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GIOVEDÌ 11 AGOSTO 2022 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO La cattedrale di Atri (Ph © Claudio Giovanni Colombo | Dreamstime.com) U n volo fino a Pescara, poi pochi chilometri sul litorale adriatico prima di iniziare il dolce declivio che porta a uno dei borghi più iconi- ci dell'Abruzzo. Arrivare ad Atri è relativamente facile dal punto di vista automobilistico ma di grande effetto dal punto di vista emotivo: un vero tuffo in un'a- rea di grande valenza ambientale e naturalistica e una cittadina immersa con le proprie fonda- menta nella storia della nostra Penisola. Con i suoi oltre 10mila abi- tanti, Atri rappresenta una dei borghi tipici della provincia di Teramo pur essendo collocata a pochi chilometri dalla città di Pescara, punto di riferimento per tutta la regione Abruzzo. A d a g i a t a s u u n a c o l l i n a a oltre 440 metri di altitudine, Atri è situata nel comprensorio delle Terre del Cerrano, perfettamente inserita tra il Mare Adriatico e il m a s s i c c i o d e l G r a n S a s s o . Secondo alcune fonti storiche la città fu fondata dagli Illiri duran- te il le migrazioni tra il X e IX secolo a.C., con il nome della città derivante probabilmente dalla divinità illirica – sicula Hatranus o Hadranus. Dopo il 290 a.C. Atri divenne un centro della colonizzazione romana e alla caduta dell'impero romano finì sotto il dominio lon- gobardo e franco, inglobata nel ducato di Spoleto. La città visse i t u r b o l e n t i a n n i d e l l ' A l t o medioevo venendo coinvolta n e l l a l o t t a t r a F e d e r i c o B a r b a r o s s a e i r e n o r m a l l i e passò poi sotto il controllo svevo e papale. Nel 1251-1252 ottenne il diritto di darsi un proprio sta- tuto comunale e il grado di città vescovile. Verso la fine del XIV secolo la città divenne proprietà d e l c o n t e d i S a n F l a v i a n o Antonio Acquaviva e capitale del famoso Ducato di Atri. La famiglia degli Acquaviva dominò su queste terre fino alla metà del Settecento quando la città rientrò sotto il controllo del Regno di Napoli. La straordina- ria ricchezza storica di Atri salta subito agli occhi in chiunque si avvicini alla città proveniente d a l l a z o n a l i t o r a n e a d i S i l v i Marina. L'insediamento medie- vale è ancora chiaramente visibi- le ma il fulcro del tessuto urbano è rappresentato dalla basilica di Santa Maria Assunta, concatte- drale della diocesi di Teramo- A t r i n e l l a q u a l e o g n i a n n o , nell'ambito della settimana dedi- cata all'Assunta (a metà Agosto) si ripete la sacra cerimonia del- l'apertura della Porta Santa della Basilica della Cattedrale. La Perdonanza della Porta Santa sarebbe stata concessa da Papa Celestino V, il Papa eremita, compagno di Beato Francesco Ronci di Atri. La cattedrale fu realizzata da Raimondo di Poggio e Rainaldo d'Atri, che la iniziarono verso il 1 2 6 4 , i n s o s t i t u z i o n e dell'Ecclesia de Atri, una chiesa romanica a cinque navate, eretta nel IX sec. La cattedrale fu ter- minata nel 1305, mentre l'otta- gono superiore del campanile venne apposto da Antonio da Lodi forse nel 1502: il portale e lo stupendo rosone furono inve- c e r e a l i z z a t i d a R a i n a l d o Atriano agli inizi del XIV seco- lo. Il capolavoro architettonico comprende anche il Coro dei Canonici, con alle pareti il ciclo p i t t o r i c o d i A n d r e a d e L i t i o (1465-1471), la più vasta opera pittorica del primo rinascimento in Abruzzo. Andrea de Litio, nato a Lecce dei Marsi intorno al 1420, si formò a Firenze e le sue opere su tavola sono oggi sparse in alcuni musei degli Stati Uniti (Baltimora, Pensilvania). Sul retro della Cattedrale trova infine ospitalità il Museo Capitolare di Atri con una galleria di opere di grande interesse storico e artisti- co. Nel dedalo di vicoli, viuzze e piazzette disseminate di antichi palazzi nobiliari è possibile sco- prire anche le suggestive chiese d i S a n t a R e p a r a t a , S a n F r a n c e s c o e S a n t a C h i a r a , molto vicine tra loro mentre il Palazzo dei Duchi d'Acquaviva si trova nella piazza omonima e ospita attualmente il comune. Costruito nel XIV secolo sul sito di una cisterna romana, ospita al suo interno le antiche scuderie ducali, utilizzate per ospitare mostre ed eventi. Il Museo Civico Etnografico ospita oltre duemila pezzi, tra reperti, oggetti della vita quoti- diana e contadina mentre a ridos- so del centro storico si trova la Villa Comunale dei Cappuccini, in prossimità delle grotte sotter- ranee risalenti al periodo sanniti- co che gli appassionati potranno Arte, rosoni, vicoli e calanchi. Eccoci ad Atri, incastonata tra mar Adriatico e massiccio del Gran Sasso GENEROSO D'AGNESE visitare con tour guidati alla scoperta dei cunicoli e delle cisterne dell'età romana. A poca distanza dal centro è situata la Riserva Naturale dei Calanchi dove gli amanti delle escursioni possono percorrere splendidi itinerari e sentieri da soli o partecipando a passeggiate guidate. Non prima di aver però assaggiato alcune specialità di questo splendido borgo affaccia- to sull'Adriatico. Nella degustazione dei piatti tipici non possono mancare il pecorino e la ventricina senza dimenticare i fusilli al sugo di lepre e lo stoccafisso all'abruz- zese. Una prelibatezza locale è il Pan Ducale, una sorta di torta di m a n d o r l e c h e p r e n d e q u e s t o nome perché molto apprezzata d a g l i a n t i c h i D u c h i d i Acquaviva. Il prodotto per il quale è storicamente nota la città di Atri è la liquirizia. Produrla è un vero e proprio mestiere che risale al Medioevo e forse all'e- poca romana. GLI ACQUAVIVA: SANTI ED ESPLORATORI - Ogni città ha i suoi eroi e Atri vanta nume- rose personalità ma il nome più importante della storia cittadina è quello degli Acquaviva che p o s s o n o v a n t a r e d u e f i g u r e straordinarie. Claudio Acquaviva, nacque ad Atri nel 154, figlio del duca d ' A t r i , G i o v a n n i A n t o n i o e d entrò nell'ordine dei gesuiti dal 1567. Fu per 34 anni generale dell'ordine (dal 1581 alla morte), e diede impulso alle missioni in Inghilterra e in Asia; promosse l'attività scientifica e scolastica, promulgando la celebre Ratio studiorum, esercitando efficace influsso sulla ricca produzione dottrinaria e spirituale dei grandi gesuiti post-tridentini, sulla pre- parazione (1598) della storia generale della Compagnia; rav- vivò la vita spirituale stessa del- l'ordine, promovendo l'uso degli esercizî spirituali, redigendo il Directorium o guida per i diret- tori di essi, e le Industriae pro superioribus ad curandos animae morbos (1600). Seppe abilmente salvaguardare la Compagnia dagli attacchi esterni e interni. Rodolfo Acquaviva, figlio del d u c a G i o v a n G i r o l a m o I e Margherita Pio di Carpi, fratello tra gli altri del cardinale Giulio, amico di Cervantes e del cardi- n a l e O t t a v i o a r c i v e s c o v o d i Napoli, seguì le orme dello zio p.adre Claudio ed entrò nella stessa Compagnia nel 1568, sce- gliendo la vocazione missionaria in India dove s'incontrò con l ' i m p e r a t o r e M o g h u l A k b a r , trovando poi il martirio il 15 luglio 1583. Il 6 gennaio 1893 Papa Leone XIII lo proclamò Beato insieme ai sui confratelli.