L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-29-2023

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31 GIOVEDÌ 29 GIUGNO 2023 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | " C o l o n n a s o n o r a delle nostre vite, la musica è uno com- mentario fedele del n o s t r o c o s t u m e e della nostra società. Riascol- tarla, ci aiuta a capire meglio la nostra storia e a racconta- re chi siamo, anche ad un pubblico straniero. Al di là delle latitudini, la musica è il linguaggio che per eccellenza non conosce barriere." Così Emanuele Amendola, diret- tore dell'Istituto Italiano di C u l t u r a d i L o s A n g e l e s , descrive lo spettacolo della cantautrice Patrizia Laqui- d a r a , u n o s p e t t a c o l o c h e diventa l'occasione di rivive- re gli ultimi cento anno del nostro Paese. "Il 21 giugno si celebra nel mondo la Festa della Musi- ca," ci spiega Amendola "una ricorrenza nata in Francia nel 1982 e aperta a tutti, gio- vani e meno giovani, profes- sionisti e amatori, che desi- d e r a n o c o n d i v i d e r e l a propria passione per questa forma d'arte. In Italia, l'ini- z i a t i v a è p a t r o c i n a t a d a l Ministero della Cultura e, solo l'anno scorso, sono state più di 800 le città italiane p a r t e c i p a n t i . N e l m o n d o , tramite la rete del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internaziona- l e , l e n o s t r e A m b a s c i a t e , Consolati e Istituti Italiani di Cultura aderiscono all'inizia- t i v a , p e r f a r e d e l l a F e s t a anche un momento di pro- mozione e celebrazione del patrimonio musicale italia- no. A Los Angeles, il nostro Istituto di Cultura propone un concerto della cantautri- ce - a volte anche attrice, sempre poetessa - Patrizia Laquidara, che ci regala un viaggio attraverso la storia della canzone italiana, dai primi del '900 ad oggi." La pluripremiata Patrizia Laquidara è considerata una d e l l e f i g u r e p i ù b r i l l a n t i della musica cantautorale italiana. Nata a Catania, ma cresciuta a Vicenza, Laqui- dara ha pubblicato cinque album e collaborato a mol- tissime produzioni teatrali. Nello spettacolo portato in scena a Washington e a Los Angeles, la cantautrice ita- liana si tuffa in maniera poe- tica e giocosa nelle storie e nelle emozioni che abitano l ' i m m a g i n a r i o m u s i c a l e popolare italiano. Patrizia, non è la tua prima volta negli Stati Uniti, che ricordo avevi dell'ultimo tour? Sono passati molti anni, ho fatto un tour qui nel 2011 come spalla di una cantante b r a s i l i a n a c h e s i c h i a m a Céu. Ci eravamo esibite a New York, San Francisco, S e a t t l e e L o s A n g e l e s . I l ricordo che avevo era quello di un pubblico molto caloro- so e accogliente, cosa che ho ritrovato al mio primo con- c e r t o a W a s h i n g t o n . U n pubblico che mano a mano si è scaldato fino alla stan- ding ovation finale. C'è sem- pre il timore su come un'esi- bizione possa essere accolta, anche perché io faccio delle canzoni molto italiane. Come è nata l'idea di questo spettacolo? Lo spettacolo è nato pen- sando che, attraverso la can- zone, noi possiamo descrive- re un secolo intero, perché le canzoni ci parlano di noi, le canzoni sono la nostra cro- naca, la nostra poesia popo- lare. L'idea era di partire dalla prima canzone moder- na italiana, che risale al 1918 ed è una canzone scritta da un napoletano anche se non è scritta in napoletano, e da lì di risalire tutto il secolo a t t r a v e r s o l e c a n z o n i . C i sono canzoni che parlano di eventi storici o che comun- que in qualche modo forma- no l'educazione sentimenta- le di un popolo. E da lì che altre canzo- ni hai scelto? Dopo la prima canzone si arriva ai cantautori e alla musica degli anni '80. Attra- verso la sensibilità e il lin- guaggio poetico di Endrigo e d i T e n c o , f i n o a D e Andrè, Guccini, Battisti, fino a l l a r i v o l t a d i c o s t u m e dei gruppi beat degli anni sessanta, per poi arrivare al rinascimento che tra gli anni settanta e ottanta ha portato l a c u l t u r a m u s i c a l e d e l nostro paese a veri splendo- ri: ciò che prima era vista c o m e " m u s i c a l e g g e r a " , diventa canzone d'autore, una sorta di coscienza critica e sentimentale del paese fino ad arrivare alla soglia primi anni duemila. Ci sono anche due pezzi miei. C ' è u n t e m a d i b a s e che lega le canzoni? N o n p r o p r i o . I l t e m a avrebbe potuto essere l'amo- re ma anche l'impegno poli- tico se pensiamo ai nostri cantautori. Invece ogni can- zone ha un argomento in sé, quindi il filo conduttore è la f o r m a c a n z o n e c h e s i mostra, in un gioco di paro- le, in tutte le sue forme. Di base quello che ho cercato di fare è stato di rendere i pezzi essenziali, quindi di spoglia- re e di lasciar fare in modo c h e l a m e l o d i a e i l t e s t o venissero fuori di più e che l'arrangiamento fosse molto essenziale, anche se nell'ori- ginale era più ricco. Come ti sei appassio- nata alla musica popola- re? Anni fa vinsi un concorso alla scuola di Mogol, il CED, in provincia di Terni, dove ho potuto studiare la musica popolare veneta e lombarda. Da lì mi sono appassionata sempre di più alla musica del mondo, dalla musica tra- dizionale del mediterraneo fino a quella del Sud Ameri- ca. Quali sono i punti di forza delle canzoni d'au- tore? La forza del cantautorato è q u e l l a d i m e s c o l a r e u n testo a una bella melodia, i grandi cantautori sapevano benissimo che una parola poteva risuonare molto bene con un determinato accordo e che quella combinazione potesse emozionare. Nella forma canzone c'è dietro un lavoro certosino e artigiana- le, forma che io amo moltis- simo perché è una poesia popolare che ci racconta. Quanto amore resta, al giorno d'oggi, per il cantautorato? Sicuramente la canzone d'autore ha vissuto dei gran- dissimi momenti. Il cantau- torato ha in sé molto melo- dia, mentre generi come il r a p e i l t r a p c h e s t a n n o prendendo piede in Italia sono estremamente parlati, s i b a s a n o a n c h e s u t e s t i molto belli e che lasciano la p o s s i b i l i t à d i e s p r i m e r s i p r o f o n d a m e n t e , c o s a c h e ammiro e invidio a questo stile musicale. Si dice anche però che quando una società parla tanto, è una società depressa. Da dove prendi ispira- zione per le storie che racconti? Q u a n d o s c r i v o c a n z o n i sono in un certo senso più intima, scrivo cose che ho p r o v a t o p e r s o n a l m e n t e . Altre volte mi colpiscono le storie di altre persone, ad esempio c'è una canzone dal titolo L'equilibrio Miracolo, c h e p o r t o a n c h e i n s c e n a nello spettacolo, nella quale racconto la storia di Philippe P e t i t , u n o d e i p i ù g r a n d i funamboli mai esistiti. Tu sei stata definita "cantastorie del mondo" e "poetessa di estrazione maudit". Quale ti descri- ve meglio? A me piace molto l'idea di essere una cantastorie, per- ché mi piace l'idea di rac- contare le storie attraverso la voce. Ho scritto un libro, che si intitola Ti ho vista ieri, che è uscito un mese e mezzo fa. Pensavo che que- sto libro avrebbe avuto un percorso diverso rispetto al mio fare musica, invece la cosa che più mi è stata detta nel corso delle varie presen- t a z i o n i , è c h e s e m b r a u n libro raccontato da una voce cantata, dove si sente molto il ritmo e il timbro. Questa cosa mi ha fatto realizzare c h e a n c h e , s c r i v e n d o u n libro, è uscito questo mio aspetto musicale. P a t r i z i a L a q u i d a r a r a c c o n t a u n s e c o l o d'Italia con la musica d'autore Un ritratto all'aperto della cantautrice e performer Patrizia Laquidara (Photo courtesy of Giulia Barbieri) LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES

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