L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-9-2023

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21 GIOVEDÌ 9 MARZO 2023 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | " Vai in quel posto a m a n g i a r e l a p a s t a con le zucchine che ti cambia la vita?", ha scherzato un'amica dopo che le ho parlato dei miei progetti di visitare la C o s t i e r a A m a l f i t a n a . Ovviamente, si riferiva all'epi- sodio campano di Searching for Tucci in cui l'attore visita un ristorante di Positano per vedere come si fanno gli spa- ghetti alla Nerano. Ho riso e ho ammesso che non ci sarei andata, ma avevo programmato un soggiorno a Salerno - come spesso fanno i turisti - come base per esplo- rare la Costiera Amalfitana e Pompei grazie alla sua vici- nanza a entrambe. Tuttavia, ho presto scoperto che prefe- rivo la relativa calma di que- sta piccola città agli angusti viaggi in autobus e alle mete turistiche più a ovest, nonché l'accessibilità a un'ottima c u c i n a e l a p o s s i b i l i t à d i gustarla in un'atmosfera rilas- sata. Mentre a Napoli avrei p o t u t o a f f u m i c a r e l a m i a pizza dentro una folata di g a s o l i o , a S a l e r n o p o t e v o assaporare ogni gusto e ascol- tare i miei pensieri piuttosto che il rumore e il ronzio inces- sante dei motori delle moto che sfrecciavano accanto al mio tavolo. Qui non ci sono gruppi di turisti su larga scala - non vedrete una bandierina di pla- stica che svolazza sopra le teste mentre una voce stonata rimbomba da un altoparlante per strada - ma solo il flusso quotidiano della vita che scor- re mentre la gente del posto prende un caffè al mattino su C o r s o V i t t o r i o E m a n u e l e prima di andare al lavoro. Questo fascino autentico, insieme alla storia, alle tradi- zioni e alla gastronomia loca- le, rendono Salerno degna di essere conosciuta più a fondo. Ho parlato con Maria De Vita, salernitana di nascita, presidente di Ecstra, un gruppo di imprenditori saler- nitani dell'ospitalità nato nel 2021 che si occupa di pro- muovere il carattere e l'auten- ticità della città in ambito turistico. "L'anima dei salernitani è simile a quella delle persone di tutto il Sud, che hanno sempre lavorato duramente per trovare lavoro e status sociale, ma a cui basta poco per essere felici. È gente sem- plice e accogliente", condivi- de De Vita. Salerno ha una lunga sto- ria, che risale al VI secolo a.C., quando gli Etruschi dominavano gran parte del- l'Italia. Più tardi, durante la dominazione romana, la città prese il nome di Salernum. S u b ì i n v a s i o n i , p a s s ò d i mano e, dopo essere diventa- ta un principato nel IX seco- lo, fiorì durante il periodo medievale. Alla fine cedette alle forze spagnole e tornò sotto il dominio napoletano nel 1799. P e r q u a n t o r i g u a r d a i l cibo e le tradizioni locali, come in molte parti d'Italia, sono profondamente legati al calendario religioso. La più importante onora il patrono di Salerno, San Matteo, il 21 settembre di ogni anno. Que- sta celebrazione richiede la p r e p a r a z i o n e d e l l a m i l z a imbottita. Il grande organo (per chi non lo conoscesse, i m m a g i n a t e u n a l i n g u a gigante o un'anguilla) viene preparato insaccando prezze- molo, menta, aglio, sale e pepe nella membrana che ricopre la milza. Poi viene cotto a fuoco lento per diver- se ore in un bagno di olio d'o- liva e aceto, che aiuta a ridur- re l'intensità del sapore della carne. Una volta cotta e raf- freddata, la milza viene con- sumata a fette e spalmata sul pane. Sul versante più dolce, la scazzetta di Pantaleone è il dolce tipico di Salerno. Due strati di pan di Spagna con panna montata e fragoline di bosco sono ricoperti da una glassa di fragole. Il pasticciere locale Mario Pantaleone creò questo dolce nel 1920, ispirandosi alle vesti cremisi dei cardinali. Pur non essen- do legata a una particolare festività, la scazzetta è tradi- zionalmente un dolce prima- verile e si può trovare alla Dolceria Pantaleone in Via dei Mercanti. Pensate che la pizza sia solo a Napoli? I salernitani potrebbero dissentire. Sebbe- ne qui si possa trovare un'ec- cellente pizza in stile napole- t a n o , i l p i z z a i o l o l o c a l e Carmine Donadio ha crea- to una sua versione, che è diventata una specialità loca- le onnipresente ed è ora la specialità della città. Chiama- ta amorevolmente pizza Car- minuccio, si concentra sui sapori forti del territorio loca- le, enfatizzando i pomodori e i formaggi campani, i cubetti di pancetta e il basilico. Come sappiamo, la Cam- pania è famosa per la sua m o z z a r e l l a d i b u f a l a DOP. Ma un casaro di un paese della provincia di Saler- no è responsabile della rivisi- tazione più visiva del prodot- t o c a s e a r i o n o t o c o m e l a Zizzona di Battipaglia: una palla di mozzarella a forma di seno, di dimensioni eccessi- ve, con un capezzolo in cima (esiste anche una versione "bomba" con "bambini" più piccoli - alias mini mozzarel- le di bufala - che scivolano fuori quando la "mamma" viene tagliata). O l t r e a l c i b o , l e s a g r e spesso attirano in città anche i forestieri. L'esposizione di piante e fiori rari, o Mostra della Minerva, si svolge a metà aprile e collega la flora moderna allo storico Giardi- no della Minerva. Questo giardino botanico collinare risale al periodo medievale, quando Salerno era venerata per la sua scuola di medicina - la più importante d'Europa all'epoca - e le erbe del giar- dino potevano essere coltiva- t e e s t u d i a t e p e r l e l o r o potenziali proprietà terapeu- tiche e curative. Oggi è possi- bile visitare i giardini. La primavera offre anche la possibilità di assistere alle r i e v o c a z i o n i m e d i e v a l i durante la Fiera del Croci- fisso. L'evento racconta la storia della leggenda locale di Pietro Barliario, medico e alchimista salernitano spe- cializzato in arti magiche alla fine dell'XI secolo. Un giorno, due suoi nipoti trovarono i libri di negromanzia di Bar- liario, iniziarono a giocare con la magia nel suo labora- torio e poco dopo furono tro- vati morti. Barliario si sentì c o s ì i n c o l p a c h e p r e g ò davanti al crocifisso nella chiesa di San Benedetto e, dopo tre giorni di preghiera, Gesù aprì gli occhi come per p e r d o n a r l o . L u i d e d i c ò i l resto della vita alla fratellan- za. Sebbene l'esistenza di Barliario sia ancora oggetto di d i b a t t i t o , o g n i m a g g i o l a gente del posto si riunisce nel centro della città per celebra- re il miracolo della croce. E se si programma una sosta a Salerno per le vacanze di dicembre, si potrà assistere alle Luci d'Artista, una serie di installazioni luminose che scintillano in tutta la città e cambiano ogni anno secon- do un nuovo tema. Si può prenotare un sog- giorno a Salerno principal- mente per la comodità di tra- g h e t t a r e s u l l a C o s t i e r a Amalfitana. Ma dopo aver assorbito l'energia rilassante, la vista sul mare e sulle mon- tagne dal lungomare della città, i visitatori rimarranno affascinati e vorranno dedica- re più tempo a questa parte della Campania autentica e ricca di carattere. "Spesso viene scelta per la sua posi- zione centrale", afferma De Vita. "Ma chi viene a vivere Salerno e la sua gente non può fare a meno di tornare, perché c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire". Una "zizzona di Battipaglia," formaggio tipico della zona di Salerno (Photo: Francesco Lorenzetti/Dreamstime) e uno scorcio del Giardino della Minerva, a Salerno (Photo: Giambattista Lazazzera\Dreamstime) Salerno: una perla che esce dal suo guscio GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO

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