L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-7-2023

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www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 7 SETTEMBRE 2023 Stonehenge o Marcahuasi? No, Montalbano Elicona I n Italia, si sa, piace molto la sfida tra città, tra gonfaloni, tra quartieri, insom- ma fra tradizioni di diversi luoghi pur se vicini tra loro. Tra tutte, il Palio di Siena è certamente il più conosciuto e non soltanto in Italia, ma ci sono moltissi- me altre realtà che in diversi periodi dell'anno, riempio- no le strade e le piazze per dar luogo a giochi medieva- li con riproduzione molto vicine alla realtà dell'epoca che rappresentano, quali i costumi, i giochi, insomma è un calarsi in tempi lontani in cui l'abilità dei giovani, principalmente, veniva sol- lecitata per premiare chi si fosse distinto maggiormente nelle competizioni. Anche la Sicilia non viene meno a questa antica usanza: il Palio, e molte città dell'iso- la, in occasione di feste o sagre locali, vedono gareg- giare in tornei rappresentan- ze della popolazione. Non è soltanto una festa di gare, di sbandieratori o altre antiche manifestazioni giullaresche, ma è anche – e forse soprat- tutto - una attrattiva impor- tante e sempre attesa : il Corteo Storico in costumi d'epoca. Un posto di rilievo occupa, infatti, il Corteo Storico della città di Mon- talbano Elicona che rievoca l'incoronazione di Federico II d'Aragona. Nella stessa città, nella piazza Maria SS della Provvidenza, il 19 e 20 agosto scorso, inserito nelle Feste Aragonesi, si è svolto il Palio dei Quartieri che prevedeva la messa in atto di alcuni giochi medie- vali che avrebbero decretato un vincitore tra i partecipan- ti appartenenti a diversi sob- borghi tra di loro limitrofi. Il secondo giorno ha visto sfilare il corteo storico che rievoca l'ingresso a Montal- bano di Federico II d'Ara- gona, accompagnato da dame, cavalieri, giullari, arcieri tutti in abiti d'epoca ed è stato possibile anche gustare piatti medievali e vino speziato. Scrivendo della cittadina dei Nebrodi - premiata nel 2007-2008 come "Città del Presepio d'Italia" - non si può non ricordare appunto il Presepe vivente, ancora pre- miato nel 2000 come "Miglior Presepe vivente della Sicilia"- a cui parteci- pano molti cittadini. I figu- ranti, in abiti che ricordano quelli della Città Santa, Gerusalemme, si riappro- priano di vecchie botteghe artigianali e mostrano ai visitatori – locali e turisti – gli antichi mestieri, eserci- tandoli non per far mostra di sé, ma semplicemente perché stanno svolgendo la loro abituale attività. Ed è davvero suggestivo passeg- giare per i vicoli illuminati da torce che danno la sensa- zione di essere tornati indie- tro nel tempo. Monumento iconico della cittadina di origini medieva- li ed eletta nel 2015 Borgo dei Borghi, è il Castello. Costruito dai Normanni nel- l'XI-XII secolo, passò nel XIII secolo a dimora degli Svevi e, in seguito, nel periodo dei Vespri siciliani, fu luogo di contesa tra latini e aragonesi. In seguito vide tra i suoi proprietari gli Spa- gnoli finché, nel 1805 Giu- seppe Bonanno Branciforti, ultimo proprietario, lo cedette all'Ordine dei Gesuiti, diventando così un monastero. In seguito, divenne sede del Comune di Montalbano Elicona. E ancora, Montalbano Elicona non è famosa sol- tanto per le sue tradizioni popolari, ben più antiche sono le radici che affondano nel suo territorio ma che hanno raggiunto un' eco vastissima nel mondo della ricerca di Dolmen e Menhir e tutto ciò che riguarda i Megaliti. Ecco perché, quando si parla di Montal- bano, spesso si fa il parago- ne con i siti archelogici pri- mitivi più famosi di lei quali, appunto, Stonehenge e Marcahuasi, rispettiva- mente il primo in Inghilterra che nel 1986 è stato inserito tra i beni dell'umanità dall'UNESCO, e il secondo in Perù. Nel territorio della cittadina della provincia di Messina, al confine tra i monti Peloritani e i Nebro- di, all'interno della "Riserva orientata del Bosco di Mala- botta" si trova l'altopiano dell'Argimusco che si eleva tra 1165 e 1230 metri sopra il livello del mare e rappre- senta con le sue rocche uno dei più interessanti siti rupe- stri di tutto il meridione ita- liano. Dall'alto della sua sommità si può osservare un panorama che, spaziando tutto intorno, lascia vedere sia l'Etna che le isole Eolie. Il vento e le piogge, nel corso dei millenni, hanno modellato grandi masse roc- ciose, dando loro delle forme di figure antropomor- fe e zoomorfe che furono scelte per decifrare i misteri dell'astronomia, dell'alter- narsi delle stagioni, dell'in- dividuare i solstizi e gli equinozi. Abituati ai ridenti e assolati paesaggi della Sicilia, in questo sito ci si sente trasportati in un mondo fuori dal tempo, in una dimensione quasi aliena dove possiamo identificare nei menhir quello della viri- lità; l'aquila -certamente uno dei più famosi- il cui becco guarda in direzione del vulcano Etna; il mam- mut; la donna orante, di una sconcertante bellezza e somiglianza alle icone cri- stiane; la scimmia; l'occhio; la roccia con la sfera e altri. E nell'osservarli, viene spontanea la domanda se non sia intervenuta la mano dell'uomo nella creazione di queste mega sculture. Le piante di felci che ricoprono il territorio contribuiscono a rendere ancor più affasci- nante e misterioso questo luogo. Alcuni scienziati e stu- diosi hanno visto nella pre- senza di questi strani mega- liti la proiezione del firmamento, "lo specchio delle stelle". Molte delle più recenti ricerche, iniziate alcuni decenni fa, sono state con- dotte dal professor Gaetano Maurizio Pantano che per più di venti anni ha dedicato parecchio del suo tempo allo studio, alla ricerca, all'identificazione dei megaliti della sua città nata- le e alla ricerca di siti prei- storici che occuparono quei territori in tempi lontanissi- mi. Oltre all'amore per la ricerca, quello per la sua città natale,Montalbano appunto, è stato il desiderio di dare loro un riconosci- mento, una risonanza a livello non solo regionale, nazionale, ma anche inter- nazionale e spesso troupe televisive straniere sono state tra i monti Nebrodi per intervistarlo e per verificare di persona l'importanza di questo sito e della sua enor- me ricchezza archeologica. Il Pantano ha anche scritto un libro dal titolo "Megaliti di Sicilia", stampato nel 1994 che è ancora oggi una insostituibile guida alla sco- perta e alla ricerca di questo interessantissimo patrimo- nio tra le montagne della catena degli Appennini di Sicilia, quali sono i monti Nebrodi. La presenza, nel tempo, di dominazioni greche, romane, arabe, normanne, spagnole, francesi, italiche sono riscontrabili non sol- tanto negli usi e nei costumi ma anche nel dialetto gallo- italico che vi si parla. L'atti- tudine degli abitanti alla pastorizia e alla coltivazio- ne e consumazione di pro- dotti locali, è testimoniata dalla produzione di prodotti caseari e dagli alimenti a base di grano e da dolci a base di nocciole. Una strada sterrata attraversa i megaliti di Argimusco (Photo: Ollirg/Dreamstime) L'Aquila, uno dei megaliti di Argimusco (Photo: Ollirg/Dreamstime) LIFE PERSONAGGI RECENSIONI ARTE

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