L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-17-2022

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/1484478

Contents of this Issue

Navigation

Page 22 of 39

23 GIOVEDÌ 17 NOVEMBRE 2022 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | Due robot italiani nella sfida mondiale degli Avatar L 'Istituto Italiano di Tecnologia di G e n o v a è s t a t a l'unica realtà ita- liana a partecipa- re alla sfida mondiale per avatar robotici 'Ana Avatar X- Prize' che si tenuta il 4-5 novembre a Long Beach, in California. Presso il Convention Cen- ter 17 squadre, provenienti da 10 Paesi di tutto il mondo, si sono sfidate per un monte- premi in denaro di 8 milioni di dollari, messi a disposizio- n e d a A N A ( A l l N i p p o n Airways). I team italiani, che si sono presentati con due robot: 'AlterEgo' e 'iCub3', h a n n o a f f r o n t a t o l e a l t r e squadre proveniente da Usa, Giappone, Corea del Sud, Messico, Singapore e il resto d'Europa (Germania, Francia e Olanda). La competizione tra robot tele-operati prevede che que- sti ultimi svolgano compiti di vita quotidiana comunicati dagli organizzatori ai team finalisti solo pochi giorni prima. Per ogni robot, una persona esterna al team ed estranea a quella tecnologia dovrà tele-operare a distanza l'umanoide e portare a termi- n e i l p e r c o r s o e n t r o u n tempo massimo di 25 minuti, all'interno di un circuito di circa 45 metri di lunghezza che a livello visivo riproduce le caratteristiche di Marte. Nei giorni della competi- zione, noi de L'Italo-Ame- ricano abbiamo incontrato Daniele Pucci, ricercatore IIT e leader del team iCub3, e Manuel Catalano, Soft Robotics for Human Coope- ration and Rehabilitation dell'IIT di Genova. M a n u e l , t o r n a i n California dopo l'espe- rienza nel 2016 con la "Darpa" a Pomona. Che differenza c'è tra queste due competizioni? Manuel Catalano: Quella di Pomona era una sfida in uno scenario di post-apoca- lisse. Qui la grande differen- z a è c h e l ' o p e r a t o r e n o n vedrà fisicamente il robot, ma dovrà guidarlo e muover- lo nello spazio affidandosi solo al visore VR che indos- s e r à . N e l l a p r i m a f a s e , i l robot dovrà orientarsi, cam- minare e stare in piedi senza sostegno, trovare una leva, applicare la forza necessaria per azionarla e aprire una porta; nella seconda sarà necessario usare oggetti e strumenti, con l'operatore che attraverso il robot dovrà riconoscerne massa e dimen- sioni, anche ordinandole in base al peso; nella fase con- clusiva si dovrà usare un tra- pano per praticare fori e rico- n o s c e r e a l c u n i o g g e t t i , diversi per forma, colore e materiale, senza poterli guar- dare ma solo usando il tatto. C h e t i p o d i r o b o t è AlterEgo? Manuel Catalano: AlterE- go è un robot semi-antropo- morfo dotato di una parte superiore del corpo umanoi- d e e d i u n a p i a t t a f o r m a mobile su due ruote. Grazie a visori e joystick, l'operatore riesce a vedere attraverso gli occhi del robot e a utilizzarne il corpo. Rispetto a iCub3 che riproduce la mano umana, AlterEgo, pur avendo lo stes- so numero di falangi, è sem- plificato. Se iCub guarda al futuro, è una specie di labo- ratorio mobile, AlterEgo è studiato e fatto per essere accessibile nel corto perio- do e dunque più pronto per operare nel mondo. In che direzione va la ricerca della robotica per il futuro? Manuel Catalano: Negli ultimi 10 anni, i robot sono decisamente entrati nelle nostre vite, dai droni ai robot che fanno pulizie. Entro i prossimi 5-10 anni (intorno al 2030, ndr) avremo davve- ro robot come AlterEgo che ci aiuteranno nelle fabbriche e negli ospedali. I robot che ci circonderanno in futuro dovranno essere capaci di venire incontro alle nostre esigenze e dovranno essere utilizzabili con la stessa faci- lità con la quale ad oggi usia- mo un telecomando. Quali caratteristiche sono fondamentali per questa competizione e quale è la difficoltà? Daniele Pucci: Il team vin- citore sarà quello in grado di integrare meglio varie tecno- logie emergenti per sviluppa- re un sistema robotico di avatar fisico con il quale l'o- peratore possa vedere, senti- re e interagire con l'ambiente da remoto, avendo la sensa- zione di essere realmente presente per portare a com- p i m e n t o i l p e r c o r s o n e l minor tempo, completando più stazioni possibili. Una delle difficoltà è data dal fatto che non saremo noi a teleguidare il robot nelle varie azioni che dovrà com- piere, ma ci saranno dei giu- d i c i . L a g i u r i a i n d o s s e r à quindi la nostra tecnologia – i nostri vestiti intelligenti, chiamati iFeel, e dei visori commerciali – e comanderà il robot da remoto, senza il nostro intervento. La parola suona molto futuristica, ma cosa si intende esattamente con avatar? Daniele Pucci: Per avatar si intende uno strumento che ci permette di creare un sur- rogato. Un avatar può essere digitale o fisico. Quando par- liamo di avatar digitali, si parla di rappresentazioni vir- tuali. Quando invece parlia- mo di avatar fisici, si intende uno strumento che può ope- rare nell'ambiente reale e che cerca di emulare il movimen- to e le percezioni di un ope- ratore che lo sta teleguidan- do da remoto. Il robot è in grado di riprodurre i coman- di che l'operatore gli imparti- sce a distanza grazie al siste- ma definito di tele-esistenza, che utilizza una comune fibra o t t i c a . A t t r a v e r s o q u e s t i comandi il robot ha quindi la capacità di muoversi nello spazio, manipolare oggetti, percepire stimoli e interagire verbalmente e fisicamente con persone e ambiente. A livello pratico che tipo di interazione c'è? Daniele Pucci: Possiamo immaginare che un operato- re muova un braccio e il suo avatar fisico, che si troverà in un altro posto, muova allo stesso modo un braccio. Ana- logamente, se il robot perce- pisce qualcosa (attraverso la vista, l'udito, il tatto), tali percezioni devono essere riportate sull'operatore. Per questo il robot in questione è dotato di gambe, che lo ren- dono più agile di altri robot dotati di ruote, è dotato di mani sensorizzate capaci di afferrare oggetti, di una pelle sensorizzata che riveste le braccia ed è in grado di tra- sferire sensazioni all'operato- re umano. Inoltre, il volto di iCub3 ha telecamere mobili al posto degli occhi per guar- darsi intorno, microfoni nelle orecchie e altoparlanti dietro la bocca per ricevere e tra- smettere segnali vocali. In un contesto com- merciale, quali sono gli utilizzi di questo tipo di umanoidi? Daniele Pucci: Ci sono due nuovi robot che sfrutteranno l a c o n o s c e n z a a c q u i s i t a attraverso iCub 3. Il primo si chiama ergoCub, dove "ergo" sta per ergonomia: l'obiettivo è q u e l l o d i r e a l i z z a r e u n r o b o t c o l l a b o r a t o r e p e r ambienti ospedalieri e indu- s t r i a l i . S a r à u n r o b o t i n grado di sollevare grandi pesi e ci permetterà di scaricare il nostro rischio biomeccanico. L'altro robot sarà un'evolu- zione del robot iCub3, affin- ché questo sia più dinamico e robusto. Il iCub3, uno dei robot dell'IIT finalisti al modiale degli avatar (Photo courtesy of Istituto Italiano di Tecnologia) SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-11-17-2022