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31 GIOVEDÌ 17 NOVEMBRE 2022 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA COMUNITÀ DI SAN FRANCISCO I l mondo della moda conosce Salvatore F e r r a g a m o c o m e uno dei marchi che meglio rappresenta- n o i l M a d e i n I t a l y n e l m o n d o . T u t t a v i a , p o c h i conoscono la storia che si cela dietro questo nome e come la vita del suo fondato- re, Salvatore, abbia plasma- to il marchio in un modo che pochi altri marchi di lusso possono vantare al giorno d'oggi. Luca Guadagnino, il f a m o s o r e g i s t a s i c i l i a n o autore di film come Chiama- mi col tuo nome, Suspiria, Io sono l'amore e molti altri, intraprende un viaggio alla scoperta di Salvatore Ferra- gamo e lo porta in scena. Il L a n d m a r k ' s O p e r a P l a z a C i n e m a d i S a n F r a n c i s c o ospiterà la proiezione di Sal- v a t o r e : S h o e m a k e r o f D r e a m s a p a r t i r e d a l 1 8 novembre, un'uscita Sony Picture Classics, realizzata in inglese e italiano con sottoti- toli in inglese. Il film è stato proiettato poche settimane dopo che l'azienda ha deciso di eliminare "Salvatore" dal nome del marchio, abbre- viandolo in Ferragamo. L'Italo-Americano ha assistito alla prima del film e ha appreso tutto sulla nasci- ta di questo marchio italiano e sul ritratto di Salvatore, fondatore visionario la cui passione per l'artigianato è iniziata in giovane età ed è continuata per tutta la vita. U n p i c c o l o p a e s e d e l l a Campania è il protagonista di questo film-documenta- r i o . N o n s o l o B o n i t o è i l paese natale della famiglia di S a l v a t o r e , m a è a n c h e i l luogo in cui si è innamorato delle scarpe e dell'idea di diventare calzolaio. Salvato- re faceva parte di una fami- g l i a n u m e r o s a e p r e s e i l nome da uno dei suoi fratel- l i , m o r t o i n g i o v a n e e t à . Alcuni degli altri fratelli e sorelle lasciarono Bonito e si t r a s f e r i r o n o i n A m e r i c a , dove iniziarono a lavorare in grandi aziende calzaturiere. Questo fu fondamentale per S a l v a t o r e , c h e i n i z i ò a sognare l'America mentre i fratelli sostenevano econo- micamente l'intera famiglia. Già dopo pochi istanti di f i l m , s i i n t u i s c e c o m e l a creatività del giovane diven- t e r à i l f i l o c o n d u t t o r e d i t u t t a l a s u a v i t a . L a s e r a prima della comunione della sorella, Salvatore passò ore a fare un paio di scarpe perché lei potesse indossare qualco- sa di nuovo per questa gran- de festa. Quel momento lo spinse ad andare da un cal- z o l a i o l o c a l e , L u i g i , e a imparare tutto sul "mestie- re". L'apprendistato nella bottega di Luigi ha permesso a Salvatore di padroneggiare tutte le abilità in pochi mesi, spingendolo a trasferirsi a Napoli dove ha trovato lavo- ro in uno dei negozi più alla moda della città. Tornato a Bonito, Salvatore si presentò con l'idea di gestire un'atti- vità in proprio: il suo nego- zio avrebbe tenuto la porta a p e r t a t u t t o i l g i o r n o e sarebbe diventato il luogo in cui tutti i "signori di Bonito" s i s a r e b b e r o f a t t i f a r e l e scarpe. Pur essendo contento dei risultati ottenuti nella sua città natale, Salvatore non poteva fare a meno di pensa- re all'America. Con i soldi guadagnati a Bonito, avreb- b e p o t u t o c o m p r a r e u n biglietto e raggiungere suo fratello a Boston. E così fu. S a l v a t o r e a c q u i s t ò u n biglietto di terza classe e tenne in tasca le 100 lire necessarie per entrare nel Paese, sbarcando in America mesi dopo e sentendosi "a casa mentre era pronto a sbarcare dalla nave". Come ha ricordato Scor- sese nel documentario, Sal- vatore Ferragamo è diventa- to il simbolo di come l'Ame- rica sia il luogo in cui "creare e ricreare se stessi, non è il luogo in cui ci si trova". Così è stato per Salvatore: quan- do ha visto l'azienda in cui lavorava il fratello, ha capito subito che voleva qualcos'al- tro. Decise di raggiungere la California e Santa Barbara fu il luogo che chiamò casa alla fine degli anni Venti. È qui che l'interesse per il corpo umano e il legame con la calzoleria si spostano a un l i v e l l o d i v e r s o e n u o v o . Mentre già realizzava scarpe per star di Hollywood come B a r b a r a L a M a r r , P o l a Negri, Lillian Gish, passò il t e m p o a i m p a r a r e t u t t o sull'anatomia dello scheletro e sulla relazione tra i piedi e il corpo. Le scarpe di Salva- tore erano un esempio di c o m e n o n s i a n e c e s s a r i o r i n u n c i a r e a l c o m f o r t i n nome della creatività e del- l'estetica. Salvatore è stato un visio- nario che ha costruito il suo destino: mentre lavorava per offrire scarpe personalizzate ai suoi clienti a Hollywood, ha iniziato a depositare i brevetti sui prodotti che rea- lizzava, un elemento impor- tante di come il suo modo di fare impresa fosse ora più americano che mai. Conti- n u ò a f a r l o p e r a n n i . I n breve tempo, acquistò l'ab- bandonato Hollywood Boot Shop e ne creò uno proprio, entrò nella cerchia di Hol- lywood e lavorò con e per P a r a m o u n t , W a r n e r Brothers e Universal Stu- dios, poiché tutti volevano scarpe prodotte da Ferraga- mo per le attrici. All'apice della fama e del s u c c e s s o , p e r ò , d e c i s e d i andare in Italia per riportare in patria tutte le sue cono- scenze. A Firenze, investì nella manodopera artigiana- le e organizzò laboratori per insegnare alle persone l'arte di fare le scarpe. Da questo progetto sono nate 18 paia di scarpe, realizzate da diversi apprendisti sulla base delle competenze apprese. Tornò quindi in America, alla ricer- ca di acquirenti. Fu allora che arrivò la Grande Depres- sione, che spinse Salvatore verso una direzione diversa: dopo alcune difficoltà, chiu- se l'azienda e iniziò a lavora- re per pagare i debiti, che riuscì a coprire nel giro di due anni. Diventò maestro nel riutilizzare i materiali, in un periodo in cui la guerra incideva sulla disponibilità. Trovò il modo di ripartire per l'Italia e fondò la Salva- tore Ferragamo nel 1936, acquisendo Palazzo Spini Feroni, che rimane tuttora la sede dell'azienda. Lancia a questo punto l'a- zienda Salvatore Ferragamo con sede a Firenze e realizza la prima campagna pubblici- taria. Il logo del marchio fu c r e a t o d a l l ' a r t i s t a L u c i o Venna e, nel 1938, furono a p e r t i i p r i m i n e g o z i a g e s t i o n e d i r e t t a a R o m a , Firenze e poi Londra. T r a i l 1 9 4 1 e i l 1 9 4 3 , Documento Moda, rivista di m o d a e d i t a d a l l ' I s t i t u t o Nazionale della Moda, dedi- ca diversi numeri a Ferraga- mo, che viene celebrato per aver commercializzato con s u c c e s s o l e s u e s c a r p e i n altri Paesi, soprattutto negli Stati Uniti, promuovendo la qualità dell'artigianato ita- liano al di fuori dell'Italia, e per aver utilizzato i materiali disponibili durante l'autar- chia, come la canapa, il cel- lophane, il sughero. Pochi anni dopo, il sanda- lo "invisibile" di Ferragamo vince il premio Neiman Mar- cus, seguito dal primo nego- zio Ferragamo a New York e dalla prima linea di borse. Negli anni '50 il "calzolaio delle stelle" raggiunge l'apice del successo, con clienti tra le più famose star del cine- ma italiano e internazionale, da Audrey Hepburn ad Anna Magnani, da Greta Garbo a Sophia Loren, oltre a mem- bri dell'alta società, come Soraya di Persia, la Regina di Romania, la Regina Elisa- betta d'Inghilterra, Maria Pia e Gabriella di Savoia. Nel 1957 fu pubblicata in i n g l e s e l ' a u t o b i o g r a f i a d i Ferragamo, Shoemaker of Dreams. Ferragamo volle raccontare la sua vita e il suo lavoro nella prima metà del secolo, tra due guerre e due mondi, l'Italia e l'America. Ferragamo morì nel 1960 e l'azienda fu rilevata dalla moglie Wanda, che nel film sottolinea come "mise le basi p e r l ' e d u c a z i o n e d e i s u o i figli". A S a n F r a n c i s c o i l fi l m s u Salvatore Ferragamo, il calzolaio dei due mondi Alcune delle forme per scarpe usate da Ferragamo. (Photo: Alinari. Courtesy of Sony Pictures Classics)