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17 GIOVEDÌ 10 AGOSTO 2023 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | N egli annali di storia azienda- l e , p o c h e aziende hanno l a s c i a t o u n segno così indelebile come Olivetti. Fondata nel 1908 d a C a m i l l o O l i v e t t i a I v r e a , i n I t a l i a , l ' a z i e n d a nasce come una piccola offi- cina con appena 20 operai e un capitale di 350.000 lire. Chi avrebbe mai pensato che da così umili origini si sareb- be sviluppata una multina- zionale che sarebbe diventa- t a u n s i m b o l o d e l n o s t r o Made in Italy? La storia di Olivetti non riguarda solo un'azienda, ma una visione, una filosofia e un'eredità che trascende il tempo. Quando A d r i a n o Olivetti rilevò l'attività di m a c c h i n e d a s c r i v e r e d e l padre nel 1932, non ereditò solo un'azienda: abbracciò una missione. Uomo d'affari, politico, ingegnere chimico e imprenditore, Adriano era un uomo dai molti ruoli ma con un unico sogno: mettere le persone e le comunità al centro del business. La strategia di gestione di Adriano era rivoluzionaria per l'epoca. Credeva nel van- taggio competitivo di tratta- re i lavoratori in modo e q u o e investire nel loro benessere. Questa filosofia non era solo altruistica ma strategica: i profitti delle vendite venivano reinvestiti in innovazione, espansione, salari più alti e servizi socia- li. Questo approccio è stato così innovativo che, secondo quanto riferito, ha ispirato il mantra di IBM: good design is good business ovvero un buon design è un buon affa- re. Sotto la guida di Adriano, Olivetti è passata dall'essere una modesta azienda con meno di 900 dipendenti a u n a m u l t i n a z i o n a l e c o n quasi 80.000 dipendenti. L'azienda ha evoluto la sua produzione da calcolatrici meccaniche e macchine da scrivere a computer, stam- panti e molti altri dispositivi elettronici. L'innovazione è stata al centro della strate- gia produttiva di Olivetti, che ha portato alla creazione del primo personal com- p u t e r a l m o n d o , i l P r o - g r a m m a 1 0 1 ( P 1 0 1 ) , n e l 1964. Ma l'innovazione non si è fermata ai prodotti: Adriano ha impiegato famosi desi- gner per progettare le sue macchine da scrivere, molte delle quali hanno guadagna- to un posto nella collezione del Museum of Modern Art di New York. Manten- ne anche un peculiare lega- me con la città di Ivrea, rite- n e n d o c h e l a f a b b r i c a dovesse essere il fulcro della comunità locale. L'impegno di Olivetti nei confronti dei suoi dipenden- ti e della comunità non è stato solo formale: l'azienda ha finanziato una rete di cli- niche mediche gratuite nelle aree attorno agli stabilimen- ti in Italia; istituì asili nido e s c u o l e m a t e r n e a c a n o n e simbolico e servizi di dopo- scuola agevolati per i figli dei lavoratori. In effetti, que- st'attenzione alle condizioni dei lavoratori ha aumentato la loro lealtà verso il datore di lavoro, creando un circolo virtuoso di produttività e benessere. Ma ciò che distingueva O l i v e t t i e r a a n c h e i l s u o approccio unico alla cultu- ra d'impresa. Adriano ha coinvolto poeti, scrittori e a l t r i i n t e l l e t t u a l i n e l l a gestione effettiva dell'azien- da, e questa non è stata una d e c i s i o n e s t r a v a g a n t e , è stata una mossa strategica per gestire un'attività ispira- ta ed esporre i lavoratori al pensiero di menti formate in diverse discipline. La cultura e l'arte entrarono a far parte di molti aspetti della vita aziendale. Quindi, la cultura di Oli- v e t t i e r a s o s t e n i b i l e ? L a risposta è un clamoroso sì. Nonostante le sfide degli anni '50, tra cui la mancanza di sostegno da parte dello Stato italiano e i sospetti di sorveglianza da parte della CIA, la cultura dell'azienda r e s i s t e t t e . A n c h e d o p o l a morte improvvisa di Adriano Olivetti e Mario Tchou, capo dell'Olivetti Elea Project, lo spirito dell'azienda è soprav- vissuto. Oggi Olivetti è una società del Gruppo TIM e opera nel campo dell'Infor- mation Technology: l'azien- da punta ora sull'Internet of Things (IoT), sfruttando i suoi asset e le sue competen- ze nel 5G. La storia di Olivetti parla del potere di una visione, d e l l ' i n n o v a z i o n e e d i u n approccio al business incen- trato sulle persone. In un certo senso, sfida la nostra comprensione di cosa possa essere un'azienda e cosa può ottenere; ci ricorda che un sogno può diventare realtà se ci si impegna. E, guardando indietro al viaggio di Olivetti, ci viene in mente anche il contributo significativo dell'azienda al nostro Made in Italy, perché il suo impegno per la qua- lità, l'innovazione e il design i n c a r n a p e r f e t t a m e n t e i l fascino duraturo dei prodotti italiani e l'approccio al busi- ness. T i sei mai chiesto quali siano le ori- g i n i d e l l ' u m i l e g r i s s i n o ( i l breadstick ingle- se)? Questo pane sottile e croccante, un punto fermo sulle tavole italiane e non solo, ha una storia piuttosto curiosa. Tutto ha inizio nel XVII secolo, nella città di Torino, in Piemonte, dove il giovane principe Vittorio Amedeo II, noto per la sua costituzione fragile e lo stomaco sensibile, faticava a digerire la mollica del pane normale. Cosa si poteva fare per aiutare il futuro re a godersi senza disagio l'alimento base del suo regno? Entra in scena Antonio Brunero, l'innovativo for- naio di Casa Savoia. Incari- cato di risolvere il dilemma dietetico del principe, Brune- ro ideò un pane tutto crosta e niente briciole. Il risultato? Il primo grissino, non solo più digeribile ma anche semplice da conservare e trasportare. Il povero Vittorio Amedeo II deve essere stato felicissimo quando si è accorto che il suo fornaio era riuscito a creare un "pane" da gustare, ma non fu l'unico ad apprezzare l'invenzione di Brunero. Il grissino, infatti, guada- gnò presto popolarità, la sua fama raggiunse persino l'illu- stre Napoleone Bonapar- te che era così ossessionato d a q u e l l i c h e c h i a m a v a i petits Batons de Turin, ovve- ro i "bastoncini di Torino", da istituire un servizio di corrieri tra Torino e Parigi e garantire un servizio costan- te di fornitura del suo snack preferito. Negli anni il grissino si è e v o l u t o , r i s p e c c h i a n d o i l mutare dei gusti e delle pre- ferenze alimentari dei consu- m a t o r i . D a l l ' i n t e g r a l e a l kamut, dal sesamo al finoc- chio, fino alle varianti dolci con cioccolato, zucchero o caramello, la famiglia del g r i s s i n o s i è a l l a r g a t a , offrendo qualcosa a tutti. T u t t a v i a , i l t r a d i z i o n a l e robatà grissino, con la sua caratteristica nodosità data dall'arrotolamento a mano, rimane uno dei preferiti. E come molti di voi già sapran- no, il grissino è piuttosto versatile e può essere sia un ottimo complemento per un pasto che uno spuntino per- f e t t o , s o p r a t t u t t o s e l o s i intinge nella crema spalma- b i l e a l c i o c c o l a t o o l o s i avvolge attorno al prosciut- to! Quindi, la prossima volta che prenderai un grissino, c h e s i a a l r i s t o r a n t e o a l supermercato, datti il tempo di apprezzarne la storia: ogni s c r i c c h i o l i o è u n r i c o r d o dell'ingegnosità di Antonio Brunero, del dilemma ali- mentare di un giovane prin- cipe e di una tradizione culi- n a r i a c h e c o n t i n u a a prosperare. Grissini robatà freschi (Photo: Gustavo Andrade/Dreamstime) Olivetti: il pioniere italiano della cultura delle start-up Macchine da scrivere Olivetti alla mostra "Olivetti Beautiful Company" (Photo: Luigi Bertello/Dreamstime) Grissini: un racconto friabile della tradizione torinese LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA