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GIOVEDÌ 20 APRILE 2023 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT Napoli ha recuperato Osimhen, il suo eccezionale bomber. In virtù del fattore campo favorevole, i partenopei si presentavano con- vinti di poter ribaltare la sconfit- ta di misura patita all'andata. Ancora una volta - per forza di cose, visto il risultato - gli uomi- ni di Spalletti sono partiti molto forte, assaltando il Milan arroc- cato a protezione dei propri 25 metri. Rispetto alla gara di San Siro, però, i partenopei non sono riusciti a costruire occasioni pericolose. Il possesso palla degli azzurri è stato altissimo, ma sterile: il Milan ha imbriglia- to il Napoli come riuscito a pochissime altre squadre in que- sta stagione. Certo, la prestazio- ne degli uomini 'difensivi' del Milan è stata quasi perfetta, ma molto deve essere ascritto alle scelte tattiche operate da Pioli: i rossoneri hanno cominciato a difendere sulla trequarti avversa- ria, con Giroud e 4 centrocampi- sti in linea a fare da schermo contro l'avvio di azione del Napoli. La strategia del Milan è con- sistita nel concedere campo, Leao e Kvaratskhelia: quando dueali sinistre fanno la differenza STEFANO CARNEVALI impedendo una prima costruzio- ne pulita all'avversario. Nella propria metà campo, invece, Pioli ha scelto di difendere basso e stretto, chiudendo ogni spazio e - soprattutto - non dando mai ad Osimhen la possibilità di scattare nella profondità (che nello stretto, è molto meno deva- stante). La manovra azzurra si è così reiteratamente infranta sulla 'muraglia' rossonera, trovando per lo più sfogo in innocue con- clusioni dalla distanza e in cross ben controllati dai centrali rosso- neri. Dopo l'uscita di Politano (che aveva cominciato molto bene) per infortunio, il fulcro delle azioni d'attacco del Napoli è diventato il solo Kvara. L'ala georgiana ha toccato tantissimi palloni e ha più volte provato a 'sfondare' sulla sinistra. Il 77, però, non vive un momento di grande brillantezza e - complice la grande prestazione di Calabria (sempre coadiuvato ora da Krunic, ora da Bennacer) - solo di rado è stato pericoloso. Come all'andata, l'improvviso accen- dersi di Leao ha cambiato la par- tita: la sua prima accelerazione (21') ha permesso al Milan di conquistare un calcio di rigore e, CONTINUA DA PAG. 38 L e due ali sinistre di Milan e Napoli sono state deter- minanti per il quarto di finale tutto italiano di Champions League. Visto il loro rispettivo impatto sulle squadre e il fatto che ricoprano il medesi- mo ruolo, è abbastanza naturale paragonarli. In realtà, l'approc- cio alla partita dei due eclettici esterni offensivi, non potrebbe essere più diverso. LA LEGGEREZZA DI LEAO - Leao si attiva molto più di rado, rispetto al collega napo- letano: spesso, durante una parti- ta, pare 'ciondolare' per il campo, senza dare l'impressione di essere realmente connesso con la squadra. Quando è in queste 'fasi', anche le giocate più ele- mentari, gli risultano difficoltose e la sua indolenza pare inter- minabile. Poi all'improvviso, quando capisce di avere lo spazio giusto e il suo istinto gli suggerisce che è il momento della riscossa, Leao si trasforma in un atleta inarrestabile che a velocità pazzesche 'spacca' la difesa avversaria penetrando dal lato sinistro dell'attacco rossonero con facilità disar- mante. Quando parte in queste micidiali progressioni, il suo volto, nello sforzo, è caratteriz- zato da un sorriso: il simbolo di questo calciatore così devastante, ma anche incostante, che sembra non prendere quasi nulla sul serio, dando spesso la sensazione che avrebbe potuto dare un con- tributo maggiore. Non è un caso che, anche dopo le sue acceler- azioni migliori, Leao pecchi in rifinitura, vanificando azioni altrimenti memorabili con ecces- si di leggerezza. LA GRAVITÁ DI KVARATSKHELIA - Dall'altra parte c'è Kvaratskhelia, con il suo volto incavato, la barba lunga e i gran- di occhi sgranati. Sembra essere stato preso di peso da un roman- zo russo dell'800 e impersonare una gravità coscienziosa che pare agli antipodi dello stile di Leao. Anche il gioco del georgiano si muove coerentemente con questa 'apparenza': Kvara tocca tantissimi palloni, vuole essere importante, sente su di sé la responsabilità della squadra. I suoi tocchi sono ripetuti, i drib- bling sono evoluzioni tecniche, prima che 'strappi' atletici'. Le rifiniture sono preziose cesella- ture che, per importanza, non sono assolutamente inferiori alla fase preparatoria (come avviene invece nella maggior parte delle giocate di Leao). A Kvara piace sfruttare i movimenti dei compagni ma, quando questi non avvengono nei tempi giusti, il georgiano non si sottrae alle responsabilità, facendosi carico di ispirare - con i suoi uno contro uno - l'intera manovra offensiva del Napoli. SFIDA - Giudicare in assolu- to chi sia meglio tra Leao e Kvara è francamente impossi- bile: troppo differente l'effettivo approccio alle partite, ancora troppo giovani le carriere per avere dati sufficienti ad emettere un verdetto. Si può tuttavia provare a tracciare un bilancio di quanto visto nei quarti di finale di Champions. Nella doppia sfida, i rispettivi stili di gioco sono stati assoluta- mente rispettati: Leao si è acceso a sprazzi, Kvara ha cercato di essere faro costante per i suoi. Complice una migliore organiz- zazione tattica del Milan e un appannamento evidente del geor- giano (dopo l'ultima pausa per le Nazionali, il 77 del Napoli è parso davvero stanco) Leao è evidentemente uscito vincitore dalla sfida: non solo perché il Milan ha passato il turno, ma anche per quanto le sue giocate siano risultate decisive. Di fatto, il portoghese è stato parte attiva in tutte le azioni più rilevanti realizzate dalla squadra in queste due partite (eccettuan- do la traversa colpita da Kjaer nel match d'andata) e a tratti è riuscito da solo a mandare com- pletamente fuori giri una delle migliori difese (numeri alla mano) d'Europa. Kvaratskhelia, invece, è stato severamente ingabbiato - ancor prima che da Calabria (comunque ottimo, nella doppia sfida) - dall'impianto tattico pre- disposto da Pioli: un mix di rad- doppi costanti e di poco campo a disposizione (con il Milan propenso a difendere basso), hanno disinnescato quasi sempre l'estro dell'ala di Spalletti. L'assenza di Osimhen, all'an- data, ha inciso parecchio, privan- do Kvara del principale bersaglio delle proprie giocate di supporto. Emblematico infine, il rigore fallito nella partita di ritorno: a 10' dal termine, avrebbe potuto essere il gol che poteva riaprire i discorsi, invece il georgiano si è fatto schiacciare dalle respons- abilità e - complice un po' di inesperienza - è stato ipnotizzato da Maignan. nonostante l'errore dal dischetto di Giroud (che non falliva un penalty da 11 anni), ha modifica- to l'inerzia dell'incontro. Pochi minuti dopo, infatti, ancora Meret è stato chiamato a un miracolo per fermare il centra- vanti francese coi piedi e, se si esclude un dubbio contatto nel- l'area rossonera (tackle di Leao su Lozano), il primo tempo è diventato di marca milanista. Al 43' gli uomini di Pioli hanno infine concretizzato la crescita, portandosi in vantaggio grazie a un'altra giocata sensa- zionale dell'ala lusitana: Leao ha preso palla sulla propria trequarti (approfittando di un errore di Ndombele) e, dopo una progres- sione impressionante di oltre 70 metri (in cui ha superato Di Lorenzo e Rrahmani), giunto in area non ha fallito la rifinitura, servendo un ottimo assist a Giroud, con il francese questa volta efficace a depositare in fondo alla porta sguarnita. Nel secondo tempo, per lun- ghi tratti, il copione non è varia- to: possesso palla del Napoli, tante iniziative di Kvara, ma poca efficacia negli ultimi 30 metri, contro un Milan compatto e concentratissimo. Le palle gol migliori del Napoli sono quasi tutte scaturite dai piedi del geor- giano (tiro di poco alto al 58', ma da posizione piuttosto defila- ta e due assist per altrettante imprecise incornate di Olivera). Negli ultimi 10' - dopo l'in- gresso di Raspadori - il Napoli ha tentato il tutto per tutto (pas- sando a un 4-2-4, in cui spesso anche Ostigard fungeva da cen- travanti aggiunto); sono così arrivate le ultime emozioni di questa sfida tesissima: un mani di Tomori (più sfortunato che colpevole) ha mandato Kvaratskhelia sul dischetto, ma Maignan si è superato, ipnotiz- zando il georgiano (81'). Il por- tiere francese - dopo essere stato graziato da Olivera (89') - è stato bravissimo anche su Ostigard (92'). Al 94' la Maginot del Milan ha finalmente capitolato: merito di un velenoso cross di Raspadori, girato in porta da Osimhen con un'impressionante frustata di testa. Al Napoli sareb- be servito un altro gol per rag- giungere i supplementari ma nel- l'ultimo minuto di recupero non è avvenuto il miracolo. EREDITÁ - L'esito di que- sto spettacolare quarto di finale di Champions tutto italiano, oltre a ridare lustro alla Serie A, non può non lasciare un po' di amaro in bocca al Napoli: la squadra di Spalletti - che pure può recrimi- nare per alcuni infortuni di trop- po - non è mai riuscita a trovare la giusta chiave tattica per riba- dire la superiorità palesata in campionato e per avere la meglio sull'avversario: Pioli ha saputo imbrigliare lo spettacolare gioco di Spalletti. Hanno certamente pesato alcuni errori arbitrali (ma anche il Milan, specie all'andata, ha di che recriminare) e un po' di inesperienza, ma anche la scarsa lucidità di alcuni interpre- ti (l'acciaccato Osimhen, lo stan- co Kvaratskhelia su tutti). Di contro, il Milan sembra aver ridato senso a una stagione caratterizzata da poca continuità (soprattutto a livello mentale): il ritorno nella semifinale di Champions (dopo 16 anni) è un evento da celebrare. Nel penulti- mo step della massima competi- zione europea, però, i rossoneri saranno attesi dall'avversario più scomodo di tutti: contro l'Inter daranno vita a un derby per cuori forti. Ma la storia si rico- mincia a scrivere proprio in notti come quelle. L'ala del Milan Rafael Leao (© Marco Canoniero | Dreamstime.com)