L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-4-2023

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la più acculturata, e proprio qui si nasconde una chiave di volta del processo creati- vo: è dialogo, incontro, con- divisione. Ma è anche rac- conto di una Roma in cui convivono opere mirabili di un passato glorioso e la sug- g e s t i o n e m o d e r n a d e g l i interpreti dei nostri giorni c h e , u s a n d o u n p r e g i a t o legno alpino che si lavorava già nel Seicento con tecniche che sembrano eterne, rac- contano il tempo disordina- to che viviamo oggi. NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 4 MAGGIO 2023 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Q uello che fa un a r t i s t a n o n è " s e m p l i c e - mente" creare oggetti, scrive- re poesie, comporre armonie m u s i c a l i d a s e t t e n o t e o dipingere tele. Qualunque f o r m a e s p r e s s i v a s c e l g a , q u e l l ' a r t i s t a s t a i n r e a l t à g u a r d a n d o a t t r a v e r s o l a materia, l'esistente, l'ogget- t o , e s t a a n d a n d o o l t r e . Assorbe gli umori e le emo- zioni e le ricrea, le reinventa, generandone poi altre in chi ammirerà il frutto della sua creatività. Soprattutto invita a confrontarsi con un tempo lento e diverso, suggerisce una meditazione dove c'è fretta e induce ad assaporare anziché mordere. In altre parole suggerisce una rifles- sione, una presa di posizione laddove noi stiamo corren- do, mentre ci affanniamo distratti da altro. In ogni opera c'è un rimando, l'invi- to a una suggestione interio- re. Cosa provo? Cosa sentiva o ha spinto l'artista a espri- m e r s i i n u n c e r t o m o d o , quale emozione c'è imprigio- nata in una scultura o fissata per sempre dentro un ritrat- to? Perché una fotografia attira il mio sguardo e dove mi porta quel quadro dipinto due secoli fa? U n a r t i s t a è a n c h e u n ponte tra passato e presente, confronto con le correnti espressive che lo hanno pre- ceduto e slancio verso oriz- zonti inediti, offre passaggi segreti verso futuri possibili o anche solo immaginari. E' a l c o n t e m p o q u e l l o c h e è stato prima e l'anteprima di come potremmo diventare ma è anche uno sguardo cri- tico e libero o un invito a fare un esame di coscienza, a pensare su ciò che siamo o su come viviamo. Q u a n d o e n t r i a m o n e i Musei Capitolini di Roma, il nostro sguardo è immediata- mente attratto dai frammen- ti di un gigante di pietra, una statua colossale il cui volto ancora incute rispetto e suggerisce potere. Risale al 313-324 dopo Cristo e solo questo dà da pensare. Quello che costruiamo oggi durerà c o s ì t a n t o ? L ' i m p e r a t o r e Costantino così ritratto è un termine di paragone suffi- c i e n t e p e r a n n u l l a r e l e vanità di oggi o ci dice che l'ego di colui che commis- sionò i 12 metri in cui dove- va essere originariamente realizzata la statua, è stato solo parzialmente rappre- sentato? Ma se passeggiamo per R o m a c i s o n o m i l l e a l t r i spunti che possono solletica- re la nostra attenzione. Uno fra i tanti, si trova a poca distanza dalla iconica Piazza N a v o n a . P r i m a a n c o r a d i entrare nell'atelier di uno dei principali artisti contem- poranei, ecco qua e là venirci incontro le sue tracce: gui- dano il passante solletican- done la curiosità. Inizia così l'esperienza artistica perché tutto comincia dall'attenzio- ne, dallo sguardo, dal chie- dersi cosa sta per succedere. Poi arriva l'incontro vero e proprio e un altro passo è stato fatto: vediamo l'opera e scopriamo un pezzo di noi, del nostro tempo, del nostro ambiente e la sua rielabora- zione. Ecco ora affiorare i sette decenni di attività e la capacità, senza didascalie o spiegazioni elaborate, di tra- smettere un messaggio. L'ar- te di Ferdinando Codognotto è i m m a g i n a z i o n e e s a p e r fare, manualità e creazione, n a t u r a e m a c c h i n a i n u n rapporto di incontro e con- t r a p p o s i z i o n e , f u s i o n e e separazione. Dal profumo di cirmolo che permea il suo laborato- rio, alla luce calda di opere che fanno capire l'urgenza di comunicare attraverso l'arte. "Io sono il legno" ha detto più volte l'artista classe 1940 raccontandosi, facendo capi- re quanto viscerale sia il suo r a p p o r t o c o n l a m a t e r i a prima, amata perché calori- ca e contrapposta al freddo del bronzo o del marmo a cui ha detto di essere refrat- tario, ma anche il risultato finale della sua espressione creativa. Cosa ci dice que- sto? Che l'esperienza che v i v e l ' a r t i s t a , v e n e t o d i nascita ma romano di ado- zione, è essenziale ma lo è anche la padronanza degli strumenti e della tecnica, il sapere tutto del suo legno antico e dell'intaglio. Poi ciascuno, con la sua sensibi- lità e gusto entra in scena: può trovare somiglianza o contrapposizione, attrazione o d i s i n t e r e s s e m a a n c h e questo definisce l'osservato- re, lo qualifica. Per questo scultore inter- nazionalmente apprezzato, una vita dedicata alla sua passione, l'arte è innanzitut- to comunicazione, è saper dire qualcosa a tutti, dalla persona più semplice a quel- L'arte che attraversa e interroga il nostro tempo tra le strade della Città eterna giancarlo.fadin@protravelinc.com Direct: 818-783-0208

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