L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-19-2023

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famiglia, i nostri antenati e la storia delle nostre comunità, s i a m o a n c h e i l u o g h i c h e abbiamo abitato, le case, i paesi e le loro tradizioni, i rituali della domenica o delle feste comandate, le persone che abbiamo incontrato e le comunità che hanno costrui- to un modo di abitare un luogo. Quando nasciamo ini- ziamo ad appartenere a un posto, ad assorbirlo, a ricor- darlo. Significa che ce lo por- teremo dietro anche a mille miglia, un oceano o 11 ore di areo di distanza. Quei luoghi per quanto lontani, rimossi, abbandonati, dimenticati, ci inseguiranno. Quando ci spo- stiamo, portiamo via anche il pezzo identitario di quei luo- ghi cioè il modo in cui si vive- va, i gesti e la lingua, i rituali sociali, i legami di una comu- nità. Capire queste appartenen- ze, recuperarle, elaborarle è un affascinante viaggio alla scoperta di noi stessi. Tante volte non siamo consapevoli del gigantesco bagaglio che ci portiamo dentro. E avere un mese all'anno per pensarci è in fin dei conti un gran regalo perché è un tempo più unico c h e r a r o p e r r e n d e r s e n e conto. Scartate questo regalo che ci fa l'Italian Heritage Month, cari amici lettori, e godetevi la sorpresa di questo patrimonio italo-americano che ci portiamo dentro. NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 19 OTTOBRE 2023 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Q uanto apparte- niamo ai luoghi in cui viviamo? E quanto questi l u o g h i s o n o parte di noi? Le due domande sembrano portare a risposte abbastanza ovvie ma il noc- ciolo della questione è un altro: quanto ne siamo consa- pevoli? Se ci sentiamo un po' "frul- lati" dalla globalizzazione per cui tutto il mondo attorno a noi sembra omogeneizzarsi, assomigliarsi, replicarsi un po' ovunque, con i social che ci bombardano di immagini sempre più simili e sempre più artefatte, osservare con attenzione il paesaggio che abbiamo intorno può aiutarci a ritrovare un baricentro. Molto di quello che siamo lo dobbiamo all'ambiente in cui viviamo, così come alla famiglia in cui cresciamo e alla comunità che frequentia- mo. Allo stesso modo, anche il paesaggio influisce su di noi: dal modo in cui viviamo alla tipologia delle case in cui a b i t i a m o , d a i v e s t i t i c h e indossiamo perché ci rendo- no adatti alle condizioni cli- m a t i c h e d e l c o n t e s t o a l l e forme di urbanizzazione che disegnano i luoghi in cui stia- mo. Mangiamo certi cibi per- ché sono locali o seguiamo certe abitudini perché è usan- za del posto. Ancora, teniamo aperte o chiuse le finestre perché c'è fuori il sole caldo, la neve che fa battere i denti o il traffico che potrebbe riem- pire la stanza di smog. Baste- rebbe pensare qualche volta in più, a quanto molto dei nostri comportamenti dipen- de dal luogo in cui stiamo, per renderci conto dell'im- patto che un ambiente ha su di noi. Se poi pensiamo che ogni luogo ha una lunga sto- ria alle spalle, cioè è così per- ché prima di noi è stato crea- t o , m o d i f i c a t o , a d a t t a t o , interpretato da chi è venuto prima, è facile rendersi conto di quanto i "nostri" luoghi non siano neutri ma ci tra- smettano storie o esperienze. Casa "nostra" piuttosto che la "nostra" città, il parco in fondo alla "nostra" strada o lo skyline che si disegna mentre seguiamo il "nostro" percorso di jogging, raccontano mol- tissimo di chi siamo. Anche s e n o n c e n e a c c o r g i a m o distintamente se non quando c a m b i a m o c i t t à o S t a t o durante il college o mentre ci trasferiamo per lavoro a due ore di aereo da casa, ogni nostro luogo contribuisce a disegnare la nostra mappa mentale. Dentro questa mappa c'è molto di noi ma c'è anche molto dell'ambiente attorno a noi. La definizione stessa di luogo passa dalla nostra testa perché lo definiamo non solo attraverso una serie di carat- teristiche fisiche ma attraver- so la nostra percezione che è fatta anche dalle sensazioni che proviamo, dal valore che gli attribuiamo in base all'e- sperienza che facciamo in quel luogo, dal significato che altre persone gli hanno dato perchè lo abitano, lo hanno modificato o interagiscono con esso. Ogni luogo è anche un condensato di immagini che arrivano dal passato, è il frutto dei cambiamenti subiti nel corso del tempo, di quello che ci hanno tramandato o di quello che si è perso nel pas- saggio dei secoli. E' cioè un pezzo della nostra memoria personale e sociale e della nostra identità. Ha una parte fisica, materiale e concreta, m a è a n c h e u n a n o s t r a costruzione che ha a che fare con i ricordi, l'antropizzazio- ne, il modo in cui ci muovia- mo in esso. Perché parlare di luoghi in q u e s t o I t a l i a n H e r i t a g e Month? Perché, esattamente come induce a fare la mostra sui siti Unesco allestita all'I- stituto Italiano di Cultura di Los Angeles, di cui parliamo nella storia in copertina, se osserviamo i nostri luoghi v e d i a m o p o c o a l l a v o l t a emergere molto della nostra identità culturale. Se abitiamo a San Franci- sco e siamo abituati alle neb- bie che avvolgono il Golden Bridge, al verde profondo delle vallate che si affacciano sul blu dell'oceano spazzato dal vento impetuoso, difficil- mente riusciremo a ricono- scerci nei colori secchi e bru- niti dal sole del pur vicino deserto del Nevada. Se vedia- mo una foto del Vesuvio, anche se è molto lontano, è probabile che lo sentiamo molto più "vicino" a noi per- ché nella nostra testa ci sono immagini sedimentate dai racconti dei nonni, da ricordi di viaggi lontani, dai profumi che ci sono stati descritti, magari da vecchie foto che ce lo rende un luogo familiare. Il nostro patrimonio, cul- turale e naturale, è fatto di molto di più di montagne o pianure, coste rocciose o brume invernali. Un piemon- tese che vive nella Napa Val- ley vedrà un pezzo della sua terra perché se l'è portata dentro. Un pescatore sicilia- n o e m i g r a t o n e l l a W e s t Coast, quando è arrivato a inizio Novecento ha immagi- nato il quartiere di San Pedro a Los Angeles come un pezzo della sua terra anche se il Pacifico era tutt'altra cosa rispetto al Mediterraneo. Ci riconosciamo nei luo- ghi, ne portiamo dentro pez- zetti, interpretiamo paesaggi nuovi come quelli che abbia- mo abitato ed è per questo che ci portiamo dietro tradi- zioni, rituali, abitudini culi- narie e feste che appartengo- no a luoghi diversi da quelli in cui ci siamo spostati per studiare, lavorare o vivere. Siamo il luogo in cui siamo nati e cresciuti, la nostra Il patrimonio culturale che ci portiamo dentro e il regalo dell'Italian Heritage Month giancarlo.fadin@protravelinc.com Direct: 818-783-0208

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