L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-7-2023

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21 GIOVEDÌ 7 SETTEMBRE 2023 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | È u n o s p e t t a c o l o bellissimo. Ico- n i c o c o m e l a vista dello skyli- n e c o n t r a s s e - gnato dal famoso Duomo di Firenze o come il "David", c a p o l a v o r o i n m a r m o d i Michelangelo. Il maestoso Ponte Vecchio attraversa il fiume Arno a Firenze da quasi 700 anni. Il riflesso dei suoi 3 archi bassi che sosten- gono una serie di negozi bril- la sulle acque assicurando una scena spettacolare e una foto memorabile. Come il richiamo del canto di una sirena, una pausa per ammi- rarlo si trasforma rapida- m e n t e i n o c c a s i o n e p e r sognare. Che sia così è evi- d e n t e , c o n s i d e r a n d o l a media di tredici milioni di turisti che lo omaggiano ogni anno. Il nome è un buon punto di partenza per ripercorrere la storia del Ponte Vecchio. Situato nel punto più stretto dell'Arno, i documenti sug- geriscono che già nel X seco- lo a.C. un ponte costruito molto probabilmente dagli Etruschi occupasse questa posizione. L'ingegno romano fu responsabile della costru- zione di un robusto ponte in legno e muratura nel sito, risalente al 125 a.C. circa. Come è solito fare l'Arno, una massiccia alluvione nel 1117 spazzò via questa strut- tura; ancora un altro diluvio fece fuori il suo sostituto nel 1333. Servirono progetti più ambiziosi; venne escogitato un piano per ricostruirne uno più grande, migliore e più forte. L'anno 1345 vide il com- pletamento del nuovo Ponte Vecchio come lo conosciamo oggi, almeno in gran parte. È ancora un mistero a chi vada attribuito il merito di questo glorioso punto di riferimen- to. A quei tempi non erano tanto la mente e il talento dietro una creazione a fare notizia, ma chi pagava; quin- d i , i n o m i d e g l i a u t o r i d i molti risultati soono andati perduti nel tempo. Accettata anche se non provata, la sto- ria fa riferimento a Taddeo G a d d i , u n o s t u d e n t e d i Giotto, quale costruttore/ progettista. Tuttavia, i suoi allori si stanno lentamente erodendo a favore di altre teorie. Molti studiosi riten- gono che il merito del genio architettonico dietro il ponte s i a d a a t t r i b u i r e a l f r a t e domenicano Fra Giovanni da Campi, progettista del P o n t e a l l a C a r r a r i r a (1334). E' una teoria plausi- b i l e . I d o m e n i c a n i d i Santa Maria Novella di Firenze furono i capomastri dell'epoca, e se esaminiamo le proporzioni del ponte, la probabilità aumenta ancora di più. L'armonia era fonda- mentale nel Medioevo, era una necessità spirituale. Le proporzioni orizzontali del ponte equivalgono a 1:2:4, corrispondenti alla teoria platonica dei numeri (alta- m e n t e s c o n c e r t a n t e ) . L e proporzioni laterali di 1:2 creano un'ottava musicale (anche questo è piuttosto e n i g m a t i c o ) c o n o s c i u t a come sacra armonia all'in- terno del misticismo pitago- rico. Traduzione semplice: q u e s t o t i p o d i p e n s i e r o e progettazione si allineerebbe esattamente con la filosofia domenicana. Potrebbe aver capito qualcosa un gruppo di fiorentini che lottò per sal- vare preziose opere d'arte durante la catastrofica allu- vione del 1964: riferirono che mentre le acque infuria- v a n o s o t t o e a t t o r n o a l ponte, il conseguente tremo- re e le scosse creavano un coro armonioso, un ronzio che era quasi musica. E il ponte è sopravvissuto. Costruito originariamente come struttura difensiva, il progetto principale prevede- va quattro torri e una serie di edifici che si aprivano solo sulla carreggiata interna che attraversava il ponte. Era una presenza dominante... e aveva un prezzo monumen- t a l e . N e s e g u ì u n o s h o c k finanziario; i poteri di gover- no avevano bisogno di un modo per riempire le casse. Perché non affittare spazi ai negozianti? Per 77 anni il vecchio ponte ha così ospita- to un mercato vivace e vario. Tuttavia, nel 1422 l'equili- brio cambiò, quando la Cor- p o r a z i o n e d e i M a c e l l a i monopolizzò i negozi: solo i produttori di carne, i concia- tori e i pescivendoli furono ammessi come inquilini. Era una sistemazione perfetta, il fiume sottostante costituiva una discarica di facile acces- so per carcasse e rifiuti... con molto puzzo risultante. Il controllo quasi governativo riuscì a mantenre la pulizia a l i v e l l i t o l l e r a b i l i , m a n e l 1 4 9 5 l e c o s e c a m b i a r o n o ancora una volta. Sovracca- rica di debiti, la Gilda ven- d e t t e r a p i d a m e n t e t u t t i i diritti. Lo stress fiscale si allentò ma si perse qualsiasi controllo sulle condizioni dei negozi e sui servizi igienico- sanitari. Risultato: un vero e proprio pasticcio puzzolente. A v a n t i v e l o c e f i n o a g l i albori del Rinascimento. Il b e l l i s s i m o m a p i u t t o s t o maleodorante ponte domina il centro di Firenze. Era l'e- p o c a d e i M e d i c i , p o t e n t e famiglia regnante di Firenze e d i g r a n d i m e c e n a t i . L e famiglie influenti erano però anche calamite per gli assas- sini. Cosimo I de Medici decretò la costruzione di un corridoio segreto dalla sua casa, Palazzo Vecchio, al suo "ufficio", quella che oggi è la Galleria degli Uffizi. Con- c e p i t o e r a p i d a m e n t e costruito da Giorgio Vasari, il passaggio nascosto, noto come Corridoio Vasaria- no, si estendeva in cima agli edifici mantenendo l'élite letteralmente al di sopra di tutto. In qualche modo Cosi- mo sfuggiva all'odore putri- do mentre attraversava il ponte: tuttavia, il suo suc- c e s s o r e F e r d i n a n d o dichiarò "Basta così!" e i negozi furono epurati dai venditori di carne e dai con- ciatori. I commercianti del- l'oro divennero l'unica atti- vità autorizzata ad occupare i negozi. Che bello che anco- ra oggi i negozi degli orefici – tutti e 48 – vendano anco- ra i loro preziosi prodotti sul Ponte Vecchio! G l i a n n i s o n o p a s s a t i veloci come le acque dell'Ar- no sotto i ponti. Inondazio- ni, guerre, tempi di prospe- rità e tempi di disperazione si sono susseguiti davanti a esso. Non solo palcoscenico di mercanti, il Ponte Vecchio è ritenuto anche il teatro dell'omicidio di un giovane amante, atto attribuito alla lunga e violenta faida fami- liare tra guelfi e ghibelli- n i . I l g i o v a n e B u o n d e l - monte de' Buondelmonti rifiutò di sposare la donna scelta per lui come ripara- z i o n e p o l i t i c a , s p o s a n d o invece, da ribelle, il suo vero amore: una guelfa. Conside- rato il suo atto disonorevole, l a f a m i g l i a d e l l a s p o s a s i affrettò a spedire Buondel- monti sul selciato di Ponte Vecchio. Va notato che era l'anno 1216, il che significa che il fatto avvenne sul "vec- chio" Ponte Vecchio, ma una tragica storia d'amore non svanisce presto. Dalla sua costruzione nel 1345 al 1944, il Ponte Vec- chio di Firenze, insieme ad altri risalenti al Medioevo, sopravvisse a innumerevoli disastri naturali e battaglie. La Seconda Guerra Mondia- l e , p e r ò , p o r t ò a F i r e n z e nuovi protagonisti e nuovi mezzi di distruzione. Tragi- camente, tutti i ponti tranne uno, Ponte Vecchio, furono distrutti dalle truppe tede- sche in ritirata. Alcuni cre- dono che Hitler abbia ordi- nato di risparmiarlo a causa della sua ammirazione per una visita precedente. Altri dicono, e la maggior parte dei fiorentini ci crede, che il m e r i t o d i a v e r s a l v a t o i l ponte sia da attribuire al console tedesco Gerhard Wolf. Una lettera scoperta di recente si aggiunge alla scelta delle teorie, propo- n e n d o c h e u n c o r a g g i o s o negoziante abbia in qualche m o d o d i s a t t i v a t o l e m i n e destinate a distruggere il ponte. A chiunque venga ricono- sciuto il merito, possiamo celebrare il fatto che il vec- chio ponte continui a vivere. Uno dei pochi ponti medie- vali urbani sopravvissuti, brilla ancora come "il ponte d'oro", un maestoso e bellis- simo ricordo del ricco e viva- ce passato di Firenze. L'avvincente storia del "Ponte Vecchio" di Firenze Un bel dettaglio della particolare architettura del Ponte Vecchio (Photo: Olgakostenko/Dreamstime) GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO PERSONAGGI

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