L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-5-2023

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GIOVEDÌ 5 OTTOBRE 2023 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | 13 P otrebbe comin- ciare con "C'era u n a v o l t a . . . " l a storia di questo borgo nato intor- no al 1700 a opera dei padri del Noviziato dei Gesuiti di Palermo che, acquistati dei terreni agricoli nei pressi del territorio di Partinico, comu- ne in provincia del capoluogo s i c i l i a n o , v i c o s t r u i r o n o magazzini, case coloniche, una torretta di avvistamento e – immancabile – una chie- s e t t a c h e i n t i t o l a r o n o a Maria Santissima del Rosa- r i o . I n t o r n o a l l a s e c o n d a metà del XVIII secolo, Papa C l e m e n t e X I V s o p p r e s s e l'Ordine dei Gesuiti e biso- gnerà aspettare il 1814 per- ché Papa Pio VII istituisse nuovamente l'Ordine. Intan- to la proprietà dei terreni era passata a Henri d'Or- leans, duca d'Aumale, fran- cese che ne fece luogo di pro- duzione del vino "Moscatello dello Zucco". Circa trecento operai lavoravano nella sua azienda e abitavano il borgo. Ma nel secondo dopoguerra iniziò il declino del villaggio poiché gli abitanti si trasferi- rono in città o all'estero e una ripresa si ebbe soltanto alla fine degli anni Novanta del secolo passato. L a r i n a s c i t a , a n c o r a i n corso, la si deve a un impren- ditore partinicese "sognato- r e " m a l u n g i m i r a n t e , Giuseppe Gaglio che, coin- volgendo i pochi abitanti del luogo, sta attuando una rivo- luzione architettonica e cul- turale in questo che risponde a l n o m e d i B o r g o P a r r i n i (cioé "preti", in dialetto sici- liano e che fa riferimento ai primi fondatori, i Gesuiti). Ma bisogna tornare all'in- ciso "C'era una volta" per spiegarne il senso fiabesco. Le poche case che compon- gono l'abitato sono colorate di azzurro, di giallo e di bian- co e arricchite, quasi tutte, n e l l e f a c c i a t e d i m o s a i c i , maioliche, murales e di frasi che prendono ispirazione da autori poeti, artisti e scrittori q u a l i G a n d h i , N e l s o n M a n d e l a , F r i d a K h a l o , Antoni Gaudí, Paulo Coelho e lo stesso Giuseppe Gaglio. L o s t i l e r i c h i a m a p r o p r i o quello di Palazzo Batllò, nel paseo de Gràcia a Barcellona, capoluogo della Catalogna, r e g i o n e d e l l a p e n i s o l a Iberica, per l' affascinante architettura e le decorazioni della facciata che la rendono simile a un paesaggio fiabe- sco, per i suoi colori, le sue piastrelle che prendono il nome da uno dei luoghi di maggiore produzione -l'isola di Maiorca, la più grande dell'arcipelago delle Baleari, le sue decorazioni e per l'ori- g i n a l i t à d e l l e s u e f o r m e , insieme di elementi per cui l'UNESCO l'ha dichiarata nel 2005 patrimonio dell'u- manità. Alcuni manufatti in cera- mica che rappresentano le nove province siciliane sono in mostra permanente lungo le poche strade e le altret- t a n t e p o c h e c a s e . Passeggiando si incontrano, dunque, vasi in ceramica, riproduzioni in miniatura e, a n c h ' e s s i i n c e r a m i c a , d i campanili di alcune chiese dei nove capoluoghi della regione. Non manca, nell'u- nica piazzetta, l'esposizione di un carretto siciliano, sim- bolo di una civiltà rurale e antica, decorato con imma- g i n i c h e r i p r o d u c o n o momenti di vita contadina in un tripudio di colori sgar- gianti e allegri, antico mezzo di trasporto di campagna e ancora oggi massima rap- presentazione del folklore e dell'identità siciliana. Un esemplare si trova esposto al M u s é e d e l ' H o m m e d i Parigi e si spera possa essere inserito nei beni dell'uma- nità dell'UNESCO. Il bianco, l'azzurro, il gial- lo, l'arancio e il verde domi- nano la scena rappresentan- do, distribuiti su due colon- ne "ondeggianti", l'una, il m a r e e l ' a c c o g l i e n z a – l a Sicilia offre costantemente asilo ai migranti che vengo- no dal mare - attraverso il bianco e l'azzurro, l'altra, dipinta con i restanti colori che ricordano gli agrumi, eccellenza delle terre sicane. S o n o p r e s e n t i a n c h e esemplari dei "pupi sicilia- ni", primitiva ma elaborata forma di rappresentazione teatrale, tuttora mantenuta in vita da artisti, discendenti d e l l e a n t i c h e f a m i g l i e d i "pupari" che portano ancora o g g i i n s c e n a l e g e s t a d i Carlo Magno e dei suoi pala- dini ed è inserita dal 2008 tra i beni orali e immateriali dell' UNESCO. Altra particolarità che ci ricorda sempre il tema fiabe- s c o è d a t a d a l M u s e o Onirico, luogo di sogno e fantasia e dove si trovano opere ispirate a Chagall e Monet ma create da artisti siciliani; pupi siciliani, sce- nografie e pitture. Insomma, un luogo dove poter sognare perché la vita scorre attra- verso i sogni, irrinunciabile senso dell'esistenza umana. E poiché tutto deve necessa- riamente passare dalla cul- tura, ecco un'immancabile visita al Caffè Letterario, l u o g o d i i n c o n t r i , e v e n t i , convegni organizzati all'as- sociazione che altro nome non poteva avere se non "I campanili a Borgo Parrini" e che è un caposaldo per la promozione e la valorizza- zione della cultura del borgo e dove si può contempora- neamente gustare un buon c a f f è , u n a b e v a n d a , u n pasticcino. Girare per le stradine è come un viaggio nella Sicilia di un tempo passato, oltre c h e n e l l a B a r c e l l o n a d i Gaudì, per gli arredi antichi, autentici, le figure rappre- sentate sui muri delle case, sulle maioliche all'interno d e l l e s t e s s e , s u l l e p a r e t i ondulate delle facciate, sui colori sgargianti, sui mosaici che ogni giorno, e giorno dopo giorno, arricchiscono e determinano sempre di più l'identità di questo piccolo lembo di terra in provincia di Palermo, luogo di sogno che ci trascina come dentro una fiaba e ci invita a non smettere mai il gioco fan- ciullo dell'immaginazione. Molti paragonano a Henri d'Orleans duca d'Aumale che incentivò l'agricoltura nel territorio di Partinico con la produzione di vino e di agrumi, l'imprenditore Giuseppe Gaglio che si occu- pa, invece, di produrre ed esportare cultura, arte, fan- tasia ma con il gusto fanciul- lesco di chi conosce il sogno, la fiaba e la sua capacità di rendere felici chi vi abita e i visitatori che sono sempre in numero crescente. E n o n s a r e b b e u n v e r o Borgo "Parrini" se non fosse presente e in modo incisivo il culto della Madonna del Rosario che si festeggia ogni anno la prima domenica di settembre. Già all'alba il fra- g o r e d e l l a c a m p a n a d e l l a chiesa sveglia gli abitanti e le strade si riempiono di ban- carelle che espongono calia ( c e c i t o s t a t i ) e s e m e n z a (semi di zucca essiccati), petrafennula (dolce di origi- ne araba a base di miele, mandorle, bucce di cedro e arance, confetti e cannella) di consistenza molto dura ma gustosissima, e oggetti di varia fattura. Non è difficile trovare pure dei cesti conte- nenti pane "cunzato"caldo e irrorato d'olio d'oliva o ripie- no di ricotta fresca o formag- gio. Tutti gli avventori indos- sano i loro migliori abiti e le donne, sugli indumenti di seta, portano scialli ricamati e tutti badano a non mac- chiare i vestiti con l'abbon- dante vino che, signore di ogni tavola, non manca nep- p u r e p e r o n o r a r e l a Madonna del Rosario. M a n o n p o s s i a m o n o n c i t a r e l a f r a s e i n c i s a s u l muro di una casa del borgo di Giuseppe Gaglio, anima- tore di questo eccentrico e fantastico villaggio alle porte di Palermo, che così recita: "Io compongo frammenti di p o c o c o n t o c h e i n s i e m e riprendono vita sprigionan- do bellezza e speranza". Le coloratissime abitazioni di Borgo Parrini (Photo: Eleni Mavrandoni/Shutterstock) Un borgo di Sicilia che sa di Spagna SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO

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