L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-28-2022

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GIOVEDÌ 28 LUGLIO 2022 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Il conte torinese Palma di Cesnola fu il primo direttore del Met di New York (© Breakers | Dreamstime.com) Q uello che sbarcò nel porto di New York era un uomo di ventotto anni, senza grande futuro e con un passato da dimenticare ma il suo portamento nobile non passò inosservato ai tanti volti in attesa di abbracciare l'ultima ondata di connazionali provenienti dalla vecchia, turbolenta Europa. Era il 1858 e in quegli anni i bastimenti rovesciavano su Ellis Island l'umanità più varia: tede- schi, boemi, svedesi, italiani, ungheresi, slavi stavano gradata- mente soppiantando la grande emigrazione irlandese contri- buendo alla nascita del grande crogiolo razziale che sarebbe poi passato alla storia con il termine di "Melting Pot". Luigi Palma era uno dei tanti uomini in cerca di nuova fortuna, senza arte né parte e con un tito- lo nobiliare, quello di conte di Cesnola, praticamente scono- sciuto alla grande, chiassosa e attiva democrazia liberale dell'Unione. Ma nel giro di pochi anni le cose cambiarono radical- mente, per il conte e per l'esube- rante America, che in quel 1858, senza poterlo prevedere, stava scivolando verso il sanguinoso e crudele baratro della guerra civi- le. Era stato un avventuriero, Luigi Palma di Cesnola ed aveva partecipato alla guerra di Crimea, il conflitto bellico che avrebbe legato saldamente la monarchia inglese a quella sabauda, partorendo quella parti- colare alleanza d'intenti che si sarebbe rivelata essenziale durante la guerra d'indipendenza italiana. Il conte di Cavour, da abilissimo stratega, aveva tessuto pazientemente la sua rete e l'in- vio di truppe piemontesi in Crimea, sarebbe stato soltanto l'atto finale di un piano a larghis- simo raggio. In tutte queste elu- cubrazioni, Luigi Palma, non era entrato ma aveva fatto in tempo a diventare un esperto soldato al servizio di sua Maestà Britannica e quella sua esperienza avrebbe messo a disposizione del gover- no americano dopo tre anni di permanenza negli Stati Uniti. Iniziata la sua attività profes- sionale americana con sporadici corsi di italiano e francese, il piemontese scoprì tra una delle sue allieve il suo grande amore sposandosi poco dopo con quella fanciulla americana. Formatosi la famiglia, Luigi Palma di Cesnola proseguì sulla strada dell'insegnamento ma cambiò settore, mettendo a frutto la sua unica, grande esperienza: quella militare. Aprì un'accademia militare privata che permetteva agli allie- vi di accedere ai corsi di arte marziale e di altre tecniche mili- tari al costo di cento dollari, pagabili a rate. La "War School of Italian army Captain count Luigi Palma di Cesnola", non poteva certo paragonarsi alle accademie di West Point o di Annapolis ma permise a tanti ragazzi di formarsi una solida preparazione militare, prepara- zione che sarebbe tornata quanto mai utile negli anni della mattan- za bellica tra l'Unione e Dixie's land. In sei mesi gli allievi appren- devano così i rudimenti dell'arti- glieria, della tattica, dell'organiz- zazione di fanteria e cavalleria, arricchendo la loro teoria con vari addestramenti sul campo. La scuola del conte di Cesnola licenziò più di settecento gradua- ti e tra essi la gran parte avrebbe combattuto sui campi di battaglia della guerra civile, assurgendo al grado di ufficiale e distinguendo- si per l'ottima preparazione. Vari allievi provenivano tra l'altro dalla borghesia sudista e, com- battendo nelle armate della Confederazione incrociarono sui campi di battaglia anche il loro giovane maestro di accademia. Luigi Palma di Cesnola si arruolò come volontario nell'ar- mata dell'Unione e a soli trentu- no anni, la sua grande esperienza militare gli valse il grado di tenente colonnello dell'11° Reggimento di Cavalleria di New York. La carriera militare del conte piemontese non fu però tra quelle baciate da grande for- tuna. Le capacità tecniche dell'i- taliano venivano spesso offusca- te dalla sua indole egocentrica (questo almeno secondo le tesi di alcuni ufficiali superiori). Ma l'e- sercito dell'Unione, prima di fini- re sotto l'ala efficientista del generale Grant, non rappresenta- va certo un modello di camerati- smo, e le croniche discussioni disciplinari facevano da contral- tare alle numerose sconfitte rimediate sui campi di battaglia, a opera di un nemico certamente più motivato e meno gravato da zavorre burocratiche. In quel grande calderone con- fuso rappresentato dalle armate unioniste dei primi due anni di guerra, il conte di Cesnola, navigò a sua volta in mari tempe- stosi. Riverito e amato dalle sue truppe, l'italiano dovette subire l'onta dell'arresto, frutto di una polemica disobbedienza verso i suoi diretti superiori. Messo tem- poraneamente a riposo forzato l'italiano visse con sgomento la devastante azione del generale confederato Jeb Stuart in Virginia, cui i cavalleggeri nor- disti non seppero opporre una difesa adeguata perdendo com- pletamente la testa. In uno di questi ripetuti assalti, l'italiano dovette opporsi disarmato all'ir- ruzione della cavalleria in grigio reagendo da militare di razza all'imminente disastro. Montato a cavallo e recupera- ta un'arma al nemico, egli orga- nizzò un vero e proprio contrat- tacco che non sortì l'effetto di sconfiggere i nemici ma bastò per mettere in salvo gran parte del reggimento. Tornato alla base gli stessi ufficiali che lo avevano arrestato gli restituirono la sciabola da ufficiale, tributan- dogli gli onori dell'eroe di guerra e affidandogli il comando cam- pale dell'unità. L'italiano ritornò così prontamente in azione e si batté con grandissimo coraggio nelle successive battaglie ma nonostante il suo impetuoso dinamismo le sorti nordiste erano segnate. Disarcionato, durante l'ennesima carica, dal proprio cavallo colpito a morte, Luigi Palma terminò la sua guerra sotto il corpo straziato dell'ani- male. Ferito a sua volta seria- mente, l'ufficiale piemontese, combatté con coraggio contro i nemici che ormai avevano vinto la battaglia e che infine lo recu- perarono come prigioniero di guerra. Imprigionato nelle orride galere sudiste di Richmond, con- divise sei stanze con milledue- cento altri ufficiali dell'Unione per poi essere trasferito nel car- cere di Belle Isle. Il contegno, l'autorità e il tatto del conte pie- montese gli valsero un trattamen- to dignitoso da parte del nemico e un incarico ufficiale da parte della stessa Confederazione, che scelse Palma quale rappresentan- te dei prigionieri. L'ufficiale si fece portavoce delle esigenze primarie dei suoi commilitoni e riuscì a spuntare più di un'agevolazione nei dieci duri mesi di prigionia, mitigando la difficile esistenza propria e dei suoi soldati. Grazie ad un'intensa azione diplomatica condotta da sua moglie e da altre autorità di New York, Luigi Palma di Cesnola venne rilasciato il 21 maggio del 1864 e rientrò tra i ranghi per essere congedato sol- Il primo direttore del Metropolitan Museum? L'ex ufficiale Medal of Honor e Console-archeologo Palma di Cesnola GENEROSO D'AGNESE tanto quattro mesi dopo, con gli onori dell'Esercito. Egli però, non accettò il congedo con il grado proposto dalle Forze arma- te unioniste e chiese un incontro ufficiale al presidente Lincoln per perorare la propria causa. Incontrò il presidente due giorni prima dell'assassinio dello stesso e gli illustrò le sue richieste di ottenere il grado di generale di brigata e un incarico di console americano in Italia. Lincoln ascoltò con attenzione e accettò le argomentazioni del piemonte- se impegnandosi in suo favore ma non ebbe tempo di acconten- tare il militare. I fatti che segui- rono spinsero giocoforza nel- l'ombra le richieste di Palma, che non avrebbe mai trovato soddi- sfazione alle legittime richieste. Per tutti divenne generale, tro- vando tra l'affetto dei suoi ex commilitoni quella giusta rico- noscenza per i meriti militari. Anche l'incarico di console in Italia scivolò lontano: al piemon- tese il segretario di stato Seward offrì però la cittadinanza ameri- cana e l'incarico diplomatico di console a Cipro, ottenendone l'accettazione. Il conte di Cesnola si calò con entusiasmo nella nuova veste di rappresen- tante diplomatico per il suo nuovo Paese e nell'isola mediter- ranea riscoprì la sua vecchia pas- sione per l'archeologia. Iniziò una personale campa- gna di scavi che ottenne risultati spettacolari. Rrecuperò un'enor- me quantità di manufatti, di armi e di gioielli appartenenti alla civiltà ellenistica e mise insieme una notevole collezione affidan- dola al nascente Metropolitan Museum of Art di New York. Il console italoamericano curò l'or- ganizzazione di tutti i reperti dando il via alla grande stagione delle mostre archeologiche. Proseguì negli scavi scoprendo un tempio greco con più di sette- mila oggetti ornamentali, la maggior parte dei quali in oro. La scoperta gli diede una tempo- ranea celebrità inducendo l'am- ministrazione americana a confe- rirgli l'incarico di direttore del Metropolitan, primo direttore assoluto dell'ente culturale statu- nitense. Le luci della ribalta si spensero gradualmente sulla spettacolare attività archeologi- ca: le campagne archeologiche si moltiplicarono tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento e resero il grande pubblico partecipe dei numerosi ritrovamenti. Si spense nel tempo anche il nome di Luigi Palma di Cesnola, che però ebbe la ventura di essere stato il primo direttore del Metropolitan Museum di New York, vera isti- tuzione cittadina e vanto della ex piccola colonia olandese.

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