L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-13-2023

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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 13 LUGLIO 2023 S appiamo tutti che la pizza, come la conosciamo oggi, è un'invenzione recente, ma se vi dicessi che una recente sco- perta archeologica a Pompei potrebbe far luce sull'esi- stenza di un suo antico pa- rente? S ì , a v e t e s e n t i t o b e n e . L'antica città, distrutta nel 7 9 d . C . d a l l ' e r u z i o n e d e l Vesuvio continua a svelare i suoi segreti, e questa volta si tratta di cibo, qualcosa che ci accomuna tutti. In un recen- te scavo nell'insula 10 della R e g i o I X d i P o m p e i , g l i archeologi hanno scoperto un affresco curioso e piutto- sto intrigante. Alessandro Russo e Gabriel Zuchtriegel ne hanno dato una descrizio- ne dettagliata nel loro artico- l o p u b b l i c a t o s u l l ' u l t i m o numero di Scavi di Pom- pei E-Journal: raffigura quella che sembra essere una focaccia decorata con vari c o n d i m e n t i e , f o r s e , u n a crema spalmabile simile al nostro pesto. Ora, non vi suona familiare? In effetti, potrebbe essere questo un a n t i c o p r e c u r s o r e d e l l a n o s t r a p i z z a m o d e r n a ? Certo, non è una pizza in senso stretto: del resto, pomodoro e mozzarella, gli ingredienti per eccellenza della pizza, non facevano ancora parte del panorama c u l i n a r i o i t a l i a n o . M a l a somiglianza è sorprendente e la scoperta ha suscitato un vivace dibattito tra studiosi e appassionati di cucina. La focaccia raffigurata, posta su un vassoio d'argen- to vicino a un calice di vino, è guarnita con del melograno ed forse un dattero. Russo e Zuchtriegel affermano che le macchie giallastre e ocra del dipinto potrebbero suggerire l'uso di spezie come condi- mento o, forse, quello di una popolare crema romana nota come moretum in latino. Il moretum era un piatto diffu- so nell'antica Roma, tipica- mente preparato schiaccian- d o i n s i e m e a g l i o , s a l e , formaggio ed erbe in una pasta (assomiglia un po' al pesto, giusto?) Quest'imma- gine fa parte di un genere noto come xenia (la parola deriva dal greco antico per ospitalità), che si ispirava ai "doni di ospitalità" offerti agli ospiti secondo una tradi- zione greca che risaliva al periodo ellenistico. Gli xenia e r a n o d i p i n t i d i n a t u r e morte che raffiguravano il tipo di cibo e bevanda che un ospite offriva ai propri ospi- ti; erano simbolo di genero- s i t à e r i c c h e z z a , e s p e s s o adornavano le pareti delle sale da pranzo di Pompei e di altre città antiche. Ma i "doni di ospitalità" offerti agli ospiti e raffigurati nella xenia non erano solo una questione di etichetta, erano u n r i f l e s s o d e l l o s t a t u s e della ricchezza dell'ospite. Più abbondante è la diffusio- ne, maggiore è la posizione dell'ospite nella società. In questo contesto, la focaccia nell'affresco, ornata di frutta e forse moretum, potrebbe essere vista come un'indica- zione della prosperità e della generosità del padrone di casa. La tradizione dello xenia aveva anche un significato simbolico più profondo: era un modo per celebrare l'ab- bondanza della natura e la g i o i a d e l l a c o n d i v i s i o n e . O g n i e l e m e n t o i n q u e s t i dipinti, dall'umile focaccia all'esotico melograno, parla della ricchezza e della diver- sità della dieta mediterra- nea. Ma cosa c'entra questo con la pizza? Bene, facciamo un passo indietro e conside- riamo il contesto più ampio. L'affresco è stato rinvenuto i n u n a c a s a c h e a v e v a u n forno annesso, alludendo all'importanza del pane nella vita quotidiana dei pompeia- ni. La focaccia al suo interno, molto simile alla base di una pizza, serviva da tela per una varietà di condimenti per creare un pasto semplice ma nutriente. Russo e Zuchtriegel sotto- lineano che l'affresco rie- cheggia un passo dell'Enei- de di Virgilio in cui gli eroi t r o i a n i , g u i d a t i d a E n e a , depongono frutti e altri pro- dotti su pani sacrificali che fungono da "tavole" di sorta. Mentre mangiano, si accor- gono che si è avverata una profezia, una profezia che diceva che avrebbero trovato una nuova patria quando, "spinti verso lidi sconosciuti (e) esaurito ogni cibo", la f a m e l i a v r e b b e p o r t a t i a "divorare anche le tavole". Gabriel Zuchtriegel, diret- tore del Parco Archeologico di Pompei, sottolinea il lega- me tra l'affresco e la tradi- zione greca: "Troviamo in questo affresco alcuni temi della tradizione ellenistica, poi elaborati da autori di e p o c a r o m a n o - i m p e r i a l e come Virgilio, Marziale, e Filostrato". Sottolinea il con- trasto tra la semplicità del pasto e l'opulenza dei vasi d'argento dove è posto, un contrasto che forse possiamo vedere anche nella nostra pizza, un piatto molto umile che ha finito per conquistare il mondo. "Pompei non finisce mai di stupire, è uno scrigno che svela sempre nuovi gioielli", ha detto Gennaro Sangiulia- no, ministro della Cultura italiano. Il sito archeologico, sepolto sotto cenere e pomi- ce, conserva ancora circa un terzo dell'antica città ine- splorata, promettendo sco- perte più entusiasmanti in futuro. Ma il ritrovamento di que- sto specifico affresco non è solo un risultato archeologi- co, è un segno del potere duraturo del cibo come sim- bolo culturale. È un prome- moria di come il cibo tra- scenda il tempo e lo spazio, connettendoci con i nostri antenati nel modo più inti- mo. Ci dice che il cibo può raccontare storie, evocare r i c o r d i e , c o s a f o r s e p i ù importante, non manca mai di unire le persone. Quindi, la prossima volta che morderete una fetta di pizza, ricordate che non sta- rete solo gustando un pasto delizioso: starete partecipan- do a una tradizione culinaria che attraversa secoli, una tradizione che, proprio come la stessa città di Pompei, c o n t i n u a a s v e l a r e i s u o i segreti e ci stupisce con la sua ricchezza. HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI Il dettaglio dell'affresco appena scoperto a Pompei, dove si vede una pietanza che può ricordare la pizza (Photo: Ministero della Cultura) E se la prima pizza... fosse stata fatta a Pompei?

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