L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-1-2022

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29 GIOVEDÌ 1 DICEMBRE 2022 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | O ggi il cibo ita- liano è cono- sciuto in tutto il mondo e la n o s t r a d i e t a , quella mediterranea, è consi- derata una delle più salutari. L'importanza che diamo alla tradizione in cucina è leg- gendaria, quindi non sor- p r e n d e c h e m o l t e d e l l e nostre ricette e dei nostri piatti abbiano una lunga sto- ria alle spalle. Ma molte cose sono anche cambiate. Lo sviluppo economico, i cambiamenti culturali e, più recentemente, la globalizza- zione hanno influenzato gli ingredienti che utilizziamo e anche le scelte alimentari che facciamo quotidiana- mente, ma in che modo? Fino agli anni della Secon- da Guerra Mondiale, l'ali- mentazione delle persone era molto legata a ciò che l'a- gricoltura e l'allevamento potevano fornire. La nostra economia si basava in gran parte sul settore prima- rio, con industrie limitate principalmente alle regioni settentrionali della penisola. Questo si traduceva in un'a- limentazione fatta di ciò che era stagionale e disponibile, con un accento sui legumi come i fagioli o le lenticchie, la polenta al Nord e la pasta al Sud, il pesce lungo la costa e il formaggio o, più rara- mente, la carne, vicino alle m o n t a g n e . I l p a n e e r a i l vero punto fermo dell'ali- mentazione di tutti: le fami- glie compravano la farina, facevano il pane e poi anda- vano al forno del paese per cuocerlo. "Fare il pane" era un momento sociale impor- tante nelle piccole comunità rurali e il forno del paese era un luogo in cui facilmente ci si riuniva. L a c a r n e n o n e r a c o s ì comune sulle nostre tavole prima della Seconda Guerra Mondiale: la maggior parte delle famiglie la mangiava solo in occasioni speciali. In campagna, il pollame e il maiale erano i più diffusi, con quest'ultimo che rappre- sentava una vera e propria ancora di salvezza per molte famiglie: in italiano si dice che del maiale non si butta via niente, per l'antica tradi- zione di utilizzare ogni parte dell'animale per fare qualco- sa da mangiare, dai tagli di c a r n e a i s a l u m i . A n c h e i l s a n g u e e n t r a v a i n r i c e t t e come il sanguinaccio, una salsiccia piccante particolar- m e n t e d i f f u s a n e l l e z o n e rurali e che ancora oggi si può trovare occasionalmente in alcune macellerie. La guerra, naturalmente, h a f e r m a t o t u t t o : c i s o n o stati razionamenti e il cibo, soprattutto nelle città, diven- ne improvvisamente scarso. In quegli anni, non era raro che gli abitanti dei paesi e delle città andassero a chie- d e r e c i b o a g l i a m i c i o a i parenti che vivevano in cam- pagna: i contadini erano for- tunati perché avevano una fonte di alimentazione diret- ta che non dovevano pagare. G l i a n n i C i n q u a n t a segnano l'inizio del boom economico italiano e, con esso, di un cambiamento nel modo di mangiare degli ita- liani. Il reddito delle famiglie aumentò notevolmente e si iniziò a mangiare di più e in modo più vario: ad esempio, la carne comparve sulle tavo- le degli italiani più spesso e non più solo nei giorni spe- ciali. La frutta e la verdura rimanevano importanti e il c o n s u m o d i z u c c h e r o aumentava, mentre i legumi, la carne dei poveri, venivano consumati più raramente. Gli italiani non ne avevano mai abbastanza di carne: p o l l a m e , m a n z o , m a i a l e , salumi di ogni tipo. Si man- giava ogni settimana, e il consumo di carne divenne sinonimo di benessere eco- n o m i c o . I n q u e s t o s e n s o , non va trascurato il ruolo dei media, in particolare della televisione, nel modo in cui sceglievamo cosa mangiare, perché l'avvento degli spot pubblicitari rendeva certi prodotti più popolari di altri, incidendo profondamente sul modo in cui le famiglie spendevano i loro soldi per il cibo. Gli anni '80 sono stati un momento particolare della nostra storia culinaria, per- ché è stato allora che l'Italia si è innamorata del fast food americano. McDonald's e la sua controparte italiana, l'or- mai defunto Burghy, erano di gran moda tra gli adole- scenti, che sognavano l'Ame- rica mangiando patatine e c h e e s e b u r g e r i l s a b a t o pomeriggio dopo la scuola. Negli stessi anni, anche in Italia si sviluppò il gusto per i sapori più esotici: la cucina orientale, in particolare quel- la cinese, divenne popolare, con ristoranti aperti ovun- que, grazie all'insediamento d i u n a c o m u n i t à c i n e s e numerosa e ben adattata al Paese. G l i a n n i ' 8 0 s o n o s t a t i un'epoca di abbondanza, ma anche di cambiamenti culi- nari. Perché se è vero che a b b i a m o a b b r a c c i a t o g l i hamburger e la cucina inter- nazionale, abbiamo anche iniziato a prestare maggiore attenzione alla nostra salute. Q u e g l i a n n i s o n o s t a t i caratterizzati da un maggior numero di persone con il colesterolo alto, da una più alta incidenza di malattie cardiovascolari e dalla paura di malattie derivate dalla carne, come la malattia della "mucca pazza": tutti fattori c h e h a n n o a u m e n t a t o l a nostra consapevolezza sui rischi di un eccessivo consu- mo di carne e grassi. Sono stati anche gli anni in cui abbiamo preso coscienza del fatto che ciò che mettiamo nel piatto può avere un forte impatto sull'ambiente. O g g i g l i i t a l i a n i s o n o molto consapevoli di ciò che mangiano e prediligono, in media, una dieta sana ed equilibrata, alla quale, in fondo, siamo culturalmente abituati. C'è un sincero inte- resse per la sostenibilità e p e r e v i t a r e g l i s p r e c h i , e molte famiglie hanno impa- rato a mangiare locale e sta- gionale. Le vendite di ali- m e n t i i n t e g r a l i s o n o aumentate, soprattutto negli ultimi 20 anni, così come la popolarità dei negozi di salu- te specializzati in prodotti biologici o "free-from", cioè privi di qualcosa. T u t t a v i a , s e d a u n l a t o siamo certamente più attenti alla quantità di carne che consumiamo, dall'altro rima- niamo piuttosto riluttanti a diventare vegetariani o vega- ni, soprattutto se ci si con- fronta con altri Paesi come il Regno Unito o gli Stati Uniti. Allo stesso tempo, anche i p i ù p i c c o l i s u p e r m e r c a t i locali offrono prodotti senza carne, cosa impensabile solo fino a pochi anni fa. Il nostro modo di mangia- re, quindi, è in continua evo- luzione. Per fortuna, il man- g i a r e s a n o f a p a r t e d e l l a n o s t r a t r a d i z i o n e , q u i n d i non dobbiamo andare lonta- no per trovare buone opzio- ni! Il pane è da sempre parte essenziale della nostra dieta (Photo: Evgeniy Parilov/Dreamstime) Il nostro modo di mangiare: come l'Italia ha cambiato le abitudini culinarie nel corso dei decenni SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI

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