L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-21-2023

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GIOVEDÌ 21 SETTEMBRE 2023 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT STEFANO CARNEVALI L a quarta giornata di Serie A aveva in programma il derby di Milano, sfida sentitissima per la tradizionale rivalità tra le due compagini, ma anche confronto tra le due squa- dre in vetta alla classifica, a pun- teggio pieno. È finita con un roboante trionfo (5-1) dell'Inter che ha saputo ancora una volta mettere a nudo (approfittandone con spietata efficacia) tutti i punti deboli del Milan. RISULTATO ESAGERA- TO, PARTITA A SENSO UNICO - Chiariamo subito: per quanto il risultato finale sia 'esa- gerato' (molti dei gol nerazzurri sono frutto di situazioni rocam- bolesche o di grandi exploit del singolo), il derby non è mai stato in discussione. Si è trattato di una gara a senso unico, in cui l'Inter ha fatto - alla perfezione - tutto quello che aveva program- mato, mentre il Milan ha attuato male un piano tecnico errato. MANCANZA DI FERO - CIA - Quello che più ha impres- sionato - in negativo - nella gara Obiettivo Serie A. L'Inter domina ancora una volta il derby e travolge il Milan: gli errori dei rossoneri terzini costantemente chiamati a lunghe rincorse e a faticosi uno contro uno. Situazioni, queste, di cui l'Inter ha approfittato con la consueta efficacia. disputata dai Rossoneri, è stata l'assoluta mancanza di ferocia. Pesantemente rinnovato, il Milan non avrebbe dovuto patire un'eccessiva sudditanza di fronte ai cugini che, nella scorsa stagio- ne, hanno vinto in 4 derby su 5. Invece è stato proprio il contra- rio: in ogni fase della partita - sullo 0-0, all'inizio del secondo tempo (quando si sarebbe dovuta avvertire una 'scossa', a seguito dei 'sermoni' dell'intervallo) e subito dopo il gol del 1-2 - gli uomini di Pioli sono parsi del tutto privi di quel furore agoni- stico e di quella ferocia che non possono mancare in un match di questa importanza. UGUALI A SE STESSI - Questo approccio mentale ha fatto ricordare quanto visto nelle ultime tre gare stracittadine (in particolare quelle giocate in Champions), in cui il Milan è sempre apparso spento e timoro- so, incapace di 'osare' la giocata anche con i suoi interpreti più estrosi. I Rossoneri sono stati anche uguali a loro stessi dal punto di vista tattico: Pioli ha riproposto una squadra molto offensiva - come visto in tutto questo avvio di stagione -, in cui le ali giocano larghissime, le mezz'ali sono costantemente impegnate a ridosso del centra- vanti e i terzini - a turno - si accentrano, per dare manforte al mediano. Questa impostazione, pur facendo correre più di un rischio al Milan, nelle prime giornate ha funzionato egregia- mente. Tuttavia i Rossoneri, contro Bologna, Torino e Roma, avevano potuto 'fare la partita', passando sempre in vantaggio e godendo di ampi spazi in cui far valere la superiorità tecnica. Nulla di tutto ciò è avvenuto contro l'Inter. DUE FASI INSUFFICIEN- TI - Partendo da questi presup- posti, il Milan, pur controllando a lungo il pallone, ha attaccato male (e lo ha fatto con poco movimento senza palla, con un'intraprendenza nulla degli esterni e con le mezz'ali conti- nuamente 'risucchiate' dalla mediana avversaria) , conse- gnandosi così alle ripartenze dell'Inter e difendendo conse- guentemente malissimo. Va poi aggiunta la scarsa prestazione dei lenti Kjaer e Thiaw (un'altra prova pessima, quella del giova- ne tedesco: è allarme rosso?) costretti a giocare con tantissimo campo alle spalle, la mediana sempre alta e fuori posizione e i Stefano Pioli (Ph © Ettoregriffoni - Dreamstime.com)

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