L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-7-2023

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31 GIOVEDÌ 7 SETTEMBRE 2023 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES E rano volati per l a p r i m a v o l t a negli Stati Uniti n e l l ' e s t a t e d e l 2018 per parte- cipare al World of Dance, la competizione di danza urba- na più famosa del mondo, presentata da Jennifer Lopez e trasmessa sul canale ame- ricano NBC. Q u e s t ' a n n o g l i U r b a n Theory sono tornati a Los Angeles per esibirsi nuova- mente sul palco del World of D a n c e , q u e s t a v o l t a p e r ò come ospiti d'onore. In que- sti anni infatti i sei ballerini d i S a n r e m o , i n L i g u r i a , h a n n o r a g g i u n t o i 2 0 . 3 milioni di followers su Tik- Tok e ottenuto 3.5 miliardi di views e oltre 300 milioni di like tra Facebook, Insta- gram e Tiktok. Lo stile di danza che li distingue è il tutting, ovvero uno stile di ballo contemporaneo in cui con le braccia e con le dita si creano posizioni geometri- che e movimenti rettangola- ri. I componenti del gruppo, Jessica De Maria, Fabiano Paglieri, Leonardo Sigona, Riccardo Marano, Lorenzo Piantoni e Davide Sala sono stati i primi ballerini italiani di sempre a esibirsi come ospiti alla competizione nata negli Usa nel 2008. "Se ce l'avessero detto cinque anni fa non ci avremmo creduto". M i r a c c o n t a n o d u r a n t e i l nostro incontro a Los Ange- les. Il vostro nome nasce dalla scuola di danza di Sanremo dove vi siete conosciuti e dove Jessica De Maria, fondatrice del g r u p p o , e r a u n ' i n s e - g n a n t e . R a c c o n t a t e m i del vostro esordio. Jessica De Maria: Quando siamo venuti in America per la prima volta ci chiamava- m o C a l y p s o e d e r a v a m o ancora piccoli in un certo senso. Da quella esperienza abbiamo deciso di partecipa- r e a I t a l i a ' s G o t T a l e n t . Abbiamo cercato qualcosa c h e c i d i f f e r e n z i a s s e p e r distinguerci dagli altri balle- r i n i d i h i p h o p . U n o d e i membri del gruppo, Davide, aveva già la passione del tut- ting e ci ha proposto di pun- tare su quello. L'intenzione e r a d i f a r e u n ' e s p e r i e n z a televisiva portando qualcosa d i d i v e r s o m a a l l a f i n e è andata anche meglio delle nostre aspettative! Non solo ci siamo aggiudicati il Gol- den Buzzer da Federica Pel- legrini ma abbiamo anche avuto un buon riscontro da parte del pubblico. Lì abbia- mo capito che stavamo pren- dendo la strada giusta. E dopo cosa è succes- so? Lorenzo Piantoni: Dopo ci ha chiamato Fiorello, ci ha voluto nel cast di Viva Rai- Play! Siamo stati a Roma per tre mesi ed è stata un po' la n o s t r a p r i m a e s p e r i e n z a lavorativa. Prima eravamo ballerini che portavano la propria arte in giro, da Fio- rello in poi abbiamo inco- minciato a vedere il ballo c o m e u n a c a r r i e r a v e r a e propria. Poi con il Covid si è tutto fermato. Come avete affrontato questa pausa forzata? Jessica De Maria: All'ini- zio c'è stata, come per tutti, una sorta di smarrimento. Grazie però proprio alla qua- rantena, avendo più tempo a disposizione, abbiamo deci- s o d i i n v e s t i r e d i p i ù s u i social media anche perché in quel periodo stava esploden- do TikTok. Dopo un paio di mesi uno dei nostri video è diventato virale e questo ha dato inizio a tutto. Come è stato approc- ciare il tutting? Lorenzo Piantoni: È stato abbastanza semplice perché avendo già una base di hip hop avevamo comunque una buona dose di conoscenza del corpo e del movimento. Nel tempo siamo migliorati m o l t i s s i m o . O r a q u a n d o guardiamo la prima appari- zione a Italia's Got Talent ci viene da ridere. Jessica De Maria: La par- ticolarità è che con il tutting c'è anche un processo men- t a l e c h e v i e n e m e s s o i n moto, perché devi focalizzar- ti sul mantenere l'energia. È u n o s t i l e m o l t o p r e c i s o e come gruppo devi imparare a sincronizzarti. Quante ore vi allena- te? Lorenzo Piantoni: Quan- do siamo in Italia ci vediamo q u a s i t u t t i i g i o r n i . N o n siamo settati in maniera ser- rata sugli allenamenti, ogni giorno cerchiamo di capire cosa c'è da fare. Quelli che n o n m a n c a n o s o n o i momenti in cui ci mettiamo davanti allo specchio per studiare una nuova coreo- grafia e quando ci mettiamo al tavolo per fare brainstor- ming e capire come imposta- r e i v i d e o , c o m e g e s t i r e i social ma anche i clienti e i collaboratori. Cosa vi aspettavate da questa esperienza ame- ricana? Fabiano Paglieri: Siamo partiti consapevoli del fatto c h e a v r e m m o i n c o n t r a t o t a n t i s s i m i c r e a t o r m a c i siamo detti: "Siamo a Los Angeles, è estate, riusciremo a rilassarci". Mai successo! Abbiamo lavorato tantissi- mo. Qui vanno tutti a due- cento all'ora quindi all'inizio è stato un po' traumatico. A Sanremo si vive la vita di una città piccola. Jessica De Maria: La cosa bella è che qui è un po' come se avessimo trovato i nostri simili. In Italia è più difficile t r o v a r e r e a l t à l e g a t a a l l a stessa forma d'arte e anche la mentalità è diversa. Qui i creator, ti cercano, ti scrivo- no, ti fanno proposte. Figu- rati che alcune persone con le quali abbiamo collaborato le abbiamo conosciute total- m e n t e a c a s o p e r s t r a d a . Abbiamo girato dei video, ancora inediti, con creator m o l t o l o n t a n i d a n o i d a l punto di vista artistico. Ora siamo contenti di tornare in Italia e metabolizzare quan- to fatto qui, davanti a una bella pizza. Lorenzo Piantoni: La cosa che mi ha stupito di più è stata che mentre facevamo dei video sulla Walk of Fame e a Venice Beach, tantissime persone ci ha fermato per- ché ci avevano riconosciuto e ci hanno chiesto una foto. Cosa che in Italia non ci è mai successa! I Paesi dove s i a m o p i ù f a m o s i i n f a t t i sono gli Stati Uniti, il Brasile e l'India. L'Italia è al quinto posto. Le cose che vi hanno emozionato di più? Fabiano Paglieri: L'aver conosciuto persone nuove e l'aver fatto collaborazioni con gente che seguivamo da tempo, come Derek Hough, H a y l e y E r b e r t e A u b r e y Fisher. C o n q u e s t ' u l t i m o avete girato un video tri- buto per Michael Jack- son. Come è nata l'idea? Fabiano Paglieri: Lì c'è stato lo zampino di Ricky che è un suo grande fan. In occasione dell'anniversario del compleanno di Michael Jackson abbiamo pubblicato un video insieme a un altro creator americano, Aubrey F i s h e r . P e r q u e s t o v i d e o abbiamo creato tutto, anche la base musicale di una sua canzone, Beat It. Tra l'altro Riccardo è stato il primo del gruppo ad aver avuto delle esperienze televisive, infatti proprio per via di questa sua passione per Michael era diventato abbastanza cono- sciuto da bambino e veniva invitato a ballare in RAI con sua sorella. Tornando alla vostra città natale, Sanremo, lì è d o v e a v e t e a p e r t o i l v o s t r o n u o v o s t u d i o . Come mai questa la scel- ta di rimanere lì invece di andare in una grande capitale europea o nor- damericana? Lorenzo Piantoni: Non è nemmeno stata una scelta, è accaduto in maniera natura- le. Non abbiamo mai nem- meno sentito l'esigenza di doverci spostare a Milano, dove andiamo spessissimo per lavoro, proprio perché avendo successo soprattutto sui social si riesce ad essere ovunque. Fabiano Paglieri: Lo stu- dio a Sanremo sarà la nostra base operativa. Però siamo sempre con una valigia già pronta! Siamo abbastanza nomadi. Avete altri progetti in Italia? J e s s i c a D e M a r i a : S ì , abbiamo un progetto che si chiama Black Widow, grup- po di ballo di sole donne che noi coreograferemo. Poi c'è sempre la scuola di danza che avevo aperto io ai tempi e che chissà, magari sfornerà altri talenti. Gli Urban Theory durante una loro performance (Photo courtesy of Urban Theory) Gli italiani Urban Theory ospiti d'onore al World of Dance

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