L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-25-2022

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15 GIOVEDÌ 25 AGOSTO 2022 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA C ari lettori, sulla stessa barca, ma galleggiando in modo diverso... In senso figurato, tutti i nostri genitori erano "sulla stessa barca" quando hanno a t t r a v e r s a t o l ' O c e a n o Atlantico. Tuttavia, quando Marisa Colombo Russo di Salinas, California, ha scritto la storia della sua tra- versata in prima classe nel 1933 sul lussuoso transatlan- tico S.S. Conte di Savoia e l'ha condivisa con me, mi sono resa conto che, sebbene t u t t i f o s s e r o s u l l a s t e s s a barca, fare la traversata in prima classe invece che in terza classe è stato, dal punto d i v i s t a d e i s e r v i z i , c o m e attraversare l'Atlantico su uno yacht invece che su una barca a remi. Marisa Colombo Russo è nata a Genova il 17 maggio 1 9 2 6 . S u o p a d r e , A n g e l o Colombo, era un commissa- rio di bordo sui transatlantici di lusso dell'epoca e si assen- tava da casa anche per tre m e s i a l l a v o l t a . N e l 1 9 2 9 l'Italia stava iniziando a unir- si sotto il nuovo regime di Mussolini e suo padre, pur simpatizzando, non volle ade- rire al partito - un obbligo per avere un lavoro in Italia. Così lui e la sua famiglia si imbar- carono per gli Stati Uniti. Un anno dopo Marisa, che allora aveva sette anni, fu accompagnata dalla nonna paterna in un viaggio di ritor- no in Italia per le vacanze estive nella loro casa di cam- pagna a Travo. Come ricorda Marisa, "la nostra sistemazione era lus- suosa! Poiché la prima classe era praticamente deserta a causa della Depressione, ci fu dato un 'alloggio reale'! La S.S. Conte di Savoia era un vero e proprio palazzo gal- leggiante". "La nostra stanza di Stato era tappezzata di broccato d'oro e tutte le lenzuola e le coperte erano color cremisi. Durante il viaggio abbiamo apprezzato particolarmente la compagnia di un prete ita- l i a n o m o l t o s i m p a t i c o : Padre Rinaldi divenne il nostro accompagnatore e si dimostrò molto utile quando v i s i t a m m o C a s a b l a n c a e Monaco". " H o t r o v a t o p r e s t o l a prima classe un posto molto solitario. Gli unici passeggeri di quel viaggio erano il prin- cipe Umberto di Savoia, che se ne stava per conto suo nel s u o " a l l o g g i o r e a l e " , u n a signora monegasca di mezza età che indossava così tanti gioielli da scintillare come un albero di Natale, i suoi dieci cani, tutti sistemati in una cuccia speciale sul ponte, e una giovane coppia che si vedeva appena ai pasti, pro- babilmente in luna di miele. Mi feci degli amici nella sala giochi della nave, ma come al solito preferivo la compagnia degli adulti e molti giorni intrattenevo questi passegge- ri con la recita di varie poesie di 'calibro adulto'. Presto ebbi i miei fan e mi sentii meno sola". " L a c e n a d i g a l a e b b e luogo il quinto giorno di navi- gazione. Stavamo per conclu- dere il nostro viaggio. La cena era un evento speciale e in prima classe era richiesto un a b b i g l i a m e n t o f o r m a l e . Poiché il 'solitario' principe ereditario italiano Umberto era rimasto nel suo alloggio privato per la maggior parte del viaggio, il capitano riten- ne opportuno invitarlo al suo tavolo per condividere la cena di gala e l'intratteni- mento. Il principe accettò con piacere e vennero radunati circa sessanta ospiti dalla seconda classe, ovviamente tutti appositamente selezio- nati. Padre Rinaldi, un po' con- creto, fu entusiasta di avere l'onore di "spezzare il pane" c o n i l f i g l i o d e l s u o R e Emanuele! M i a n o n n a , d a e t e r n a impicciona qual era, aveva già incontrato il Capitano tra- mite mio padre la sera della nostra partenza. Gli chiese se voleva che io recitassi una poesia molto commovente intitolata 'L'addio all'Italia dell'emigrante'. L ' o r c h e s t r a s u o n ò l a Marcia Reale e tutti si alza- rono in piedi... poi le luci si abbassarono e arrivò il mio turno. Feci il mio solito inchi- no... ero in scena! Pronunciai le toccanti strofe con tutto il cuore e l'anima. Dopo tutto, sapevo cosa prova un emi- grante nel cuore. Lo ero io stessa! Devo ammettere che la mia bellissima ode fu dav- vero strappalacrime e alla f i n e n o n c i f u u n o c c h i o asciutto in sala". " Q u a n d o f e c i l ' u l t i m o inchino, il Principe si preci- pitò a stringere la mia mano tremante. Si congratulò con me e mi diede un bacio dol- cissimo sulla fronte, poi mi accarezzò la guancia. 'Brava!', mi disse. Poi mi prese per mano e mi accompagnò fino a d o v e e r a s e d u t a l a m i a orgogliosa nonna, ringrazian- dola per il meraviglioso dono offerto alla Famiglia Reale e al Paese!" *** Mio padre Vincenzo non amava i viaggi in aereo e si spostava solo in nave. Negli a n n i S e t t a n t a , i c o s t i d i gestione di queste grandi e costose navi di lusso erano troppo elevati, le compagnie a e r e e e r a n o c o n c o r r e n t i imbattibili e, nonostante le generose sovvenzioni del governo italiano, tra il 1875 e il 1976 i grandi giorni della Compagnia Italiana e della sua flotta di lusso finirono. Mio padre Vincenzo si con- vertì infine ai viaggi in aereo. La SS Conte di Savoia (Copyrighted work available under Creative Commons agreement. Author: Unknown- https://transatlanticera.blogspot.com. Public Domain) Photo 40598029 © Marco Saracco | Dreamstime.com

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