L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-1-2013

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L'Italo-Americano GIOVEDÌ  1  AGOS TO  2013 PAGINA  5 La prima grande passeggiata nella storia spaziale italiana. L'astronauta siciliano Parmitano: 'La Terra? Una pietra preziosa' BARBARA MINAFRA Provate a navigare nello spazio sconfinato della rete e, cliccando sulla pagina Facebook di Luca Parmitano, scoprire lo Spazio infinito sopra di noi. L'astronauta italiano, entrato nella storia per essere il primo connazionale ad aver effettuato due passeggiate nella notte cosmica, vi farà viaggiare nella meraviglia: le sue fotografie incantano. La sua pagina, che ogni giorno aggiunge nuovi contatti e a fine luglio ne contava oltre 40mila, non è solo uno straordinario rac- inglese, racconta la vita straordinaria a bordo del progetto internazionale con i due compagni di viaggio partiti insieme a lui a fine maggio a bordo della navicella Soyuz dal Kazakhistan (stessa rampa dalla quale il 12 aprile 1961 fu lanciato Jurij Gagarin, il primo uomo ad andare nello spazio), l'americana Karen LuJean Nyberg e il russo Fyodor Yurchikhin, e gli altri tre astronauti trovati già a bordo della stazione orbitale: Pavel Vinogradov, Aleksandr Misurkin e Christopher Cassidy. La prima passeggiata, il 9 luglio, durata sei ore e 7 minuti, è Parmitano durante la prima passeggiata scatta e poi scrive: "Il migliore autoscatto che abbia fatto finora" Parmitano durante il cambio di uno strumento, agganciato alla Iss conto per immagini del viaggio semestrale che sta compiendo nell'orbita attorno alla Terra a bordo della stazione Iss. Con poche parole, in italiano e servita a prelevare due moduli per un esperimento che serve a valutare l'impatto della permanenza nello spazio di alcuni materiali. Poi l'astronauta dell'A- genzia Spaziale italiana, ha fatto una serie di fotografie (fra cui queste tre) e quindi, fissato con uno speciale strumento al braccio robotico della Stazione Spaziale, ha sostituito alcuni radiatori appeso nel vuoto insieme al collega Usa Cassidy. "Dedico la mia prima passeggiata spaziale a tutta l'Italia e agli italiani" ha detto Parmitano appena rientrato all'interno della Stazione Spaziale. La seconda, il 16 luglio, delle sei ore previste è durata appena un sesto, 92 minuti per la precisione. Il suo casco si è improvvisamente riempito di acqua. Da Terra non si è riusciti a risolvere il problema e Houston ha ordinato il rientro immediato nella Iss. Parmitano e il compagno Chris Cassidy, sono comunque riusciti a compiere due delle operazioni programmate compresa l'installazione dei cavi necessari all'arrivo del nuovo modulo russo Parmitano: "Un momento per una foto prima di rientrare" Nauka (arriverà entro l'anno o la primavera prossima). L'incidente, che non si era mai verificato nelle precedenti 170 passeggiate effettuate dagli astronauti a bordo della Iss, ricorda la difficoltà dell'operazione "passeggiata" per la quale servono 100 ore di preparazione. In un collegamento con l'Agenzia spaziale italiana Asi, Parmitano ha raccontato: "È stata un'emozione fortissima trovarmi solo, nello Spazio, fuori della stazione appena emerso dal portellone. La Terra davanti ai miei occhi era separata solo dal visore del casco". E ancora: "Un bellissimo, speciale, momento: la Terra sembrava una pietra preziosa. Essere là fuori e vedere sorgere e tramontare del sole, lavorare nel buio della notte: straordinario". A un mese dalla scomparsa, il ricordo dell'astrofisica fiorentina Hack: 'scegliete la professione che vi piace di più e affrontate la vita con la voglia di vincere' EMANUELA MEDORO Se ne è andata Margherita Hack, chiamata dalla stampa nazionale "la Signora delle Stelle". Una definizione che la colloca accanto ad un'altra italiana, signora della scienza: Rita Levi Montalcini. Per Margherita Hack ho un ricordo personale: la sua partecipazione, nel maggio del 2011, alla prima edizione di "Volta la Carta", una manifestazione culturale che ebbe luogo nella Cartiera del Vetoio, con la partecipazione di tanti scrittori e personaggi della cultura italiana. La vidi scendere le scale che collegano il piano alto della cartiera, dove erano in esposizione i libri degli autori partecipanti, e dirigersi verso la sala degli incontri. Per lei la sala era gremita, un pubblico di gente giovane e meno giovane la accolse con un sentito e prolungato applauso. Non fu una conferenza, ma un dialogo fra lei, professoressa ordinaria di astronomia all'Università di Trieste dal 1964 al novembre 1992, ed il professor Marco Santarelli, docente presso la facoltà di Scienza delle Co- municazione dell'Università di Teramo. Il colloquio fra i due si svolse intorno a tre temi: la libertà della ricerca scientifica, le fonti di energia ed i problemi connessi all'uso del nucleare ed all'eliminazione delle scorie, e la mistificazione dell'informazione. Riporto in breve alcuni passi di quell'incontro, nel tentativo di dare un piccolo contributo alla conoscenza di questa donna straordinaria. Sul tema della libertà nella ricerca scientifica, la sua idea guida era: libera ricerca in libero stato, slogan che è anche il titolo di un suo libro. All'obiezione di una signora circa l'ammissibilità etica di alcune ricerche, la Hack fece una chiara e precisa distinzione fra ricerca scientifica ed applicazioni pratiche: la ricerca pura, È stata la prima donna a dirigere un Osservatorio astronomico in Italia dedita alla ricerca delle leggi fondamentali della natura, deve essere libera. Le applicazioni tecnologiche, invece, devono essere mirate al benessere della comunità. Durante quell'incontro, si passò al tema dell'informazione e della divulgazione scientifica. Le riusciva benissimo. Aveva una naturale predisposizione al contatto con il pubblico, sapeva raccontare in modo semplice e chiaro fatti complessi e difficili. Nel caso particolare dell'evento sismico dell'Aquila, sosteneva che questo fu troppo gonfiato dal punto di vista mediatico. Ricordò poi i troppi colpi di spugna passati su situazioni complesse, e rivolgendosi agli aquilani, invitò a non accettare questa strategia, e a stare lontani da fonti di comunicazione invadenti ed inutili. Concludo questo piccolo contributo alla memoria di una grande donna citando due sue idee, trovate su facebook: "Ai giovani vorrei dare un consiglio: scegliere la professione che interessa di più. Quando dovete decidere cosa studiare, non pensate solo a cosa vi permette di trovare lavoro, ma quello che vi piace veramente. Poi fatelo Hack era considerata la "Signora della divulgazione scientifica" seriamente. Alle ragazze, in particolare, consiglio di avere più fiducia in se stesse e pretendere che i loro diritti vengano rispettati. E, da ex sportiva, voglio dare un ultimo consiglio a tutti: affrontate la vita come si affronta una gara. Con la voglia di vincere". In ultimo voglio citare una sua frase: "Sono atea, se dopo la mia morte incontrerò Dio, gli chiederò scusa". Ammetto di essere curiosa di sapere come si è svolto questo capitolo finale della vita di Margherita Hack. Che riposi in pace fra le stelle.

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