L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-9-2023

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www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 9 MARZO 2023 L o n t a n o d a l l a c a c o f o n i a d e i turisti, dai caffè a f f o l l a t i e d a i negozi che vendo- no di tutto, si nasconde un pezzo quasi dimenticato della ricca e affascinante storia di Amalfi. Una lunga salita che dal livello del mare risale lungo Via San Lorenzo, con- duce al meraviglioso Duomo di Amalfi, alle facciate color p a s t e l l o d e i n e g o z i e a i numerosi vicoli laterali che attirano i curiosi. La salita si ferma e culmina in quella che sembra una tranquilla zona residenziale lungo Via delle Cartiere. Se il nome della via non è già un indizio sufficiente, una semplice insegna su un edifi- cio ricoperto di viti, con la scritta Museo della Carta, rende evidente la storia di questo tranquillo quartiere. Dietro l'umile porta di legno s i n a s c o n d e u n t u f f o n e l mondo della produzione arti- gianale della carta, che non è cambiato rispetto agli albori, secoli fa. Ospitato in un'anti- ca cartiera del XIII secolo, il museo è una vera e propria macchina del tempo. Le visi- t e g u i d a t e p e r m e t t o n o d i conoscere un'industria che è stata una parte vitale di ciò che ha reso l'antica Repub- blica Marinara di Amalfi epicentro del commercio, del potere e della ricchezza. Sebbene Amalfi sia stato il primo centro di produzione della carta in Italia, il borgo marinaro non può prendersi il merito di aver introdotto questo mestiere. Essendo una delle Repubbliche Mari- n a r e p i ù p o t e n t i d ' I t a l i a durante il Medioevo, i vasti scambi commerciali di Amal- f i p o r t a r o n o a u n ' a m p i a esposizione a varie culture. Grazie al contatto frequente con i commercianti arabi, che avevano imparato la fabbri- cazione della carta dai cinesi, gli artigiani locali acquisiro- no la padronanza del proces- so. Non ci volle molto perché gli intraprendenti Amalfitani si rendessero conto che la carta fosse un bene prezioso. Una solida economia com- merciale richiedeva contratti, e i contratti richiedevano carta. Perché non evitare i rischi dell'importazione da terre lontane e produrla in casa? Il fiume Canneto sgorga v i g o r o s o d a l l e m o n t a g n e verso il mare appena sopra Amalfi, una risorsa perfetta per alimentare i mulini e for- nire l'acqua necessaria per la p r o d u z i o n e d e l l a c a r t a . Numerosi mulini apparvero presto sparsi lungo il Can- neto, dove scavava la dolce valle sopra Amalfi. La Valle dei Mulini sostenne un'in- dustria vivace che sfornava la Charta Bambagina, la carta di alta qualità diffusa ad Amalfi. Non passò molto tempo prima che i dignitari, compreso il Papa, in tutta l'I- talia meridionale iniziassero a usare questa carta superio- re per i documenti legali e la corrispondenza. Man mano c h e l a c a r t a d i A m a l f i s i diffondeva in tutto il mondo, la popolarità e la domanda del prodotto aumentavano. L'eredità cartaria di Amal- fi è letteralmente una storia che va dagli stracci alla ric- chezza. Le origini del metodo della bambagina, che pre- vede l'uso di stracci per crea- re la carta, si devono all'acuta osservazione di un ministro cinese nel 105 d.C. T s ' a i L u n notò che quando gli indumenti venivano sbattuti durante la pulizia, piccole f i b r e v e n i v a n o r i l a s c i a t e nell'acqua di lavaggio. Quan- do le fibre si riunivano nel- l'acqua torbida, si rappren- devano tra loro creando un p r o d o t t o c h e , u n a v o l t a asciugato, era ideale per la scrittura. Con un po' di atten- zione, Lun sviluppò un meto- do preciso per creare carta dagli stracci di stoffa: un nuovo paradigma che sosti- tuiva il papiro era entrato nel mondo. F o r t e d i q u e s t o k n o w - how, l'industria amalfitana si sviluppò attorno a un siste- ma meccanico alimentato idraulicamente dall'acqua del f i u m e . E n o r m i m a z z e d i legno pestavano violente- m e n t e a p p o s i t i s t r a c c i d i cotone, canapa e lino in una poltiglia chiamata "pasta integrale". Immersa in un'enorme vasca foderata di tegole e riempita di acqua e agenti leganti, la pasta veniva rigo- rosamente mescolata con una grande pala di legno fino a quando non diventava un i m p a s t o o p a c o . A q u e s t o punto era pronta per la fase successiva. Piccole palette di fine rete metallica con il mar- c h i o d e l p r o d u t t o r e , i l " w a t e r m a r k " o f i l i g r a n a , venivano saldamente inserite t r a t e l a i d i l e g n o e p o i immerse e fatte roteare sin- golarmente nell'emulsione in modo quasi coreografico. Dopo pochi istanti, il pallet e il suo contenuto venivano sollevati con cura. Apparen- t e m e n t e p i ù s i m i l e a u n pasticcio molliccio, il prodot- to risultante veniva poi posto tra feltri di lana, liberato dall'acqua in eccesso sotto la stretta di una potente pressa a vite e appeso ad asciugare. Il risultato: una carta morbi- da e finemente strutturata, ideale per l'inchiostro e la pit- tura. I mulini di Amalfi hanno prodotto bambagina per centinaia di anni e la sua qua- lità e desiderabilità sono state oggetto di leggende. Il cam- biamento, però, è inevitabile e c o s ì è a r r i v a t o . I l 1 7 0 0 segnò l'avvento dell'utilizzo della pasta di legno per crea- re la carta, un processo sem- p l i f i c a t o c h e d i m i n u ì l a richiesta della carta da strac- ci. Il secolo successivo portò l'era industriale e forse il c o l p o d i g r a z i a a l l ' a m a t a industria amalfitana. Nono- stante la loro efficienza e i n g e g n o s i t à , l e c a r t i e r e medievali non riuscirono a tenere il passo con la produ- zione rapida e meno costosa resa possibile dall'automazio- ne. Anche se la produzione di Amalfi è diminuita nel corso degli anni, non è mai scom- parsa del tutto grazie alla tenacia del Sud Italia e al valore della tradizione. Nel 1954, Amalfi contava 16 cartiere ancora in piedi nella Valle dei Mulini, molte delle quali continuavano a gestire produzioni su piccola scala. Quell'anno, però, una devastante alluvione cambiò letteralmente il paesaggio. Quando le macerie furono rimosse, rimasero solo tre cartiere. La tradizione carta- ria artigianale, però, non poteva essere spazzata via così facilmente e oggi conti- nua a vivere grazie a due famiglie locali le cui radici sono profondamente radicate nella tradizione cartaria. Entrando nella Cartiera Amatruda, situata in via delle Cartiere, si potrebbe pensare, a parte l'abbiglia- mento moderno degli artigia- ni, di aver fatto un salto nel 1500. I rumorosi fruscii e ronzii degli antichi macchi- nari continuano a produrre bambagina proprio come hanno fatto per centinaia di anni sotto gli occhi vigili della famiglia Amatruda. Le loro creazioni artigianali e il loro amore per la tradizio- ne continuano a fornire ad Amalfi e al mondo La Carta di Amalfi, un prodotto ambi- to per inviti formali, cancelle- ria, pittura o semplicemente per la gioia di un oggetto di ottima fattura. Per un'esperienza diretta, non si può perdere il già cita- to Museo della Carta. Fon- d a t o n e l 1 9 6 9 d a N i c o l a Milano per preservare la storia della sua famiglia e di Amalfi, il museo vivente pre- senta macchinari di 500 anni fa che funzionano ancora con il flusso del fiume Canneto. Le visite guidate consentono un'immersione totale nel processo produttivo dall'ini- zio alla fine. Chi non ha pro- blemi a infilare le mani nella "pasta integrale" può anche fare un foglio di carta! È un viaggio affascinante osserva- re gli elementi di legno cesel- lato, pietra e stoffa che si armonizzano per creare un prodotto di lusso. Alla fine, un negozio di souvenir ben fornito permette di portare a c a s a l a p r o p r i a s e l e z i o n e della storia di Amalfi. Dagli stracci alla ricchezza: ad Amalfi continua a vivere l'antica pratica della fabbricazione della carta Un momento della preparazione della carta (Photo: Veronica Popova/Shutterstock) HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI

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