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25 GIOVEDÌ 29 GIUGNO 2023 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Il famoso Rubicone (Photo: Marco Perger/Dreamstime) O ggi usiamo la frase "il dado è t r a t t o " q u a n d o vogliamo dire che abbiamo preso una deci- sione e non possiamo più tornare indietro. In inglese si traduce come "the die is cast". Sebbene l'espressione sia comune in entrambe le lingue, non tutti sanno che, s e c o n d o l a t r a d i z i o n e , i l primo a pronunciare queste celebri parole è stato Giulio Cesare. Molti di noi imparano a s c u o l a c h e l e s u e p a r o l e esatte erano in latino: alea iacta est. Ma le cose potreb- bero essere un po' più com- p l e s s e . L a f r a s e c o m p a r e nelle Vite dei Cesari di S v e t o n i o , d o v e l o s t o r i o - g r a f o s c r i v e d e l l o s t e s s o G i u l i o C e s a r e e d i u n d i c i i m p e r a t o r i d a O t t a v i a n o A u g u s t o a D o m i z i a n o , coprendo circa due secoli di s t o r i a r o m a n a . V o l e n d o essere più precisi, alea iacta est compare in un passo di S v e t o n i o p r o b a b i l m e n t e tratto dalle opere di Gaio Asinio Pollione, dove descri- ve il momento in cui, il 10 gennaio del 49 a.C., Cesare attraversa il fiume Rubi- c o n e ( E m i l i a R o m a g n a ) , facendo precipitare Roma n e l l a s u a s e c o n d a g u e r r a c i v i l e , c h e v i d e C e s a r e e P o m p e o c o m b a t t e r s i l ' u n l'altro per quattro anni. Cesare sapeva bene che, attraversando il fiume con il suo esercito, non c'era modo di evitare la guerra, da qui la frase "il dado è tratto", cioè "abbiamo attraversato un punto di non ritorno". Ma qui arriva il mistero: mentre Svetonio non men- z i o n a i n q u a l e l i n g u a s i a stata pronunciata la frase, il che ha portato praticamente tutti a credere che fosse in latino, altre fonti suppongo- no di non essere d'accordo: Plutarco, per esempio, era i r r e m o v i b i l e : C e s a r e , s u l Rubicone, parlava in greco, la lingua degli intellettuali e d e i p o t e n t i d i a l l o r a . H a scritto che il conquistatore della Gallia in realtà disse a n e r r í p h t h o k ý b o s , u n imperativo che tradurrem- mo come alea iacta esto in latino e ""let the die be cast" in inglese. Avanti veloce al primo Rinascimento e alla mente illuminante di Era- smo da Rotterdam, per scoprire che, molto proba- bilmente, è stato un errore di trascrizione a modificare l ' i n t e r o s i g n i f i c a t o d e l l a f r a s e : s e c o n d o i l f i l o s o f o olandese, l'imperativo latino esto è diventato est a causa di un errore di trascrizione. S e c o n d o a l c u n i l i n g u i s t i , sorgono più problemi con la traduzione del verbo latino iaceo: "gettare", comune- mente usato per rendere le parole di Cesare, che non è proprio la traduzione più a p p r o p r i a t a , c o n o p z i o n i come "lanciare" o "gettare" c h e m e g l i o e s p r i m o n o i l vero significato del latino. Tuttavia, il vero dilemma emerge con il termine alea. Questo non si traduce diret- tamente con "morire" (che s i e s p r i m e i n l a t i n o c o n talus o in alternativa tesse- ra), ma si riferisce al gioco dei dadi, o più in generale al g i o c o d ' a z z a r d o ( p r a t i c a consentita a Roma durante i S a t u r n a l i a , t r a i l 1 7 e 2 3 dicembre). Cesare era per- fettamente consapevole di rischiare quando, nonostan- te l'opposizione del Senato, attraversò quello che sareb- be diventato uno dei fiumi più famosi della storia e che fungeva, allora, da confine tra l'Italia e la Gallia Cisalpi- na. Stava accettando consa- pevolmente il rischio. E così, indipendentemen- te dalla lingua in cui è stata v e r a m e n t e p r o n u n c i a t a e dalle sue varie opzioni di t r a d u z i o n e , l a f r a s e a l e a i a c t a e s t s i g n i f i c a c h e i l gioco è stato messo in moto e non può essere fermato. È paragonabile al detto "les jeux sont faits", una frase popolare francese usata dai croupier quando la pallina della roulette è in movimen- to: le scommesse sono state p i a z z a t e , n o n è p o s s i b i l e apportare modifiche, ed è solo questione di aspettare per vedere dove la fortuna farà atterrare la pallina. Da ciò deriva il senso di inevita- bilità insito sia nell'espres- s i o n e l a t i n a c h e n e l s u o equivalente, sia in italiano moderno che in inglese, un senso di inevitabilità di cui Cesare doveva essere molto consapevole quando decise di condurre le sue truppe a Roma. Curiosità italiane: perché si dice "Il dado è tratto"? C avarsela (cah- vahr-sai-lah) è u n a d e l i z i o s a espressione ita- l i a n a , r i c c a d i sfumature e sottili connota- zioni. Il significato più stret- to riguarda la capacità di superare circostanze difficili, non necessariamente inden- ni ma certamente senza sco- raggiarsi. In inglese, possia- m o t r a d u r l o c o n " g e t t i n g away with", "getting by" o "managing". Prima di approfondirne il significato, bisognerebbe dire due cose sul modo in c u i è f o r m a t a l a p a r o l a cavarsela o, per dirla con i linguisti, sulla sua morfolo- gia. Cavarsela è un verbo r i f l e s s i v o c o m p o s t o d a l verbo "cavare" e dal prono- m e " s i " ( c h e d i v e n t a " s e " quando seguito da un altro pronome) e "la". Uno sguar- do più attento all'etimologia porta alla luce il significato letterale: "cavare" si traduce in "estrarre" o "rimuovere" e, quando combinato con i pronomi riflessivi, il termine allude all'atto di estrarre o tirare fuori se stessi da una data situazione, di solito dif- ficile. Ad esempio, suppo- n i a m o c h e t u s i a c a d u t o mentre andavi in bicicletta: p o t e n z i a l m e n t e , a v r e b b e potuto essere molto perico- loso ma tutto considerato, te la sei cavata solo con qual- che graffio. C a v a r s e l a s i i m m e r g e spesso nel regno dell'astuzia, dell'intraprendenza e della capacità di gestire bene i p r o p r i a f f a r i : h a i d o v u t o fare tutto da solo, ma te la sei cavata benissimo. Ma cavarsela non è una magia: può anche trasmettere l'idea d i a g g i r a r e l e d i f f i c o l t à , soprattutto impiegando l'ar- guzia o l'astuzia. L'espressio- ne molto comune cavarsela bene, equivalente a "getting off lightly", lo spiega perfet- tamente. Ultimo impiego ma non meno importante, cavarsela può essere usato per dire che gestisci qualcosa ragionevol- mente bene. Ad esempio, se non sei madrelingua italiano che riesce a cogliere tutte le c o m p l e s s i t à d e l l a l i n g u a , potresti dire, con l'Italiano me la cavo. L'esame era difficile ma me la sono cavata lo stesso T h e e x a m w a s d i f f i c u l t but I managed anyway Non me la cavo male in cucina I'm not too bad in the kit- chen Cavarsela: quando la fortuna (e le competenze) aiutano ad avere successo Photo Georgerudy/Dreamstime