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29 GIOVEDÌ 9 FEBBRAIO 2023 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | C hi ha scoperto i l N u o v o M o n d o ? L a risposta canonica è , o v v i a m e n t e , Cristoforo Colombo, ma molti di voi probabilmente sanno già che esistono altre interes- santi teorie: alcuni storici ritengono che i Vichinghi a v e s s e r o g i à r a g g i u n t o l a parte settentrionale del conti- nente americano nell'alto Medioevo, mentre alcune sco- perte archeologiche più recen- ti hanno accennato alla possi- bilità che gli Antichi Romani fossero stati, in realtà, i primi a navigare attraverso l'Atlanti- co, più di mille anni prima del buon vecchio Cristoforo. Meno nota è, forse, la teo- ria secondo la quale furono due fratelli veneziani, Nicolò e Antonio Zen, che, mossi da una sete di conoscenza e di scoperta paragonabile solo a quella di Ulisse, raggiunsero l'America un secolo prima di Colombo, nel 1390. Le avventure dei fratelli Zen non sono note come quel- le dell'elegante e coraggioso eroe omerico, ma meritano di essere raccontate, o almeno così ha pensato - e io sono p i e n a m e n t e d ' a c c o r d o - Andrea di Robilant, autore nel 2012 del libro Irresisti- bile Nord, pubblicato da Vintage. In esso l'autore rac- conta i viaggi - quasi incredi- bili - dei due veneziani attra- v e r s o l a S c a n d i n a v i a e l'Atlantico settentrionale, che l i c o n d u s s e r o i n f i n e s u l l e coste del Nord America. Il libro di Di Robilant si basa in parte sulle ricerche di Giorgio Padoan, italianista e filologo dell'Università Ca' Foscari di Venezia, che si è interessato alle esplorazioni dei fratelli veneziani fin dall'a- dolescenza. Siamo alla fine del XIV secolo, subito dopo la vittoria di Venezia nella guerra contro Genova per il dominio delle rotte commerciali nel Medi- terraneo, una vittoria che era c o s t a t a a l l a S e r e n i s s i m a denaro, tempo e uomini e che l'aveva messa in ginocchio. Tanto che il commercio tarda- va a riprendersi. Per questo il ricco mercante Nicolò Zen decise di partire in solitaria e, p e r d i r l a i n m o d o m o l t o moderno, di esplorare altri mercati: era interessato al Nord, voleva commerciare con la Scandinavia, un'area dell'Europa con la quale i rap- porti commerciali erano in costante crescita. Durante uno dei suoi primi viaggi, i venti e le acque tem- pestose del Mare del Nord e dell'Atlantico lo condussero fino alle isole Faer Oer, oggi parte della Danimarca, dove incontrò il conte di Orkney, Henry Sinclair. Pare che i due comunicassero in latino, l'unica lingua che entrambi conoscevano. Nonostante il maltempo e il mare in tempe- sta, Nicolò continuò la sua esplorazione commerciale del nord dell'Atlantico e fu rag- g i u n t o a n c h e d a l f r a t e l l o Antonio. Entrambi lavoraro- no per Sinclair come esattori e attraversarono l'Atlantico set- tentrionale fino alla Groen- landia, prima di tornare a Venezia. Fu durante questi anni di viaggi tra la Groenlandia e la Norvegia che i fratelli incon- t r a r o n o u n a v v e n t u r o s o pescatore che disse di aver viaggiato in una nuova terra, più a ovest della stessa Groen- landia. E se è vero che gli Zen alla fine tornarono a Venezia, almeno uno di loro, Antonio, non era ancora pronto a stabi- lirvisi. Alla fine del 1390 tornò in Scandinavia e, insieme a l l ' a m i c o H e n r y S i n c l a i r , navigò verso la Groenlandia e poi fino a Terranova, in Nord America. Qui non furono par- ticolarmente graditi, se è vero che alla fine furono scacciati da "locali" stranamente simili ai nordeuropei perché aveva- no navi e producevano birra. Pare che avessero anche "libri in latino" che loro, però, non riuscivano a capire. Secondo P a d o a n , q u e s t o i n c o n t r o dimostra che i coloni erano probabilmente discendenti di u n a n t i c o i n s e d i a m e n t o vichingo, come testimoniereb- be la loro conoscenza delle navi e della produzione di birra. I libri citati nei resocon- ti potrebbero essere testi reli- giosi in latino, non più com- prensibili ma conservati. Antonio non tornò mai a Venezia perché, dopo altri anni di navigazione nei mari del nord, morì durante il viag- gio di ritorno. Conosciamo però la storia sua e di Nicolò grazie a un loro pronipote, Nicolò Zen il Giovane, che nel 1558 fece pubblicare a V e n e z i a u n i n t e r e s s a n t e libretto, destinato a diventare il manuale di riferimento per i marinai e i commercianti dei mari del nord. In esso narrava anche i viaggi nel Nuovo Con- tinente dei suoi antenati che, alla fine del XIV secolo, non erano ancora consapevoli di t r o v a r s i i n u n a t e r r a n o n ancora scoperta - e non c'è da stupirsi: nemmeno Colombo lo sapeva. Circa 300 anni dopo, un ammiraglio danese di nome Zarthmann sfatò, o almeno così disse, il racconto del gio- vane Zen, affermando che le esplorazioni dei suoi antenati erano totalmente inventate e per questo la storia dei Fratel- li Zen è rimasta a lungo sotto traccia, fino a quando Padoan prima e di Robilant poi l'han- no riportata alla luce. Ma il punto è: è tutto vero o è tutto falso? Sappiamo già cosa pen- s a v a P a d o a n , m a c i s o n o anche altri, in particolare il famoso archivista di inizio Novecento della Biblioteca Marciana di Venezia Andrea da Mosto, che si sono schie- rati con Zarthmann. U n a c o s a è c e r t a : n o n conosciamo la verità. Ma c'è un'ultima curiosità da svelare. A quanto pare, ci sono molte persone nel Connecticut che conoscono la storia di come l'America sia stata scoperta da due fratelli veneziani un seco- lo prima dell'arrivo di Colom- bo, una storia - dicono - che è stata tramandata generazione dopo generazione nella loro zona. Potete fare di questo quello che volete... Una riproduzione della mappa creata da Nicolò Zen nel 1558, pubblicata da Henrich Peter von Eggers nel libro Priisskrift om Grønlands Østerbygds sande Beliggenhed (Copyrighted work available under Creative Commons agreement. Public Domain) SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI Colombo... o Venezia? La storia dei fratelli Zen e del loro viaggio in America