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17 GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO 2023 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | I l 2021 è stato un anno importante per una delle caramelle più amate d'Italia, Sper- l a r i : l ' a z i e n d a h a festeggiato il suo 185° com- pleanno ed è entrata ufficial- mente a far parte dei marchi storici del Paese. Il registro c o m p r e n d e s o l o n o m i d e l nostro Made in Italy con un comprovato patrimonio stori- co, che mantengono ancora oggi un solido legame con il proprio territorio e con i valo- ri della produzione Made in I t a l y . A n c h e d u e p r o d o t t i Sperlari sono entrati a far parte del registro: le caramel- le friabili al latte Galatine, prodotte dal 1956, e i prodotti alla liquirizia Saila, acronimo - non molti lo sanno - della Società Anonima Industriale Liquirizia Abruzzese, fondata nel 1937. S p e r l a r i f u f o n d a t a a Cremona nel 1836 da Enea Sperlari. Inizialmente era un semplice negozio a condu- zione familiare specializzato nella produzione di torrone e mostarda, un tipico contorno italiano per la carne a base di frutta. Situato in via Solferino, il negozio - tuttora aperto e t u t e l a t o i n n o m e d e l s u o significato storico - divenne molto popolare tra la gente del posto e non, se è vero che i suoi deliziosi prodotti rag- giunsero, grazie alla crescente comunità italo-americana, anche il Nuovo Mondo. N e l 1 9 3 5 , S p e r l a r i e r a ormai affermata e conosciuta; u n ì l e f o r z e c o n u n a l t r o gigante della pasticceria ita- liana, Pernigotti, per espan- dere la sua produzione da tor- rone e mostarda anche alle caramelle. E se è vero che oggi l'azienda, come molte altre realtà industriali di ori- gine italiana, appartiene a una multinazionale, i suoi valori centrali di "italianità" e il legame con il territorio sono vivi e vegeti. Ancora oggi, i p r o d o t t i d i p u n t a d e l l a Sperlari sono quelli su cui Enea aveva scommesso 185 a n n i f a , i l t o r r o n e e l a mostarda, legati per antono- masia al territorio cremonese, e il ruolo della Sperlari nel diffonderli in tutto il Paese e nel mondo rimane impareg- giabile. Nuove iniziative ed esplo- razioni culinarie si sono suc- c e d u t e n e l c o r s o d e l Novecento: ne abbiamo citate due in particolare, le Saila, la cui prima sede era in un tea- tro abbandonato sul lungo- mare di Silvi Marina, e le Galatine. Entrambi sono, in Italia, marchi e nomi iconici. Le Galatine sono state tra le prime caramelle a essere ven- dute anche in farmacia, negli anni Settanta, e hanno subito un'importante espansione del marchio negli anni Novanta, quando la loro forma è passa- ta da quadrata a rotonda e, cosa ancora più importante, al classico gusto latte si sono aggiunti nuovi gusti come cioccolato, gocce di cioccolato e fragola. Le Galatine, tra l'al- tro, sono ancora prodotte con latte 100% italiano. Sperlari è stato un pioniere anche per quanto riguarda il packaging: a partire dagli anni '70, l'azienda ha iniziato una lunga serie di collabora- zioni chiave con grandi nomi della moda e del design italia- no - pensiamo a Missoni e Fiorucci, per esempio - per dare ai prodotti un restyling di tendenza e trasformare i barattoli in oggetti da colle- zione. Nel 2021, quando Sperlari entrò nel registro dei marchi storici italiani, l'allora ammi- n i s t r a t o r e d e l e g a t o Piergiorgio Burei dichiarò a Il Sole 24 Ore che: "Tutti i mar- chi Sperlari fanno parte della storia di questo Paese, hanno accompagnato generazioni di italiani per tutta la vita e con- tinuano a essere prodotti qui in Italia, nei nostri quattro s t a b i l i m e n t i , c o n m a t e r i e prime italiane": frutta per la mostarda Sperlari, latte per le Galatine, menta e liquirizia per Saila. Far parte dell'Albo è per noi un motivo di orgoglio e un premio per il lavoro che stiamo facendo per valorizza- re la tradizione italiana e svi- luppare la capacità di essere innovativi: caratteristiche che hanno rafforzato la posizione di Sperlari come ambasciato- r e d e l M a d e i n I t a l y n e l mondo". Oggi Sperlari è leader nel settore dolciario, con quattro s t a b i l i m e n t i a t t i v i n e l B e l p a e s e , a C r e m o n a , G o r d o n a ( S o n d r i o ) , S a n Pietro in Casale (Bologna) e Silvi Marina (Teramo), ed è guidata dall'amministratore d e l e g a t o B e r n a d e t t e Bevacqua. Oltre alle Galatine e alle Saila, Sperlari è cono- s c i u t a p e r l a s u a g r a n d e varietà di torroni e torronci- ni, per la mostarda natural- mente, per l'iconica Pasticca del Re Sole - una tradizionale caramella alla liquirizia che si presenta in un barattolo bian- co e rotondo che tutti in Italia r i c o n o s c o n o - p e r l e Dietorelle, le caramelle senza z u c c h e r o p i ù f a m o s e d e l Paese, e per una pletora di caramelle gommose e gelées. L ' a z i e n d a p o s s i e d e a n c h e Paluani, specializzata nella p r o d u z i o n e d i p a n e t t o n i , pandori e colombe pasquali. L e candele sono state inventate in I t a l i a ? E b b e n e , l'affermazione è p a r z i a l m e n t e vera, perché se sappiamo che le candele erano diffuse tra i G r e c i , a b b i a m o a n c h e l a prova che erano utilizzate dagli Etruschi, che viveva- no nelle regioni centrali della nostra penisola: usavano la cera d'api per modellarle e il giunco come stoppino. Sappiamo che i Romani usavano le candele già nel 500 a.C., sia come fonte di l u c e n e l l e c a s e s i a c o m e o f f e r t a r e l i g i o s a a g l i d e i , soprattutto durante i Satur- nalia. Avevano uno stoppino di canapa ed erano fatte di pece o sego. I Romani aveva- n o a n c h e c a n d e l e d i c e r a d'api, ma erano più costose e diffuse solo tra i ricchi o gli apicoltori, che avevano un accesso facile ed economico a d a b b o n d a n t e m a t e r i a prima. Nelle case romane non era raro trovare elaborati lampadari e appliques alle pareti, così come divenne comune nei secoli successivi, d o v e l e c a n d e l e v e n i v a n o messe per illuminare le stan- ze. L a f a b b r i c a z i o n e d e l l e candele era semplice: basta- va aggiungere uno strato di cera o di sego intorno a uno stoppino: si trattava di can- dele molto sottili, che veniva- no poi attorcigliate tra loro p e r f o r m a r e c a n d e l e p i ù g r a n d i . A s s o m i g l i a v a n o molto a delle corde, che i Romani chiamavano funes, ed è per questo che le cande- le erano conosciute anche come funalia. È interessante notare che la parola italiana "torcia" (anche oggi c'è la torcia elettrica) deriva dal modo in cui venivano fatte le a n t i c h e c a n d e l e r o m a n e : attorcigliando ("torcere") q u e l l e p i c c o l e s u u n a p i ù grande. A Roma, le candele più piccole venivano utilizzate nelle case, mentre quelle più grandi, quelle "torte", veni- v a n o s o l i t a m e n t e p o r t a t e all'esterno. I Romani aveva- no anche i loro lampioni, realizzati con queste grandi candele, di solito poste su grandi supporti di bronzo o d i m a r m o c o l l o c a t i s u l l e pareti esterne. Durante i viaggi notturni e all'interno degli accampa- m e n t i , l ' e s e r c i t o r o m a n o usava grandi torce fatte con pece e legno: i soldati porta- vano con sé la pece, ma di solito si procuravano il legno in loco, ovunque si trovasse- ro. La pece era importante anche per un altro motivo: veniva usata per fabbricare le frecce incendiarie. Invenzioni italiane: le candele Le candele dei Romani erano fatte di pece o di grasso animale. Quelle in cera d'api erano molto costose a causa del prezzo della materia prima (Photo: Solarseven/ Il nostro Made in Italy: Sperlari Caramelle all menta Sperlari (Photo: L'Italo-Americano) SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI