L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-23-2023

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GIOVEDÌ 23 MARZO 2023 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Continua da pagina 5 NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ C universale, una schiava stra- niera, e per di più di un popo- lo che si considerava selvag- gio, ai confini del mondo e della Storia? All'inizio, cerca- vo di dimostrare a me stesso che quella schiava non era la madre di Leonardo: avevo paura delle conseguenze. Ho ricominciato la ricerca, su tutti i nomi che comparivano in quel documento, e poi, come un filo in un labirinto, s u t u t t i i n u o v i n o m i c h e emergevano, e alla fine mi sono dovuto arrendere: era lei, la madre di Leonardo. Quanto sono durate e perché ha scelto di rac- contare una verità stori- ca in un romanzo? Le ricerche negli archivi e nelle biblioteche, in Italia e all'estero, sono state interrot- te dalla pandemia agli inizi del 2020. Avevo già trovato quasi tutto, ma restavano alcuni anelli mancanti. Ho cercato di scrivere qualcosa in forma accademica, ma non ci sono riuscito. Era una sto- ria troppo grande, bella, ter- ribile, perché in gran parte è la storia di un atto di violen- za, la schiavitù. Nell'autunno del 2020, in tre-quattro mesi, ho scritto questo libro, lavo- rando giorno e notte, come in un sogno. Era come se mi dovessi liberare della storia c h e m i t e n e v o d e n t r o , i n segreto, scrivendola. Sentivo che Caterina doveva essere 'liberata', di nuovo. E sentivo, con angoscia, che è una storia purtroppo attuale: la storia di migliaia, di milioni di esseri umani che oggi soffrono la schiavitù, lo sfruttamento, la violenza. Solo la forma lette- raria della fiction, basata sulla verità storica, poteva comunicare, in modo imme- diato e forte, questo messag- gio. O r a c h e C a t e r i n a è d i nuovo libera, mi sento più libero anch'io: e, per tran- quillizzare i miei colleghi accademici, ho finito e conse- gnato un nuovo libro, la "Vita di Leonardo. Il figlio di Cate- rina", che uscirà tra pochi mesi, con tutti i documenti, le note e la bibliografia. Il valore scientifico e storico della sua scoperta è fondamentale ma cosa s i g n i f i c a s a p e r e q u a l i sono state le origini fami- liari di Leonardo? Come aveva intuito Freud, è nelle origini familiari che si trova la chiave di tutto quello c h e a p p a r e e n i g m a t i c o e misterioso dell'opera di Leo- nardo, e anche di tutti gli ele- menti che sono sempre stati visti nella sua opera. Lo spiri- to di libertà nella ricerca scientifica e intellettuale, che n o n l o f a c e v a f e r m a r e d i fronte a nessuna barriera e nessuna autorità: e quale poteva essere il desiderio supremo di sua madre, che era una schiava, se non la libertà? E poi, l'amore per la natura e gli animali, l'imma- ginazione creatrice, il disegno ... Leonardo si sentiva libero e universale perché conosce- va la storia di sua madre, anche se non poteva raccon- tarla a nessuno. Sapeva di non appartenere a una sola famiglia, a una sola comu- nità, a una sola cultura o civiltà. Il suo orizzonte si apre all'infinito, all'intera umanità. Il mito si avvale spes- s o d e l m i s t e r o e n o n sapere cosa si nasconde nel sorriso così enigmati- co dipinto da Leonardo, ha reso la Gioconda l'o- p e r a p i ù p o p o l a r e a l mondo. Togliere la polve- re della storia, svelare i segreti di Leonardo può paradossalmente accre- scerne il fascino? Secondo me sì, perché il mito continua a esistere. Noi abbiamo anche bisogno del mito, del sogno, dell'immagi- nazione. La Storia, i docu- menti, non ci dicono tutto, ma solo una parte: una picco- la parte. Oltre la superficie delle cose, si apre il mistero della vita e dell'esistenza, e q u e s t o v a l e a n c h e p e r l e grandi figure del passato. Abbiamo bisogno di credere in qualcosa, in un messaggio di speranza, e, perché no, anche in un sorriso: che sia di Caterina o di monna Lisa, non importa. È un sorriso che ci conforta nella vita, che c i d i c e : a n d i a m o a v a n t i , nonostante tutto quello che c ' è d i b r u t t o n e l m o n d o . Come diceva Dostojevskij, è l a b e l l e z z a c h e s a l v e r à i l mondo. Sebbene sia storica- mente impropria come definizione (visto che nel Rinascimento non c'era l'Italia come la pensiamo ora), Leonardo è un sim- bolo dell'italianità all'e- stero. Cosa significa que- sta scoperta? Metterà in discussione l'associazio- n e L e o n a r d o = I t a l i a ? Rischiamo di considerar- lo meno "nostro"? Forse di perdere un simbolo? Io credo tutto il contrario. Caterina all'inizio della sua esistenza non era 'italiana', ma poi lo è certamente diven- tata, e alla grande, vivendo nel nostro paese, radicandosi nella bella comunità di Vinci. È a F i r e n z e e a V i n c i c h e riconquista la sua libertà e la s u a d i g n i t à d i d o n n a e d i essere umano. La storia di Caterina e di suo figlio ci insegna che la vera grandezza dell'Italia e della sua cultura è stata nei millenni quella di essere un ponte nel Mediter- raneo, un punto d'incontro e di incrocio dei popoli e delle culture, mercanti, artisti, poeti, ma anche lavoratori ed emigranti e povera gente, che forse non ha pari in nessun altro posto del mondo. Altro che 'nazionalismo'. Questa è una 'italianità' di cui essere veramente orgogliosi. E que- sto è un bellissimo messaggio anche per il presente. Posso anche scherzare un po'? Una delle caratteristiche d i n o i i t a l i a n i è l ' a m o r e immenso per la mamma: e in questo Leonardo è un super- italiano. Sapere che era figlio di due culture e due etnie rende Leonardo molto più vicino al mondo glo- bale di oggi (sebbene il mondo antico fosse più interculturale di quanto non crediamo). Questo lo renderà forse meno lon- tano ma più simile a noi, p i ù c o m p r e n s i b i l e e attuale? A s s o l u t a m e n t e s ì , e i n fondo, è la storia di molti di noi. È la storia vera dell'uma- nità. Anche io, che sono nato a Napoli, ho una mamma di Trieste, figlia di una donna slovena e di un papà mezzo tedesco. Il libro è dedicato a lei. La madre di mio padre era un'ebrea veneta, e tutta una parte della nostra fami- g l i a è a r r i v a t a n e g l i S t a t i Uniti più di cento anni fa, e oggi vive soprattutto a Long Island, New York. G l i i t a l o a m e r i c a n i sono figli di due mondi. Come Leonardo hanno D n a , l i n g u a , c u l t u r a " m i s t e " . I l " g e n i o " s i n a s c o n d e q u a n d o c ' è contaminazione? Non possiamo dire come nasce il 'genio', anche questo è uno dei misteri della vita. Ma possiamo essere certi che dove c'è movimento lì c'è vita, e dove le cose si mesco- l a n o e n o n s t a n n o f e r m e , come le idee e l'immaginazio- ne, lì può nascere qualcosa di nuovo, un'illuminazione, una visione, e a chiunque potreb- be accadere di vedere o di scoprire o di inventare qual- cosa che nessun altro ha mai visto o fatto prima: come a c c e n d e r e i l f u o c o , c o m e costruire una ruota, come volare nel cielo. Lei ha dedicato gran parte dei suoi studi alla personalità così affasci- nante e multisfaccettata d e l g e n i o d e l R i n a s c i - mento. Perché, secondo lei, Leonardo interessa ancora così tanto e cosa può insegnare al mondo di oggi? La fascinazione globale per Leonardo ha origini anti- che, e di solito l'interesse della gente si focalizza solo su alcuni elementi mitici', come ad esempio il famoso sorriso di monna Lisa; oppure sui temi del mistero, dell'enigma, c o m e i l C o d i c e d a V i n c i . Secondo me, invece, Leonar- do, più che misteri ed enigmi, può e deve insegnare oggi delle cose importantissime: lo spirito della ricerca, libera da ogni pregiudizio e tesa solo alla verità; l'amore per la natura, per la vita, per la bel- lezza del creato. E ora, anche la sua vita ci può insegnare qualcosa. E non è solo lui a farlo. È anche Caterina, che a me piace ricordare non solo e non tanto come madre di Leonardo, ma nella sua auto- nomia di donna e di persona, perché lei, anche se non fosse stata la madre di Leonardo, è stata comunque un'eroina, una ragazza e una donna che ha sofferto tanto ma ha lotta- to e ha vinto, un simbolo di libertà e di speranza per il mondo di oggi. Il mio libro, lo ripeto, non è un libro su Leonardo: è la storia di Cate- rina. Vecce dice che "Leonardo si sentiva libero e universale perché conosceva la storia di sua madre. Sapeva di non appartenere a una sola famiglia, a una sola comunità, a una sola cultura o civiltà. Il suo orizzonte si apre all'infinito, all'intera umanità" Carlo Vecce (sopra), filologo e studioso specializzato nella figura di Leonardo (Photo: Ufficio Stampa Giunti Editore)

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