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GIOVEDÌ 10 AGOSTO 2023 www.italoamericano.org 38 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT Altro pesante flop azzurro ai Mondiali di calcio femminile Fuori al primo turno e nazionale tutta da ricostruire La ct uscente della Nazionale di calcio italiana femminile Milena Bertolini (Ph© Agenzia LiveMedia - Dreamstime.com) I l Mondiale femminile di Australia e Nuova Zelanda si sta rivelando ricco di sorpre- se: la ribalta del calcio africano, l'exploit del Giappone, il crollo di Canada, Brasile e Germania (la storia delle tedesche merite- rebbe un capitolo a sé, visto che sono state eliminate dal Marocco che, nella gara d'esordio, aveva- no travolto 6-0), i rischi corsi nel girone dalla corazzata Usa (comunque sorprendentemente uscita negli ottavi, ai calci di rigore, contro la Svezia). In que- sta strana competizione, purtrop- po, non c'è stata nessuna bella sorpresa per le Azzurre: l'Italia, infatti, rimedia - dopo l'ultimo Europeo - un'altra brutta figura, non superando nemmeno il giro- ne eliminatorio. COME NELLA PEGGIO- RE DELLE IPOTESI - L'eliminazione delle ragazze di Bertolini è stata certamente dolo- rosa, ma ancora peggiori sono le modalità con cui questo risultato si è materializzato. In breve, nel Gruppo G del Mondiale, si sono concretizzate tutte le peggiori ipotesi che, alla vigilia, potevano essere teorizzate sul torneo delle Azzurre. L'andamento delle tre gare disputate è già indicativo: battuta a fatica l'Argentina (1-0 all'ultimo respiro, contro una squadra decisamente inferiore), Bonansea e compagne sono state travolte dalla Svezia (un roboan- te 5-0 che ha fatto tornare alla mente la 'cinquina' subita dalla Francia, nell'ultimo Europeo), per essere poi sconfitte dal 'nor- male' Sudafrica nello scontro decisivo: un tragico 2-3 quando, per passare il turno, sarebbe addirittura bastato un pareggio. GAP ATLETICO EVIDEN- TE - Contro la Svezia il limite principale palesato dalla nostra Nazionale è stato il previsto gap atletico. E pensare che le Azzurre non avevano approccia- to male la gara: giocando più sciolte di quanto visto contro l'Argentina, nella prima mezz'o- ra, hanno illuso di poter tener testa alle scandinave. Velocità e aggressività hanno infatti sorpre- so le avversarie, tanto che Cantore ha avuto persino due palle gol. L'esperta Svezia, però, non si è eccessivamente scompo- sta e, alzando il pressing, ha cominciato a far pesare la fisi- cità. Le trame di gioco azzurre, così, sono state soffocate sul nascere ed è venuta alla luce la fragilità fisica e mentale della difesa italiana, senza che la Ct sia riuscita ad apportare corretti- vi tattici al 'ritorno' delle avver- sarie. La partita si è sbloccata al 39': colpo di testa di Ilestedt su corner di Andersson, condito da indecisione di Durante. Raddoppio in fotocopia 5' dopo (firmato da Rolfo) e 3-0 al 45'+1' (messo a segno da Blackstenius, nelle praterie lasciate dalle Azzurre, crollate a livello mentale). L'inferiorità dell'Italia è conclamata dal quar- to gol svedese: il terzo, impieto- so, copia-incolla da azione di corner (di nuovo Andersson per Ilestedt, al 50'). Poi, praticamen- te, non si è più giocato: le ragaz- ze di Bertolini erano nel caos, la Svezia non infieriva più di tanto, concedendosi solo - al 95' - il 5 a 0 con Blomqvist, in contropiede. FRAGILITÀ MENTALE, POCA ESPERIENZA E POCA ORGANIZZAZIONE - Nella sfida decisiva contro il bat- tibile Sudafrica (54esimo nel ranking Fifa), si sono invece evi- denziati gli altri principali limiti dell'attuale Italia femminile: la fragilità emotiva, la poca espe- rienza e la minima organizzazio- ne tattica. Nonostante la superio- rità tecnica le avesse portate repentinamente in vantaggio (rigore di Caruso all'11'), le Azzurre non sono state capaci di gestire la partita, venendo messe in piena involuzione tattica e 'di gruppo'(il suo abbozzo di ricam- bio generazionale è miseramente fallito). Certo, le colpe non sono solo sue: a livello federale non si è riusciti a sfruttare appieno l'en- tusiasmo esploso quattro anni fa e, nonostante la legge sul profes- sionismo, c'è la sensazione che, a livello federale, tutto il movi- mento femminile viaggi ancora a 'scartamento ridotto' rispetto a quanto avviene nelle altre 'nuove potenze' di questo sport. Nei giorni successivi all'eli- minazione c'è anche stato un amaro botta e risposta - a mezzo comunicati e 'lettere aperte' - tra le calciatrici azzurre e la ex Ct ("Facile ora cercare un capro espiatorio" ha scritto amara Bertolini), sintomo di come qual- cosa, all'interno del gruppo, si fosse 'rotto'. Ripartire tra le macerie non sarà facile perché non è nemmeno chiaro chi potrà raccogliere la pesante eredità di Bartolini: dopo i rifiuti di Nicolato, Evani e Stramaccioni, ha cominciato a circolare il nome di Carmine Gautieri (ex calciato- re non propriamente coinvolto, sin qui, a livello femminile), che dovrebbe comunque essere affiancato da una vice donna, anch'essa ancora da individuare. era passata in vantaggio contro l'Argentina, per cui all'Italia sarebbe bastato pareggiare per passare il turno. Con la forza della disperazione - aggrappan- dosi alle calciatrici più esperte, subentrate in corsa - l'Italia il pari lo ha anche trovato: decisiva la solita Girelli, che ha favorito il tocco finale di Caruso. Era il 74' e il Sudafrica si è riversato in avanti, ma l'Italia non ha avuto la lucidità né per chiudere il match (al 87' è incredibile l'errore di Girelli a due passi da Swart), né per gestirlo. Le folate delle ragazze africa- ne hanno anzi gettato nel panico una squadra sfilacciata, impaurita e stanca e, nel secondo degli 11' di recupero, è arrivata la beffa: altro errore di Orsi, altro spunto di Magaia e gol della scatenata Kgatlana. Nell'unica occasione costruita nel maxi-recupero, Giacinti è riuscita solo a sfiorare il palo. ACCUSE TRA LE MACE- RIE - Il Mondiale finisce malis- simo, come era successo all'Europeo. La Ct Bartolini - che sapeva già di essere all'ultimo atto sulla panchina azzurra - esce di scena nel peggiore dei modi: dopo il miracolo del Mondiale 2019, abbandona una Nazionale a dura prova dall'atletismo delle ragazze di Desiree Ellis. Il timore di un altro fallimen- to, le scorie mentali della batosta contro la Svezia e la poca abitu- dine a contesti così importanti sono stati fatali, anche perché le nostre ragazze non sono sembra- te in grado di adottare un piano tattico solido e condiviso, a cui aggrapparsi nei momenti di diffi- coltà. Emblematico di questa situazione è stato il pareggio delle sudafricane, causato da un clamoroso autogol di Orsi (schie- rata a sorpresa come sostituta dell'acciaccata Salvai). Poco prima Mothalo aveva anche col- pito un palo. La reazione - di nervi, più che di gioco - c'è comunque stata e si è concretiz- zata in un montante impattato da Beccari. Nel secondo tempo la sterilità e i timori azzurri sono diventati evidenti: con poche idee il pal- leggio si è prolungato e si è fatto sempre più incerto. E così Orsi e Giugliano hanno pasticciato nel fraseggio, innescando Kgatlana che ha servito a Magaia la palla del 'ribaltone'. Poco dopo è stata Durante - sin qui sempre molto incerta - a salvare le Azzurre nuovamente su Kgatlana. E pen- sare che, nel frattempo, la Svezia STEFANO CARNEVALI