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29 GIOVEDÌ 9 MARZO 2023 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | " A l l a f i n e , q u e s t o spettacolo parla di cambiamenti per- sonali, culturali e g e n e r a z i o n a l i . I n particolare, parla del corag- gio di cambiare". L'attrice, drammaturga, produttrice e doppiatrice italo-canadese Dina Mor- rone è entusiasta di presen- tare il nuovo spettacolo da lei scritto e prodotto, Moose on the Loose, una commedia su una famiglia italiana e un alce canadese. Di cosa parla questa com- media? E perché un alce è in libertà? "Quando un alce in libertà arriva in città con in mano una birra canadese Molson e rimane incastrato nel camper del vicino polac- co, quattro generazioni di una famiglia di immigrati italo-canadesi si rendono presto conto che l'alce non è l'unico a essere bloccato, straniato e confuso". Spiega l'autrice. Diretto da Peter Flood, lo spettacolo debutterà il 14 aprile al Theatre West di L o s A n g e l e s e r e s t e r à i n scena fino al 21 ottobre. "Ho visto l'alce in libertà come una perfetta metafora degli sfollati. L'alce è sfollato. Gli indigeni sono sfollati. Gli i m m i g r a t i i n u n a n u o v a terra si sentono sfollati. E i b a m b i n i n a t i d a g e n i t o r i immigrati si sentono confusi e sfollati e non sanno quale sia il loro posto. E a volte non si può tornare a casa u n a v o l t a f a t t o i l g r a n d e p a s s o , p e r c h é q u a n d o s i torna, tutto è cambiato, non s o l o i l l u o g o m a a n c h e i l p r o p r i o s t a t o d ' a n i m o . E allora, qual è il tuo posto, e c h i d e c i d e q u a l è i l t u o posto?", conclude l'attrice, che è nata a Thunder Bay, r e m o t a c i t t à d e l l ' O n t a r i o settentrionale situata sulla punta nord-occidentale del Lago Superiore. Dina, quando ha ini- ziato a scrivere Moose on the Loose e come è nato? Nel 2010 ero al telefono con mia madre, Angelina, che parla un inglese stentato con un forte accento italia- n o . S t a v a m o p a r l a n d o d i terremoti, smottamenti e incendi a Los Angeles. Mia m a d r e d i s s e : " B e h , q u i nell'Ontario settentrionale non dobbiamo preoccuparci di questi disastri naturali. Fa freddo e c'è molta neve, il massimo che può succedere è c h e u n a l c e e s c a d a l l a boscaglia". Ho pensato che fosse divertente. Mi disse che qualche giorno prima un alce di grandi dimensioni era uscito dalla boscaglia dall'altro lato della strada e si era spinto nel cortile del suo vicino polacco, dove era rimasto incastrato in un pic- colo camper. La situazione aveva suscitato un certo cla- more nel quartiere e aveva f a t t o n o t i z i a . M i o p a d r e disse che l'alce era nel posto sbagliato e non apparteneva alla città. Io sostenevo che l'alce era nel posto giusto e che noi eravamo nel posto sbagliato. E che l'uomo si è trasferito in questi luoghi remoti, ha costruito case su terreni un tempo popolati dalla natura, dalla fauna sel- vatica e dalle popolazioni indigene, e ha spinto i gran- di animali della foresta fuori dal loro habitat naturale. Così, quando un alce si aggi- r a n e l l a n o s t r a z o n a d e l bosco, lo fa perché un tempo e r a c a s a s u a . E p p u r e o r a l ' a l c e v i e n e f a t t o s e n t i r e come se si trovasse nel posto sbagliato. Come è stata influen- zata la sua educazione e quanto c'è della sua vita in questo spettacolo? Questo spettacolo non è autobiografico. Ma è chiaro che c'è molto di me e della mia famiglia, e ci sono molte somiglianze. Ma in definiti- v a , l a c o m m e d i a p a r l a d i tutte le famiglie di immigra- t i c h e h o c o n o s c i u t o c r e - s c e n d o n e l l a m i a p i c c o l a città. È la loro storia quanto l a m i a . S o n o c r e s c i u t a i n Canada da genitori italiani di prima generazione che avrebbero dovuto rimanere in Canada solo per cinque anni. Questo era il piano. Ma a volte i piani non vanno s e m p r e c o m e s i s p e r a v a . Comunque, sono cresciuta in Canada e tutti i genitori d e i m i e i a m i c i p a r l a v a n o con un accento molto mar- cato, sia che fossero italiani, tedeschi, croati, francesi, scozzesi, ecc. E tutti i miei amici parlavano un'altra lin- gua. Era bellissimo sentire tutte queste lingue e questi accenti. Quindi, anche se e r a v a m o c u l t u r a l m e n t e d i v e r s i , a b b i a m o v i s s u t o esperienze molto simili. Per quanto riguarda l'aspetto della mia vita che possiamo ritrovare nello spettacolo, beh, il personaggio di Gina è in un certo senso basato su di me. L o s p e t t a c o l o è u n ensemble di 12 attori, m e n t r e T h e I t a l i a n i n Me è uno spettacolo da solista. In che modo è s t a t o d i v e r s o p e r l e i scrivere uno spettacolo con un solo personaggio r i s p e t t o a u n o c o n 1 2 persone? Quando ho iniziato a scri- vere questa commedia, ho pensato: "Come posso fare u n o s p e t t a c o l o d a s o l a e interpretare tutti i perso- naggi?". Adoro fare spetta- coli da solista! Ma mentre continuavo a lavorarci, ho pensato: "Oh no, è troppo divertente. Devo aggiungere tutti gli attori che interpre- tano questi ruoli e osservare le dinamiche della storia". Sono una narratrice e amo condividere. In uno spetta- colo teatrale, devo affidarmi a d a l t r e p e r s o n e p e r t r a - s m e t t e r e l e m i e p a r o l e , mentre in uno spettacolo da solista, tutto ruota intorno a me e ai personaggi che ho in testa, interpretandoli nel modo in cui scelgo di inter- pretarli. Per me è molto più stressante guardare i miei spettacoli teatrali che essere in scena con i miei assoli. In una delle recensio- ni ho letto che è come una versione italiana de I l m i o g r o s s o g r a s s o matrimonio. È d'accor- do con questa afferma- zione e, se sì, perché? Sono lusingata dal com- m e n t o e d a l p a r a g o n e d i quel recensore. Sì, il mio spettacolo parla di famiglia e di differenze culturali tra generazioni. Parla di tradi- zioni e usanze che non sem- brano rilevanti per i ragazzi nati in America, eppure i nonni e i genitori cercano di tenerle strette. Ma nella mia opera non c'è un grosso e grasso matrimonio greco. E non c'è nemmeno un matri- m o n i o i t a l i a n o . M a s ì , l a famiglia, l'amore e le risate sono tutti presenti. Cosa deve aspettarsi il pubblico dallo spettaco- l o ? Q u a l e m e s s a g g i o vorrebbe che la gente ne traesse? Il pubblico può aspettarsi divertimento. Di ridere e anche di commuoversi. È uno spettacolo che tutta la famiglia può vedere. Ed è uno spettacolo a cui la mag- gior parte di noi si può rife- rire perché parla di "fami- glia". Ho scelto di scrivere ciò che conosco e di farne una famiglia italiana, ma ho a v u t o p e r s o n e d i t u t t e l e etnie che mi hanno detto che questa è anche la loro storia. Un uomo che usciva dal t e a t r o d o p o a v e r v i s t o l o spettacolo mi ha detto che questa era la sua storia. Gli ho chiesto di quale parte d'I- talia fosse. Mi ha risposto: "No, vengo dall'Iran, questa è proprio la mia esperienza". Dina Morrone (Photo: John Cole) Moose on the Loose: una storia di immigrati italiani LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES