposizione dei dialoghi, la lunghezza dei film poteva aumentare e gli s p e t t a t o r i n o n a v e v a n o m o l t a v o g l i a d i l e g g e r e tanto. Se l'idea era di legge- re, avrebbero scelto un libro. I n I t a l i a l e c o s e e r a n o ancora più complicate, per- ché all'epoca, negli anni '30 e '40, non c'erano molti tra- duttori dall'inglese all'italia- no in grado di tradurre con competenza i film. Si pensò q u i n d i a d a t t r i c i e a t t o r i italo-americani, che non solo conoscevano l'arte di rendere le emozioni con la voce, ma sapevano anche l'inglese e l'italiano e poteva- no fare da traduttori. In effetti, l'idea di far par- lare gli italiani al posto delle "voci straniere" fu partico- l a r m e n t e a p p r e z z a t a d a Mussolini e co. durante il Ventennio, dato che il regi- me non amava molto i film s t r a n i e r i - o q u a l s i a s i influenza culturale straniera, in verità. Così, ben presto, soprattutto a Roma, si svi- luppò un nuovo ramo della settima arte, quello del dop- p i a g g i o . S o t t o i l r e g i m e fascista ci furono addirittura leggi a sostegno della tradu- zione e del doppiaggio dei film, che facilitarono ulte- riormente lo sviluppo del- l'industria e la nascita di un tipo specifico di interprete cinematografico, il doppia- tore. Grazie alla rapida profes- sionalizzazione della figura, l'Italia divenne uno dei Paesi leader nel settore, ma dopo la fine della guerra, altri luo- ghi dove il doppiaggio aveva fatto la sua comparsa in pre- cedenza finirono per passare a i s o t t o t i t o l i , u n ' o p z i o n e molto più economica e velo- ce. Ma non in Italia e, alme- no in parte, l'America ha di n u o v o a v u t o u n r u o l o i n tutto questo. Dopo la fine della guerra, il Belpaese era un sorveglia- to speciale: alla fine, erava- mo uno degli Stati fascisti che avevano causato tutto. G l i S t a t i U n i t i - e p i ù i n generale tutte le forze alleate e vincitrici - erano preoccu- pati dalla possibilità che nel nostro Paese si sviluppasse- ro nuove sacche di estremi- smo di destra e vedevano n e l l ' i n t r a t t e n i m e n t o u n modo potente per impedire che accadesse. Esportando in Italia film, musica e altri prodotti culturali, gli italiani si sarebbero avvicinati non solo alla cultura americana, ma anche all'idea di diventa- re una "nazione del mondo", tenendo così a bada ulteriori rischi di nazionalismo. In effetti, parte del denaro che, nel Piano Marshall, doveva essere devoluto alle attività culturali, andò alla nascente industria del doppiaggio di Roma. E così, nel dopoguerra, mentre gli altri Paesi torna- vano ai sottotitoli, l'Italia ha promosso le scuole di tradu- zione e di doppiaggio, facen- do di entrambe le attività - in stretto rapporto con il cinema - una nuova forma d'arte e una professione. Il doppiaggio italiano è, a dirla tutta, un lavoro di bel- lezza e talento, che non ha nulla a che vedere con i dop- piatori che altri Paesi hanno avuto negli anni Ottanta: gli attori famosi mantengono il loro doppiatore per tutta la carriera e la scelta non è mai casuale, ma basata sul tono e sul suono della voce dell'at- tore stesso. Non è poi così sorpren- dente che gli italiani siano diventati così pigri rispetto ai film sottotitolati! C u r i o s i t à i t a l i a n e : p e r c h é i fi l m s o n o doppiati in Italia? L a parola di oggi, s c o r c i a t o i a (skohr-tchah-toh- eeah), ha una tra- d u z i o n e f a c i l e : "shortcut". È anche abbastan- za semplice da usare perché, contrariamente ad altre paro- le che hanno molteplici signi- ficati, scorciatoia significa solo questo. Naturalmente questo non significa che non si possa usare in contesti diversi! Una scorciatoia può essere lette- ralmente una scorciatoia, un sentiero che si può prendere al posto della strada principa- le per tagliare qualche minuto di cammino: C'è una scorcia- toia che da casa mia porta al paese ma accorciare la strada può anche avere un senso figurato, come in E' inutile che provi a prendere tutte le scorciatoie: se vuoi quel lavo- ro, devi impegnarti di più. Scorciatoia è apparsa nel nostro vocabolario nel XVII secolo, e deriva dal verbo antico scorciare, "accorciare". Scorciare è una forma del più c o m u n e - a l m e n o o g g i - accorciare, ma attenzione, perché in italiano non si dice mai accorciatoia! Se vi trovate in Toscana, potreste sentire anche un'al- tra versione di scorciatoia, tipica del dialetto di questa bella regione, scorcione. Ma beh... chi non è toscano non vi capirà se lo userete! - Q u e s t a s t r a d a è u n a scorciatoia verso il parco - This street is a shortcut to the park - Se hai bisogno di una s c o r c i a t o i a , p u o i s e m p r e chiedere a qualcuno di aiu- tarti - If you need a shortcut, you can always ask someone to help you - Darò l'esame completo: non voglio prendere scorcia- toie - I'm going to take the full exam. I don't want to use any shortcut Parola del giorno: scorciatoia, per- c h é c ' è u n m o d o p e r a r r i v a r e ovunque più velocemente! Photo 154688687 © Fizkes | Dreamstime.com

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-7-28-2022