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31 GIOVEDÌ 18 MAGGIO 2023 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | " Sono sempre stata una persona timida, il teatro mi ha aperto e sbloccato perché mi ha fatto sentire al posto giusto. Infatti poi è diventata la mia casa e la mia vita". L'attrice e comica italia- na Paola Minaccioni ha por- tato un pezzo di sé e della sua vita in tour negli Stati Uniti, dove si è esibita con lo spetta- colo "Dal vivo sono molto meglio" a New York e a Los Angeles. In California, Minac- cioni, romana classe '71, è salita sul palco dell'Hudson Theater di Hollywood dove ha portato i personaggi creati nel corso della sua carriera, tra film, tv e radio. "Lo spettacolo è un mono- logo, un flusso di coscienza nella forma della stand-up comedy che però mischia i generi". Ci racconta Paola. "È un sunto della mia esperienza t e a t r a l e , u n r a c c o n t o c h e parla di una mia esperienza personale che parte dalla mia separazione e da lì, mentre ne parlo, cerco il modo per usci- re da questo trauma e lo con- d i v i d o c o n i l p u b b l i c o e soprattutto con dei personag- gi che vengono dalla mia vita artistica". Chi sono questi perso- naggi? La prima è Loredana Berté che mi consiglia di essere tra- sgressiva, mentre poi la pre- mier Giorgia Meloni mi con- s i g l i a d i a d o t t a r e a l t r e tecniche, di fare la donna più convenzionale; Sabrina Ferilli invece mi dice di buttarla sulla meditazione. Poi ci sono altri personaggi, come quello di Baba Nanda che è nato in radio, e il mio cavallo di bat- taglia che è mia nonna, perso- naggio che tra l'altro porto in platea e che interagisce al 99% con il pubblico, quindi tutta improvvisazione. Io rac- conto questa mia esperienza transitoria e utilizzo i miei personaggi. In pratica è un mix tra stand-up e commedia dell'arte italiana. Comicità teatrale e improvvisazione. H a a d a t t a t o l a s u a comicità pensando che si doveva esibire davanti a un pubblico di un Paese diverso? Ho adattato lo spettacolo perché il qui e ora, soprattut- to per i monologhi, vale sem- pre e ci sono determinati rife- rimenti al fatto che io sono arrivata a Los Angeles da Roma e che sono italiana, ad esempio. Nello specifico della comicità no, non ho cambiato nulla proprio perché ho pen- s a t o c h e l a m i a c o m i c i t à p o t e s s e e s s e r e u n v a l o r e aggiunto. Ho portato me stes- sa e il mio percorso. La stand- up comedy americana è una forma di comicità che io trovo meravigliosa, e dalla quale noi italiani possiamo cercare di prendere ispirazione ma mantenendo la nostra iden- tità. Qualche domanda me la sono fatta sui contenuti per- ché a volte le sensibilità sono diverse. A New York c'è stato il s u o p r i m o s p e t t a c o l o , come è andata? M i s o n o a m a l a p e n a accorta di essere a New York. Per me questo spettacolo è una specie di festa privata in cui racconto me stessa e mi diverto con il pubblico. Ho però avuto la conferma che la comicità è internazionale. Le piace la stand-up comedy americana? Mi piace ovviamente Ricky Gervais perché ha fatto della sua scrittura un'evoluzione, scrivendo anche serie per la tv. Per me lui è un faro. Die- t r o d i l u i p e r ò , c ' è a n c h e molta intelligenza, si va oltre il semplice talento legato alla comicità. È un artista e que- sto è quello che a me piace di chi fa stand-up. Di questa esperienza negli Usa c'è qualcosa c h e l e h a i s p i r a t o u n eventuale sketch? Da buona italiana parlerei di come si va a cercare del cibo buono. Mi fa ridere per- ché noi italiani andiamo in cerca dell'olio d'oliva, invece di andare da Tiffany. Cerchia- mo le nostre sicurezze nel cibo! D a t u r i s t a c o s a h a fatto? E' la prima volta che vengo a Los Angeles e mi sono inna- morata di questa città gigan- tesca. Ho passato un giorno intero a Santa Monica e a Venice Beach a guardare le persone ballare con i pattini o in bici con la musica ad altis- simo volume. Mi è sembrato un posto dove confrontarsi, dove è possibile fare un altro tipo di vita. A Roma siamo un po' depressi e arrabbiati. Cosa manca alla sua carriera? H o t a n t i s o g n i e t a n t i obiettivi. Ho già avuto la for- tuna di lavorare in teatro anche con testi drammatici. Con Anna Foglietta abbiamo portato in giro un testo di Remo Binosi, L'attesa, nel quale interpreto una serva veneta, un personaggio antico meraviglioso, simile a uno dei personaggi delle grandi trage- die greche. A teatro queste esperienze le faccio e sono fortunata. Vorrei certamente fare ruoli diversi e penso che in America ci siano meno preconcetti, in Italia siamo un po' più complicati. L'Euro- pa è profonda e colta, ma anche pesante. U n p e r s o n a g g i o c h e vorrebbe fare? Mi piacerebbe fare una poliziotta. Una donna norma- le, tipo il tenete colombo al femminile. Sono appassiona- ta di serie spy. Quale è il suo rapporto con i social media? Mi sono iscritta da poco a TikTok. Sono rimasta abba- stanza scioccata, perché lì vale tutto, anche il trash, la cosa più inutile fa un succes- so incredibile. Quello che sto cercando di fare, recuperan- do pezzi miei vecchi, è usare il mezzo ma senza andare dietro ai trend, senza com- promettere la mia qualità. Non voglio mettermi in coda a fare le cose che fanno gli altri. Q u a l e p e r s o n a g g i o ama particolarmente? Amo moltissimo due per- sonaggi. Uno è la mamma siciliana che si chiama Donna Fugata, che parla delle nuore e del fatto che il senso di colpa è alla base delle fami- glie unite e felici. Un perso- naggio archetipo che non ha confini e non può invecchia- re, parla alla pancia delle per- s o n e . A v v i l i t a , s t r a z i a t a , a d d o l o r a t a . L ' a l t r a è m i a nonna, la signora Wanda, che è stata la prima imitazione della mia vita, fatta in casa. La esploro da anni, da quan- do sono bambina, ormai sono praticamente diventata mia nonna. Tra un po' andrò in giro vestita come questo per- sonaggio. La amo perché è un personaggio che ti permette di giocare con il pubblico, le persone accettano qualsiasi scherzo, qualsiasi battuta. E c'è moltissima improvvisazio- ne. Quando ha capito che s t a r e s u p a l c o d o v e v a essere il suo futuro? Prima con l'imitazione di mia nonna, e poi anche a scuola. Una folgorazione è arrivata con Anna Marchesini e i suoi personaggi. Quando h o v i s t o i l t r i o S o l e n g h i - L o p e z - M a r c h e s i n i s o n o impazzita per loro, sapevo tutti i loro spettacoli a memo- ria. In vacanza al lago di Vico, quando ero ragazzina, mi chiamavano sempre sul palco a fare la Marchesini e insieme a un amico della comitiva facevamo i loro sketch. Salivo sul palco senza alcuna espe- rienza di teatro ma amavo farlo. Mi è sempre venuto spontaneo esibirmi, ho sem- pre avuto una certa facilità e naturalezza. A Los Angeles l'attrice e comica italiana Paola Minaccioni LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES Paola Minaccioni ha presentato una selezione dei suoi personaggi più famosi all'Hudson Theater di Hollywood (Photo: Francesca Lucidi)