L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-29-2022

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11 GIOVEDÌ 29 DICEMBRE 2022 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA M i a n o n n a diceva che l o z a f f e - r a n o e r a più prezio- so dell'oro, e non aveva tutti i t o r t i , e s s e n d o s t a t o p e r secoli una delle spezie più costose. La parola saffron o "zaf- ferano" come si dice in ita- liano, deriva dall'arabo za'- feran o, forse, dal persiano sahafaran, da cui il latino safranum. La radice persia- na "asfar" significa "giallo", che è il colore che questa spezia profumata conferisce a tutto ciò che tocca. Lo zafferano deriva dal crocus sativus, una pianta originaria di Creta. Come spezia - e come colorante! - lo zafferano è conosciuto fin dall'antichità: è persino cita- to nel Cantico dei Cantici della Bibbia, dove è annove- rato tra le erbe più speciali. I fiori di zafferano compaiono negli affreschi di Cnosso ed è menzionato dagli antichi E g i z i n e l l o r o P a p i r o d i Ebers. Più che una spezia, come si vede, lo zafferano è un pezzo di storia. A R o m a , l o z a f f e r a n o veniva utilizzato per la pro- duzione di cosmetici e come colorante per tessuti, oltre c h e c o m e i n g r e d i e n t e i n cucina. Nel Medioevo diven- ne più raro e costoso, forse perché non veniva coltivato in loco e, con la fine dell'Im- p e r o , n o n e r a p i ù f a c i l e accedervi. Tuttavia, i mona- ci medievali lo riscoprirono e ricominciarono a coltivar- lo, soprattutto in Abruzzo, Toscana, Umbria, Sicilia e Sardegna, dove viene colti- vato ancora oggi. Soprattutto negli ultimi decenni, lo zafferano ita- liano è diventato un simbo- l o d e l n o s t r o M a d e i n Italy, perché molti giovani i m p r e n d i t o r i c h e h a n n o voluto investire nell'agricol- t u r a e n e l l a t e r r a , f o r s e prendendo spunto dai vec- chi modi di vivere dei loro bisnonni, lo hanno scelto come coltura d'elezione. È a una di queste impre- se, la piemontese Safra- num, che vogliamo guarda- re oggi. Tutto è iniziato nel 2 0 1 1 , q u a n d o R o b e r t o L e m b o ha acquistato un t e r r e n o s u l l e c o l l i n e d i Monforte d'Alba, in pro- vincia di Cuneo, città nota soprattutto per il suo lega- me con il vino e la viticoltu- ra. Siamo nel cuore delle Langhe, un'area che negli ultimi anni è stata ricono- sciuta dall'UNESCO come Patrimonio dell'Umanità. È stato un momento che ha cambiato la vita di Lembo. Si è reso conto di come il suo desiderio di vivere a più stretto contatto con la natu- ra, facendo un passo indie- tro rispetto allo stress della v i t a m o d e r n a , p o t e s s e diventare anche un'interes- sante iniziativa imprendito- riale. P i ù f a c i l e a d i r s i c h e a farsi, però, perché la sua proprietà era troppo grande per essere un frutteto fami- liare, ma troppo piccola per l a c o l t i v a z i o n e i n t e n s i v a d e l l e c o l t u r e t r a d i z i o n a l i delle Langhe. Il Piemonte è vicino alla Francia, quindi non sorprende che la solu- z i o n e s i a a r r i v a t a d a u n francese che Lembo incon- trò qualche tempo dopo e che gli raccontò tutto sulla sua nuova impresa: la colti- vazione dello zafferano. Roberto ci pensò su e ne parlò con un amico, Dario Dutto: si guardarono e la decisione fu facile: sarebbe- ro diventati produttori di zafferano. E così, nel 2013, dopo due anni di ricerche sullo zafferano e sul territo- rio in cui volevano coltivar- lo, è nata Safranum. Grazie al prezioso micro- c l i m a d e l l e L a n g h e e , c i piace pensare, grazie alla cura e all'amore che Rober- to, Dario e i loro collabora- tori ci mettono, Safranum produce oggi uno zafferano italiano tra i più pregiati in circolazione, ma non solo. Perché Safranum non offre s o l o z a f f e r a n o , m a a n c h e una serie di prodotti artigia- n a l i c o m e c i o c c o l a t i n i , biscotti, grappe e liquori, tutti con un'aggiunta specia- le: lo zafferano. Tutti ottimi prodotti, anche se quello che p r o b a b i l m e n t e a t t i r a p i ù persone è la crema spalma- bile allo zafferano e noccio- le: in pratica, una versione artigianale della famosissi- m a c r e m a s p a l m a b i l e a l cioccolato italiana, con un tocco di zafferano. Ciò che colpisce di Safra- num è come la sua storia e la sua missione racchiudano a l c u n i d e g l i e l e m e n t i p i ù iconici del nostro Made in Italy: una visione sana crea- ta con una persona cara (un amico, in questo caso), dedi- zione, rispetto per la natura e il territorio, duro lavoro e, naturalmente, creatività. N on molti sanno che l'invenzio- ne della mac- c h i n a d a scrivere così come la conosciamo deriva dall'ingegno di un avvocato italiano di Novara (Piemon- t e ) , G i u s e p p e R a v i z z a (1811-1885). Poiché i suoi tasti ricordavano quelli di un p i a n o f o r t e , a l t r a f a m o s a invenzione italiana, Ravizza chiamò la sua creazione cem- balo scrivano. In effetti, il meccanismo ideato da Raviz- za si basava proprio sul modo in cui lo strumento produce il suono: i tasti colpiscono un dispositivo simile a un mar- tello che, a sua volta, "stam- pa" le lettere sulla carta. Era il 1837. Qualche anno dopo, nel 1855, Ravizza brevettò la sua invenzione. Nel fascicolo ad essa dedicato presso il regi- stro dei brevetti, la prima m a c c h i n a d a s c r i v e r e è descritta come un "clavier di scrittura, o macchina per scri- vere con 32 tasti quadrati, in due righe una sopra l'altra, le lettere nel mezzo e la punteg- giatura ai lati". Tutti i "mar- telli", ciascuno associato a una lettera o a un segno di punteggiatura, erano disposti in cerchio, proprio come le m a c c h i n e d a s c r i v e r e c h e conosciamo. Il cembalo era dotato di un nastro d'inchio- stro - ancora una volta, pro- prio come le moderne mac- c h i n e d a s c r i v e r e - , d i u n dispositivo per regolare l'in- clinazione e di una campanel- la che segnalava il raggiungi- mento della fine della riga. Il quotidiano torinese La Stampa pubblicò un articolo poco dopo l'ottenimento del brevetto, così l'invenzione di Ravizza divenne nota al gran- de pubblico... e iniziò il dram- ma. C e l e s t i n o G a l l i , un uomo di Carrù, in provincia di Cuneo, in Piemonte, sostenne di aver inventato la macchina da scrivere già nel 1831. Tut- tavia, la sua affermazione non fu presa sul serio se è vero che Ravizza continuò a produrre macchine da scrivere fino al 1881 e che presentò la mac- china all'Esposizione di Mila- no, nello stesso anno. L'in- venzione di Ravizza non fu mai prodotta in serie perché nessuno capì quanto fosse rivoluzionaria. Questo fino a quando l'americano Chri- stopher Latham Sholes costruì un prototipo di mac- china da scrivere per il pro- duttore di armi Remington, forse ispirandosi proprio al lavoro di Ravizza. Per questo motivo il nome di Ravizza è sconosciuto ai più, mentre Latham Sholes è considerato il vero padre della macchina da scrivere, a dimostrazione di come non conti solo l'inge- gno, ma anche il contesto in cui lo si usa. Invenzioni italiane: la macchina da scrivere Una macchina da scrivere vecchio stile (Photo: Pmartike/Dreamstime) Il nostro Made in Italy: lo zafferano italiano di Safranum Fiori di zafferano, come quelli che troviamo nei campi di Safranum (Photo: Dariya Maksimova/Dreamstime)

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