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17 GIOVEDÌ 25 AGOSTO 2022 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | L a V a l l e d ' A o - sta, la più picco- la regione d'Ita- l i a , è n a s c o s t a n e l l ' a n g o l o nord-occidentale del Pie- monte. Un bellissimo scri- gno alpino, ricco di tradizio- ni, storia e bellezze naturali. Amatissima dagli escursio- nisti e dagli sciatori, è una delle regioni - le altre sono la Sardegna, la Sicilia, il Friuli- Venezia Giulia e il Trentino Alto-Adige – che gode dello S t a t u t o S p e c i a l e , c h e d à diritto a una maggiore auto- n o m i a n e l l a g e s t i o n e d e i fondi pubblici, delle scuole e delle infrastrutture. La ragione dello status speciale della Valle d'Aosta risiede nella sua conforma- zione fisica - il suo territorio è al 100% montuoso - e nel suo bilinguismo: così come il Trentino Alto-Adige parla sia italiano che tedesco, la Valle d'Aosta parla sia ita- liano che francese. Le radici del bilinguismo nella regione sono antiche: la Valle d'Aosta è stata infat- ti la prima amministrazione ad adottare il francese come l i n g u a u f f i c i a l e n e l 1 5 3 6 , prima ancora della Francia. I l f r a n c e s e e r a l a l i n g u a dell'élite e cominciò a cre- scere in importanza e status già nel XV secolo, ma era ampiamente parlato nella zona già due secoli prima. Q u a n d o , n e l 1 5 6 1 , E m a - nuele Filiberto di Savoia fece del francese la lingua a m m i n i s t r a t i v a u f f i c i a l e della regione, da usare in tutti i documenti al posto del latino, era già comunemente parlato. Nelle scuole valdo- stane si insegnava il francese e la lingua ottenne lo status di lingua ufficiale insieme all'italiano nello Statuto A l b e r t i n o d e l 1 8 4 8 , i l primo documento costitu- zionale della penisola, pro- mulgato da Carlo Alberto, re del Regno di Sardegna. Con l'Unità del 1861, l'ita- liano divenne l'unica lingua ufficiale, ma si continuò a parlare il francese; le cose cambieranno con il fasci- smo, che bandì completa- mente il francese. Nel 1948, dopo la fine della guerra, la Repubblica Italiana conferì alla regione lo Statuto Spe- ciale, con il ritorno del fran- cese come lingua ufficiale insieme all'italiano. Il legame della Valle d'Ao- sta con il francese è comun- que abbastanza noto, se non altro per il fatto che, quando la si visita, si vedono cartelli stradali sia in italiano che in francese. Quello che forse molti non sanno è che que- sto piccolo angolo di bellez- za alpina è uno scrigno di architettura e storia romana antica, in particolare il suo capoluogo Aosta. Il nome stesso della città, che oggi conta circa 35.000 abitanti, deriva dal latino Augusta Praetoria. Fu fon- d a t a n e l 2 5 a . C . , d o p o l a c o n q u i s t a r o m a n a d e l l a regione, che apparteneva ai Salassi, una tribù celtica che abitava la valle della Dora Baltea e le zone circostanti. Dopo la conquista della Gal- lia, la regione divenne di importanza strategica per i Romani, che volevano facili- tare le comunicazioni e crea- re nuove vie commerciali in quella direzione, oltre che con l'Europa centrale. Aosta, proprio come la sua vicina Torino - che si trova a circa 70 miglia a sud - si è svilup- pata su un castrum, un inse- diamento militare romano, e intorno a due strade princi- pali, il Cardo Maximus e il Decumanus Maximus. Circondata da imponenti mura, l'accesso all'antica A u g u s t a P r a e t o r i a e r a garantito da quattro maesto- se porte, la Porta Principa- lis Sinistra a nord, la Porta Principalis Dextera a sud, la Porta Praetoria a est e la Porta Decumana a ovest. A completare questa struttura difensiva c'erano venti torri, costruite lungo le mura. Al loro interno, la città fiorì e si sviluppò come tutte le città romane: attorno a un foro, abbellito da un teatro, un a n f i t e a t r o e d e l l e t e r m e . Furono costruiti anche tem- pli e negozi, e la maggior parte delle case si trovava nella parte meridionale della c i t t à . S e s i e r a r i c c h i , s i c o s t r u i v a u n a v i l l a n e l l a p e r i f e r i a v e r d e g g i a n t e e t r a n q u i l l a . E c o m e c i s i aspetterebbe, appena fuori dalla Porta Praetoria, un arco dedicato all'imperato- r e A u g u s t o a c c o g l i e v a i visitatori. Ma cosa possiamo vedere ancora oggi del glorioso pas- sato romano di Aosta? M o l t o , a l p u n t o c h e l a città è conosciuta come la piccola Roma delle Alpi. Il ponte costruito dai Romani sul fiume Buthier, che faceva parte dell'antica Via Publica, o S t r a d a d e l l e G a l l i e p e r dirla all'italiana, è ancora in piedi, così come l'arco dedi- cato ad Augusto, che ancora oggi dà il benvenuto in città. Una parte del foro è ancora visibile: il suo criptoporti- c o c i r c o n d a v a u n t e m p o tutta l'area sacra e aveva la particolarità di essere nasco- sto sottoterra. Passeggiando lungo il perimetro del centro storico della città, si possono ancora vedere parti delle maestose mura di Aosta, ma l'opera più affascinante e mozzafiato dell'architettura r o m a n a è s i c u r a m e n t e i l teatro: la sua facciata alta 22 metri è ancora in piedi e sono ancora visibili parti della cavea, della fossa e del palcoscenico. Poco distante si trovava anche un anfitea- tro, oggi parte di un conven- to. La più piccola regione d'I- talia, la Valle d'Aosta, ha tantissime bellezze e culture d a o f f r i r e : d a l l e A l p i a i castelli medievali circondati dalle montagne, dal ricco patrimonio alla sua deliziosa cucina, fino all'archeologia e all'architettura romana. È una regione che si può visi- tare in ogni stagione, certi di trovare qualcosa di interes- sante da fare e di bello da vedere. Valle d'Aosta: la regione francese d'Italia ha un antico cuore romano La facciata del teatro romano di Aosta (Photo: Irina Sen/Dreamstime) GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO