Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel
Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/147864
L'Italo-Americano PAGINA 4 GIOVEDÌ 1 AGOS TO 2013 La Puglia vinicola delle 25 bottiglie doc si promuove negli Usa facendo brindare esperti enologi e giornalisti americani Nuova grande opportunità di promozione del territorio e dei vini di Puglia all'estero con il press tour Ocm "Wines of Puglia III": sei giornalisti provenienti dagli Usa e dalla Cina hanno avuto l'opportunità di visitare la regione, scoprendo la sua tradizione enologica ed enogastronomica e i meravigliosi paesaggi. "La collaborazione di un gruppo di prestigiose aziende vinicole socie del Movimento turistico del vino di Puglia e il supporto del bando promozionale Ocm dell'Unione europea - ha detto Sebastiano de Corato, presidente del Movimento Turismo del Vino Puglia - hanno creato i pre- supposti per l'organizzazione di un press tour che ha fatto conoscere le caratteristiche e le qualità dei vitigni e delle cantine pugliesi a un gruppo molto qualificato di giornalisti. Siamo certi che la Puglia saprà ancora una volta affascinare i suoi ospiti che potranno trasmettere le loro impressioni ed emozioni ai loro lettori contribuendo al prestigio e alla crescita di interesse per i nostri vini e il nostro territorio nei rispettivi mercati di interesse". Prestigiosi i nomi degli ospiti internazionali. Per quanto riguarda gli americani sono stati in Puglia Benjamin Narasin, free- lance scrittore specializzato nei temi inerenti a vino, cibo, viaggi e lifestyle di lusso. Scrive per giornali (San Francisco Chronicle, SF Weekly), riviste di vino (Wine Enthusiast), pubblicazioni commerciali (Sommelier Journal, Wines & Vines, Wine Business Monthly, Tasting panel), e ha fatto anche televisione Hd per WineTasteTv e lavoro redazionale per il Wall Street Journal.www.foodwinelife.com. Sempre dagli Usa Rachel Weil, titolare del Weil Pubblic Relations e vincitrice del premio dei lettori del Los Angeles BizBash Readers (Choice Award 2012) come Pr Professionista dell'Anno. La sua attenzione è rivolta a viaggi, enogastronomia, ospitalità e stile di vita. È anche scrittrice/giornalista esperta di viaggi per Peter Greenberg (www.petergreenberg.com/-2012/10/16/celebrate-harvest-season-four-green-vineyard-experiences/) e contribuisce alle pubblicazioni internazionali di molti altri strumenti regionali, nazionali e internazionali. E ancora: Max Gross, reporter per il New York Post, che ha collaborato per il New York Times, l'Huffington Post e altri siti web, giornali e riviste di ampia diffusione. Altra giornalista statunitense Elise Glyckman, specializzata nei temi legati a cibo, vino e liquori, benessere, profili aziendali, interior design e intrattenimento. Attualmente è senior editor presso la rivista trimestrale di lifestyle C-Suite e il suo lavoro è pubblicato su Tasting Panel, Bar Business, In the Mix, Malibu Times, Joy of Kosher, Intermezzo, Taste & Travel and The Jewish Journal. Un tempo gli ottimi vini prodotti in questa regione erano poco conosciuti e venivano utilizzati per "tagliare" altri tipi di prodotti di altre regioni italiane. Il risultato era che in Italia si producevano ottimi vini che però erano spesso il risultato di un sapiente mix tra quanto differenti vitigni cresciuti in differenti zone sapevano dare. Oggi viceversa, la Puglia può vantare 25 vini doc: Cacc'è La Puglia offre ai mercati vini bianchi, rossi e rosati mmitte di Lucera, Vino Aleatico di Puglia, Vino Alezio, Vino Brindisi, Vino Castel del Monte, Vino di Copertino, Vino di Galatina, Vino di Leverano, Vino di Lizzano, Vino di Locorotondo, Vino di Martina Franca, Vino di Matino, Vino di Nardò, Vino di Ortanova, Vino di Ostuni, Vino di San Severo, Vino di Squinzano, Vino Gioia del Colle, Vino Gravina, Vino Moscato di Trani, Vino Primitivo di Manduria, Vino Rosso di Barletta, Vino Rosso di Canosa, Vino Rosso di Cerignola, Vino Salice Salentino. Made for export: prodotto in Abruzzo il vino più venduto e apprezzato negli Stati Uniti DOM SERAFINI A pranzo con Dario D'Angelo con una bottiglia del suo premiato Montepulciano d'Abruzzo "Daris", lo stesso giorno in cui il quotidiano Il Messaggero riporta: "Export in calo, si salvano vino e pasta". D'Angelo esporta i suoi vini etichettati Dario D'Angelo in tutto il mondo, ma con particolare successo negli Stati Uniti, specialmente le bottiglie "magnum" (di 1,5 litri) importate in esclusiva da una società di imprenditori italiani a New York. "Io e l'importatore Usa, conosciuto ad una fiera, abbiamo iniziato le attività negli stessi anni", racconta D'Angelo. "In principio ho investito tanto sugli Usa al punto di non guadagnarci nulla, poi però i risultati sono arrivati ed i nostri vini lì ora sono molto apprezzati". A tavola presso l'agriturismo Villa Clesia, fuori Giulianova, in Abruzzo, poco distante dai suoi vigneti e dal suo vinificio, D'Angelo spiega a L'Italo Americano come da giovane di famiglia agiata era piuttosto irrequieto, fino a quando, dopo il servizio militare nei paracadutisti (imposto da uno zio generale), non scoprì, da astemio, la passione per il vino. Chiese a suo padre (un chirurgo) di concedergli i terreni della famiglia nelle colline giuliesi che Dario D'Angelo con il nostro collaboratore negli Usa Dom Serafini guardano sul mare e verso la metà degli anni 70 si mise a produrre vino, con l'aiuto di tecnici veneti e sempre con un occhio all'esportazione, tanto da arrivare a ricevere oltre 50 premi da paesi come Francia, Gran Bretagna, Germania, Australia e Usa. Ora Amazon.com descrive la Dario D'Angelo come "la più vasta tenuta privata in Abruzzo". Quindi un business non dettato dalla necessità ma dalla passione. Una passione che, come indicato da Il Messaggero, aiuta l'economia italiana, ed in particolare quella abruzzese. L'unico rimpianto è di essersi troppo "innamorato di questo business, seppur io consigli a tutti di non innamorarsi mai della propria azienda perché si rischia di perdere tanti soldi". Ora D'Angelo con i suoi 10 tipi di vino, vuole espandersi in mercati molto impegnativi come Messico e Venezuela, mentre metterebbe il Canada in mano a suo figlio che vive poco distante da Toronto.