L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-22-2022

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21 GIOVEDÌ 22 SETTEMBRE 2022 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | C h i n o n a m a l o s h o p p i n g ? O n l i n e , s u l posto, al centro commerciale o al mercato. Cibo, vestiti, libri, ninnoli, tutto va bene, davve- ro. È vero che, al giorno d'og- gi, spendere soldi per cose futili o "extra", come ci piace chiamarli, è diventato sem- pre più difficile. Per molti è difficile anche fare la spesa per il necessario... Ma non pensiamoci, adesso. Parlia- mo di qualcosa di diverso e s c o p r i a m o c o m e i n o s t r i grandi antenati, gli antichi romani, facevano la spesa in passato. In uno dei suoi libri più recenti, il primo di una trilo- g i a d e d i c a t a a l G r a n d e Incendio di Roma, Alberto Angela descrive scene colo- ratissime di vita romana, con dettagli così vividi che sem- bra davvero di essere lì, in giro per il Foro, circa duemi- la anni fa: tra le pagine che hanno stuzzicato di più la mia curiosità ci sono quelle in cui i due protagonisti del libro attraversano un vicolo pieno di tabernae, bancarelle che vendono vestiti e perfino una libreria, anche se i libri, allora, non erano rilegati c o m e o g g i , m a v e n i v a n o scritti su rotoli. Quello che c o l p i s c e , i n r e a l t à , n e l l a d e s c r i z i o n e d i A n g e l a , è come fare la spesa a quei t e m p i n o n f o s s e p o i c o s ì diverso da come la facciamo oggi, in fin dei conti, soprat- t u t t o s e s i p e n s a a c o m e v a n n o l e c o s e n e i g r a n d i mercati dei Paesi mediterra- nei: contrattando tutto il tempo! Roma era una città incre- dibilmente vivace e multicul- t u r a l e , c o n m i g l i a i a e migliaia di prodotti diversi provenienti da ogni angolo dell'Impero: allora si poteva trovare tutto quello che si poteva pensare. Per lo shop- ping quotidiano, un po' come oggi, gli antichi romani ave- vano una varietà di opzioni che andavano dagli horrea, simili agli odierni mercati a l l ' i n g r o s s o , a i v e n d i t o r i ambulanti, che vendevano i loro prodotti strada per stra- da. Gli horrea erano solita- mente situati in aree specifi- che della città, dove le merci potevano essere consegnate e v e n d u t e f a c i l m e n t e : p e r esempio, uno dei principali horrea della capitale si tro- vava tra il colle Aventino e il Tevere, vicino all'Emporium, il porto fluviale di Roma. Ogni horrea aveva un nome specifico, basato su ciò che vendeva o su quello del suo proprietario. Il blog di storia Mondo Romano (www.mon- d o r o m a n o . c o m ) c i t a , a d esempio, gli horrea pipeta- r i a , i l c u i n o m e d e r i v a v a dalle spezie esotiche che vi si potevano acquistare. Funzio- n a r o n o f i n o a l I V s e c o l o , quando lasciarono spazio alla basilica di Massenzio, ed erano particolarmente popo- lari tra i medici, che vi acqui- stavano gli ingredienti per le loro medicine; infatti, l'area circostante gli horrea pipeta- ria divenne, nel tempo, il " q u a r t i e r e s a n i t a r i o " d i R o m a , p e r c h é g u a r i t o r i e m e d i c i v i a v e v a n o i l o r o ambulatori. Incredibilmente, l'area mantenne lo stesso r u o l o n e l l a c i t t à f i n o a l Medioevo. Se cercavate un libro, il posto giusto era l'Argiletum, un'area tra l'Aventino e il Circo Massimo, che ospitava gli horrea cartaria dove si vendevano papiri e tutto ciò c h e s e r v i v a p e r s c r i v e r e . Anche i librai avevano i loro negozi lì. Proprio come oggi, si potevano trovare libri di ogni genere e, addirittura, di ogni prezzo, a seconda della qualità della loro fattura e del materiale utilizzato per la loro realizzazione. Un libro di alta qualità poteva rag- giungere un prezzo di 6 o 7 denari, più di 50 dollari. E per quanto riguarda la spesa quotidiana, che dire del cibo? P e r q u e s t o , g l i a n t i c h i Romani avevano le taber- nae, che erano l'equivalente dei nostri negozi moderni. Tutti conosciamo le tabernae dove si poteva acquistare e consumare cibo perché solo un paio di anni fa ne è stata scoperta una splendidamen- te conservata a Pompei. Le tabernae erano già diffuse sia nella cultura greca che in quella etrusca e non vende- vano solo cibo, ma ogni tipo di merce e spesso fungevano sia da negozio che da botte- ga: il faber tignarius, il fale- gname, lavorava e vendeva i suoi prodotti in una taberna, proprio come altri artigiani, quali fabbri o sarti. Le tabernae si trovavano solitamente nei fora. Sì, i fori al plurale, perché Roma non aveva solo il Foro che vediamo ancora oggi, centro della vita religiosa e politica della capitale, ma anche altri spazi di aggregazione con lo stesso nome, che però erano più simili a mercati all'aper- to. Se avete visitato Roma, forse conoscete il Foro Boa- rio, con i suoi bellissimi tem- pli di Ercole Vincitore e Por- t u n o , d o v e s i p o t e v a acquistare carne. Esisteva anche un Foro Olitorio, non p i ù e s i s t e n t e m a s i t u a t o nell'area dove oggi si trova la chiesa di San Nicola in Car- cere, che vendeva verdura e frutta. Le fonti citano anche altri fori, come quelli che vendevano vino e carne di maiale. Simile, ma più strutturata r i s p e t t o a i f o r i , e r a n o i m a c e l l a : q u i i l r o m a n o medio poteva trovare tutto ciò di cui aveva bisogno in un unico posto, proprio come facciamo oggi al supermerca- to. I macella furono creati per motivi di sicurezza: le condizioni igieniche dei fora non erano stellari, così, per facilitare e supervisionare la p u l i z i a , f u r o n o c r e a t e i macella, organizzati in modo adeguato e ospitati in un edi- ficio. C o m e s i v e d e , s a r a n n o anche passati duemila anni, ma i nostri antenati romani a v e v a n o g i à p e r f e z i o n a t o l'arte di fare la spesa! L'incredibile modernità dei nostri antenati: lo shopping nell'antica Roma Comprare e vendere nell'antica Roma, come rappresentato in un antico basso-rilievo (Photo -v-/Dreamstime) HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI

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