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17 GIOVEDÌ 15 GIUGNO 2023 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI Q uando si parla di Made in Italy, le scarpe hanno un posto d'ono- re. Tuttavia, ci sono nomi storici che potrem- mo non conoscere abbastanza a meno di non essere fashio- nisti. Fratelli Rossetti è uno di questi. L'avvincente racconto della Fratelli Rossetti inizia nel 1953, non solo come storia di un'azienda ma come cronaca di tenacia e passione familia- re. È in quegli anni, mentre l'Europa stava gradualmente tornando alla normalità, che il giovane Renzo Rossetti e i suoi fratelli si avventurano inaspettatamente nella produ- zione di calzature sportive. I loro prodotti sono stati adot- tati dai campioni italiani di pattinaggio artistico e hockey, cosa che è stata sicuramente considerata un inizio di buon auspicio per l'attività. Tutta- via, i fratelli Rossetti riconob- bero un potenziale limitato nel mercato delle calzature sportive e decisero di cambia- re coraggiosamente marcia verso la produzione di scarpe in pelle. Nel 1958 nasce così il loro primo stabilimento a Parabia- go: i fratelli Rossetti perse- guono l'eccellenza e per rag- g i u n g e r l a i m p a r a n o d a i migliori artigiani puntando a creare uno stile tutto nuovo. La sperimentazione ha porta- to a diverse pietre miliari: la scarpa "anticata", che ricorda le texture della pittura a olio, il trattamento "spazzolato" e l'incorporazione di materiali non convenzionali come pelli di struzzo, pitone e pecari. Sono emersi anche cambia- menti estetici, quando hanno iniziato a sostituire i classici modelli a punta con mocassini e stivali e hanno introdotto dettagli distintivi. Il loro lavoro ha superato la s e d e o r i g i n a r i a , p o r t a n d o all'apertura di un nuovo stabi- limento a Parabiago nel 1968. Nel 1969, Renzo Rossetti si reca a New York, segnando l'inizio dell'espansione inter- nazionale. Anche in questi nuovi territori, i fratelli Ros- setti sono rimasti fedeli alla loro identità, preferendo lavo- rare accanto, piuttosto che dietro, ai più grandi nomi della moda. I l l a n c i o d e l l a g i o v a n e Green Line nel 1977 fu un altro punto di svolta. Durante questo periodo, i designer M a s s i m o e L e l l a V i g n e l l i hanno ridisegnato il logo e il nome dell'azienda per sottoli- n e a r e l a n a t u r a f a m i l i a r e dell'azienda e la sua conti- n u i t à g e n e r a z i o n a l e . M a n mano che la moda diventava più evidente negli anni '90, i modelli di scarpe da donna Rossetti fecero balzi audaci con colori e geometrie; gli anni '90 vedono la nascita di Flexa, un modello che unisce il comfort del trekking leggero all'eleganza classica. Inoltre, lavorare con artisti del calibro di Giorgio Armani, Valen- tino, Yves Saint Laurent e Karl Lagerfeld ha portato a proficue collaborazioni, che hanno unito l'artigianato di Rossetti con il genio creativo di questi designer. L'immagine dell'azienda ha subito una rivitalizzazione a metà degli anni '90, grazie alle collaborazioni con il famoso fotografo Giovanni Gastel e l'architetto Peter Marino per il negozio di Madison Ave- nue a New York, incapsulando la visione del lusso di Rossetti. Il giubileo d'oro dell'azienda è stato celebrato con un franco- bollo ufficiale di Poste Italia- ne, a riconoscimento della r a p p r e s e n t a z i o n e g l o b a l e dell'artigianato italiano. Que- sto traguardo ha segnato il passaggio generazionale, poi- ché i "nuovi" fratelli Rossetti, Diego, Dario e Luca, si sono preparati a portare avanti l'e- redità dell'azienda abbrac- ciando l'inevitabile cambia- mento. Ognuno con i propri talenti e le competenze diffe- renti, i tre fratelli stanno gui- dando l'azienda verso il 70° a n n i v e r s a r i o , l e g a t i d a l l a comune passione per la qua- lità e dal rispetto per la tradi- zione. Diego è entrato a far parte dell'azienda di famiglia nel 1978, dirigendo le operazioni commerciali e ampliando le reti di vendita al dettaglio in Italia e all'estero. La sua guida ha stabilito la Fratelli Ros- setti come la prima casa di moda italiana sulla Madison Avenue di New York. Attual- mente in carica come presi- dente della società, è anche un filantropo e un appassionato fotografo nel tempo libero. Dopo la formazione artistica, Dario ha assunto la direzione del dipartimento creativo nel 1981. Cerca ispirazione per nuovi progetti attraverso il suo amore per l'antiquariato e le mostre d'arte. Nel frattem- po, ancor prima di conseguire la laurea presso l'Università Bocconi di Milano, Luca si è o c c u p a t o d i c o n t r o l l o d i gestione, potenziando note- volmente i processi aziendali. Oggi, in qualità di ceo, super- visiona il marketing e lo svi- luppo delle collezioni creden- d o f e r m a m e n t e n e l l ' apprendimento continuo per catturare le tendenze della moda in evoluzione. Nell'abbracciare la tradi- zione, e nello stesso tempo per accogliere il cambiamen- to, Diego, Dario e Luca rap- presentano il motore dinami- c o e g e n e r a z i o n a l e d e l l ' azienda. Q uando pensia- mo ai Romani e a g l i E t r u - schi, immagi- n i a m o g r a n d i battaglie, meraviglie architet- toniche e illustri società bru- licanti di arte, cultura e filo- sofia. Meno spesso, forse, consideriamo il lato più pra- tico, meno affascinante di queste civiltà, come il modo in cui hanno "inventato" il sistema fognario: sfarzoso non è, ma come faremmo senza? Gli Etruschi gettarono le b a s i p e r l a g e s t i o n e d e l l e acque reflue, dimostrando un'impressionante conoscen- za dell'idraulica: crearono intricati tunnel sotterranei chiamati cuniculi, che svolge- vano la duplice funzione di proteggere le città dalle inon- dazioni e fungere da primitivi sistemi fognari per convoglia- re le acque reflue lontano dalle aree popolate. Poi vennero i Romani. Traendo ispirazione dagli Etruschi, trasformarono il concetto di rete fognaria, riconoscendo il ruolo cruciale dell'igiene e dei servizi igie- nico-sanitari per le loro fio- renti città: il risultato più impressionante di questa intuizione fu la Cloaca Maxi- ma di Roma, o, letteralmen- te, la "Fogna più grande". Nel VI secolo a.C. Tarqui- nio Prisco, re romano di ori- gini etrusche, curò la realiz- z a z i o n e d i q u e l l o c h e inizialmente era un canale a cielo aperto. Il suo scopo era drenare le terre paludose tra i colli di Roma, trasformando- le in un fiorente centro per il commercio e la vita sociale, che oggi conosciamo come il Foro Romano. Nel tempo questo canale si trasformò in un sistema fognario coperto, una complessa rete che servi- va l'intera città: raccoglieva i rifiuti dei bagni pubblici, delle latrine e delle strade di Roma, convogliandoli nel fiume Tevere: questa era la risposta di Roma mantenere la pulizia e l'igiene tra la popolazione in continua cre- scita. Questo sistema fognario, incarnato dalla Cloaca Maxi- ma, è stato determinante per consentire a Roma di soste- nere una popolazione di oltre un milione di abitanti, una dimensione inaudita per le città di quell'epoca. Così significativa era la Cloaca Maxima che divenne un simbolo di orgoglio civico e un segno duraturo dell'in- gegno romano. E se avate bisogno di una prova del suo successo, sappiate che parti di essa sono ancora in uso oggi! Mentre ammiriamo gli acquedotti e gli anfiteatri di Roma, prendiamoci anche un momento per apprezzare il r i s u l t a t o m e n o c e l e b r a t o degli Etruschi e dei Romani: un sofisticato sistema fogna- rio che ha segnato una pietra miliare nella storia dei servizi igienico-sanitari. P o c o g l a m o u r , m a u t i l i : l e fognature urbane Tubi delle antiche fognature romane (Photo: Dreamsidhe/Dreamstime) Fratelli Rossetti: quando la tradizione di famiglia diventa impresa Un paio di scarpe da donna prodotte da Fratelli Rossetti (Photo: Daloiso57/Dreamstime)