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GIOVEDÌ 9 MARZO 2023 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | 13 G r a n p a r t e d e l nostro patrimo- n i o e d e l l e nostre antiche tradizioni sono associate a momenti specifici del calendario liturgico: un tempo, infatti, la religione e il naturale scorrere delle stagioni erano tutto ciò che serviva a tenere il conto dei g i o r n i e d e i m e s i . C o m e m o m e n t o d i r i f l e s s i o n e e meditazione che porta alla Pasqua, la più importante festività cristiana, la Quare- sima è sempre stata ricca di eventi, anche se era - ed è tut- t o r a , p e r c h i c r e d e - u n momento in gran parte dedi- cato alla contrizione e alla preghiera. Oggi le pratiche religiose non sono più così preponde- ranti come un tempo, ma le abitudini e le tradizioni qua- resimali rimangono. Per esempio, molti italiani s i a s t e n g o n o a n c o r a d a l mangiare carne durante la Q u a r e s i m a , o a l m e n o n e i venerdì di Quaresima. L'idea d i r i n u n c i a r e a l l a c a r n e durante i 40 giorni che prece- dono la Pasqua si collega a q u e l l a d i d e d i c a r e q u e s t o tempo all'attenzione spiritua- le piuttosto che a quella fisica: l'astensione dal consumo di carne è citata già nell'Antico Testamento come strumento di penitenza perché la carne era considerata una preliba- tezza. Rinunciarvi durante la Quaresima simboleggiava il nostro desiderio di purificarci attraverso la meditazione e di essere pronti per un nuovo inizio. Ma ciò che forse è più interessante per noi oggi è la forma che i venerdì senza c a r n e a s s u m e v a n o s u l l e nostre tavole: a casa mia, i venerdì di Quaresima erano all'insegna dei piselli con uova sode, tonno e salsa di pomodoro, dello stoccafisso con patate e olive o con patate e pomodori, o delle uova stra- pazzate con pomodori e basi- lico, servite con abbondante pane. Tipica delle zone mon- t a n e d ' I t a l i a e r a a n c h e l a polenta concia, una calda polenta arricchita con burro e formaggio. In Sicilia, la pasta con le sarde è un must del venerdì. A proposito di pasta, in Puglia c'era l'abitudine di non grattugiarci sopra il for- m a g g i o d u r a n t e l a Quaresima. Questo non signi- ficava, però, che non si usasse la grattugia per 40 giorni: al posto del parmigiano o del pecorino, si ricoprivano gli spaghetti o le penne con la mollica di pane, che ovvia- mente bisognava preparare trasformando il pane raffer- mo in briciole. Così, il merco- ledì delle ceneri, i pugliesi p r e n d e v a n o l a g r a t t u g i a , usata tutto l'anno per grattu- giare formaggi deliziosamen- te saporiti, e ci passavano sopra una fiamma per pulir- la: un gesto che simboleggia- va l'azione purificatrice della Quaresima sull'anima delle persone, proprio come quella del fuoco sugli oggetti. La grattugia, ormai purificata, poteva poi essere usata per fare il pangrattato per tutta la pasta che si mangiava duran- te la Quaresima. Alcune delle nostre tradi- zioni sono decisamente più teatrali di altre. In molte parti d'Italia, soprattutto al Sud, la Quaresima è spesso rappresentata da una gran- d e b a m b o l a d i p e z z a , vestita come una donna a n z i a n a e a d o r n a t a d i gioielli fatti con frutta secca e noci. Chiamata affettuosa- mente - o forse non tanto - la Vecchia, il manichino strac- ciato viene spesso dato alle fiamme come atto di purifica- zione comunitaria. La tradi- zione in sé, come molti di voi avranno già notato, affonda l e s u e r a d i c i n e l p a s s a t o pagano della penisola, quan- do i simboli della stagione fredda venivano distrutti e purificati con il fuoco, per preparare la terra e la comu- nità all'arrivo della primave- ra. In effetti, rituali del fuoco come questi sono comuni anche all'inizio dell'anno. Nel paese di Irsina, in provincia di Matera, in Basilicata, sette b a m b o l e v e s t i t e d i n e r o fanno la loro comparsa in giro per il paese, e una scom- pare ogni domenica fino a Pasqua. Nel Salento, la vec- c h i n a è c o n o s c i u t a c o m e C a r e m m a ( d a l f r a n c e s e Carème, Quaresima): tiene nella mano destra un filo e un fuso e nella sinistra un'a- rancia con sette piume infila- te, ognuna per ogni domeni- ca da allora a Pasqua. Alla fine di ogni settimana, una piuma viene tolta e, con essa, anche una frazione del dolore e d e l l a s o f f e r e n z a d e l l a comunità. Molti storici asso- c i a n o l a f i g u r a d e l l a C a r e m m a a l l e a n t i c h e Oscilla romane, già citate da Virgilio nelle sue Georgiche, statuette di cera che veniva- n o a p p e s e a g l i a l b e r i p e r ottenere la protezione degli dei sui raccolti. Altri, invece, pensano che ricordi molto Clotho, una delle tre Parche - o Parcae per dirla in latino - il cui compito era quello di filare il filo della vita umana dalla sua conocchia al suo fuso. A Napoli, l'inizio della Q u a r e s i m a e r a u n t e m p o s e g n a t o d a l C a r n e v a l e a cavallo della Vecchia, dove il Carnevale era rappresentato da un Pulcinella con lunghe gambe finte, seduto sulle spalle di una donna anziana, la Quaresima. La figura cam- minava per le strade della città e ballava goffamente, a simboleggiare le fatiche della penitenza tipica di questo periodo dell'anno. L'idea era quella di rappresentare la lotta di ciascuno contro il peccato e il male; il tutto era simile a una pantomima tea- trale itinerante o a una com- media dell'arte. Infine, ma non per questo meno importante, vorrei cita- re un evergreen, l'abitudine d i f a r e u n f i o r e t t o p e r l a Quaresima. La parola "fioret- to" significa letteralmente "fiorellino" anche se non la sentirete mai usare in questo s e n s o . I l t e r m i n e d e r i v a dall'Actus Beati Francisci et Sociorum Eius di Ugolino da Brunforte, noto in ita- liano come I Fioretti di San Francesco, un testo del XIV secolo dedicato alla vita di San Francesco d'Assisi e dei suoi discepoli. I fioretti sono piccoli sacrifici che decidia- m o d i f a r e d u r a n t e l a Quaresima, per dimostrare il nostro impegno nel migliora- mento personale e spirituale. I fioretti più tipici riguardano di solito il cibo o tutto ciò che riteniamo di concederci trop- po: in cima alla lista ci sono di solito le caramelle e il cioc- colato, seguiti da vicino da caffè e bibite gassate. Alcuni cercano anche di smettere di dire parolacce. Una volta ho r i n u n c i a t o a l c a f f è p e r l a Quaresima: credo fosse il 2017 e ho ancora gli incubi per quei 40 giorni senza caf- f e i n a . L ' u l t i m a s e r a d i Quaresima ho aspettato con a n s i a l a m e z z a n o t t e e m i sono preparata un espresso prima di andare a letto. Una vecchia illustrazione de "Il Carnevale a cavallo della Vecchia," con Pulcinella a cavalcioni di un'anziana donna (Copyrighted work available under Creative Commons agreement. Wellcome Collection Gallery. CC-BY 4.0) L'Italia e il suo strano rapporto con la Quaresima SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI