L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-19-2023

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GIOVEDÌ 19 OTTOBRE 2023 www.italoamericano.org 5 L'Italo-Americano IN ITALIANO | NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ I l Cenacolo di Leonar- do da Vinci, la città di Vicenza e le ville del Palladio nel Veneto m a a n c h e i l c e n t r o storico di Roma, la Costiera Amalfitana e le Isole Eolie. I S a s s i d i M a t e r a , i l M o n t e Etna e le Dolomiti, le Cinque Terre e il paesaggio vitivinico- lo del Piemonte. Questi sono solo alcuni dei 59 luoghi del territorio italiano che sono stati inclusi nella lista del p a t r i m o n i o m o n d i a l e Unesco. La definizione di "patrimo- nio mondiale" nasce nel 1972, quando l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazio- ne, la Scienza e la Cultura adotta la Convenzione per proteggere i siti di "ecceziona- le valore universale". La lista c o m p r e n d e s i t i n a t u r a l i , archeologici, monumenti, ville, dimore storiche, città e isole. Luoghi che sono fonte insostituibile di vita e d'ispi- razione rispetto a cui vige la missione principale dell'Une- sco che prevede l'identifica- zione, la protezione, la tutela e la trasmissione alle genera- zioni future di questo tesoro inestimabile. Fino ad oggi l'Unesco ha riconosciuto un totale di 1199 siti (933 siti cul- turali, 227 naturali e 39 misti) p r e s e n t i i n 1 6 8 P a e s i d e l mondo. Attualmente l'Italia detiene il maggior numero di s i t i i n c l u s i n e l l a l i s t a d e i patrimoni dell'umanità e il primo, Arte Rupestre della V a l l e C a m o n i c a , è d a t a t o 1979. Per l'Italia, di questi 59 siti 6 sono siti naturali (Isole Eolie, Monte San Giorgio, Dolomiti, Monte Etna, Anti- che faggete primordiali dei C a r p a z i e d i a l t r e r e g i o n i d'Europa, Carsismo nelle eva- poriti e grotte dell'Appennino Settentrionale) e, nell'ambito dei rimanenti 53 siti del Patri- monio Mondiale, 8 sono pae- s a g g i c u l t u r a l i : C o s t i e r a Amalfitana, Portovenere, Cin- que Terre e Isole (Palmaria, Tino e Tinetto), Parco Nazio- nale del Cilento e Vallo di Diano, con i siti archeologici di Paestum, Velia e la Certosa di Padula, Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, Val d'Orcia, Ville e giardini medicei in Toscana, Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferra- to, Le Colline del Prosecco di C o n e g l i a n o e Valdobbiadene. Non sono semplicemente bei posti da visitare in un viaggio di piacere o impor- tanti opere di architettura, urbanistica o ingegneria da ammirare. Sono beni artistici e territoriali che compongo- no il patrimonio culturale del Belpaese perché sono la sin- tesi creativa di popolazioni che nei secoli hanno sapien- temente trasformato il luogo di residenza per riuscire ad adeguarlo alle esigenze di vita o perché, ancora oggi, ci mostrano come le antiche genti d'Italia, anziché inter- venire sul territorio circo- stante, modificarono così tanto il loro stile di vita pur di riuscire ad adattarsi alla conformazione paesaggistica così caratteristica del luogo in cui hanno abitato, come i siti palafitticoli preistorici delle Alpi o le necropoli rupe- stri di Pantalica in Sicilia. In alcuni casi, i siti Unesco sono testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà, in altri costituiscono una mani- festazione straordinaria dei principali periodi evolutivi della terra, in altri casi anco- ra esibiscono un capolavoro del genio creativo dell'uomo. Citiamo su tutti il ciclo della Cappella degli Scrovegni di Giotto, considerato l'inizio di uno sviluppo rivoluzionario n e l l a s t o r i a d e l l a p i t t u r a murale. P o i c i s o n o p o s t i c h e hanno così assorbito l'essen- za delle genti che li hanno animati con la loro vita socia- le, religiosa, economica e cul- turale da mostrare perfetta- mente come, generazione dopo generazione, quei luo- ghi sono riusciti a condensare un preciso bagaglio identita- rio. Valga l'esempio di Ferra- ra, città del Rinascimento, con il suo delta del Po o il centro storico di Siena. N e l l a l i s t a U n e s c o c h e dopo i Portici di Bologna nel 2021, quest'anno ha aggiunto quale 59° sito il Carsismo nelle evaporiti e le Grotte del- l'Appennino settentrionale, ben 900 grotte che in Emilia Romagna coprono 100 km di straordinario valore non solo geologico e geomorfologico ma anche paleontologico, biologico, archeologico e per la storia dell'arte, ci sono città, paesi e aree ambientali in cui la disponibilità di un certo tipo di materiale da costruzione o la pura bellezza di un paesaggio unico hanno deciso la forma in cui è stato consegnato ai posteri. Come a P i e n z a o q u e l t r a t t o d i Riviera Ligure compresa tra Porto Venere e le Cinque Terre. O ci sono zone in cui l'intelligenza di sfruttare pro- ficuamente la presenza di un fiume o di sorgenti d'acqua, ha permesso di esaltare al massimo la bellezza del terri- torio per il puro piacere este- tico di chi ha abitato il luogo. Il complesso monumentale di Villa d'Este a Tivoli, tanto per fare un altro esempio, è una delle espressioni più notevoli e raffinate della cul- tura rinascimentale in cui un progetto innovativo per l'e- poca è stato capace di fonde- re elementi architettonici come fontane, bacini orna- mentali, statue, palazzi e ter- razzamenti con una natura rigogliosa fatta di siepi e filari alberati, aiuole e sculture vegetali, creando un modello unico di giardino all'italiana che dal Cinquecento a oggi fa bella mostra di sé. Se invece osserviamo le Residenze Sabaude di Torino capiamo che non sono solo 22 edifici (11 situati nel cen- tro di Torino, gli altri distri- buiti secondo un impianto radiocentrico intorno alla città) ma compongono un panorama dell'architettura monumentale europea del XVII e XVIII secolo, grazie all'omogeneità stilistica del gruppo di architetti e artisti di corte operanti in maniera diffusa nelle residenze e nei palazzi governativi. Detto altrimenti, ci sono posti dove si coglie immediatamente la volontà di plasmare l'am- biente fino a renderlo lo spec- chio di un'epoca, di un gusto estetico, di un modo di vive- re. Ma ci sono anche luoghi rimasti intatti e così unici da essere macchine del tempo come le antiche faggete che si s o n o s v i l u p p a t e a l l a f i n e dell'ultima era glaciale, par- tendo da poche aree isolate fra le Alpi, i Carpazi e i Pire- nei, sviluppando un processo di adattamento che è ancora Il Patrimonio italiano dell'Unesco Da sinistra in senso orario: Francesca Fabiani Head of Contemporary Photography, ICCD in Rome, il direttore dell' IIC a Los Angeles, Emanuele Amendola; la Console Generale Raffaella Valentini, la senior curator e capo delle Architecture Collections al Getty Research Institute, Maristella Casciato, e Sandra Phillips, emeritus curator of Photography al San Francisco Museum of Modern Art; Emanuele Amendola durante il suo discorso, e alcune delle foto esposte (Photos: Stefania Rosini/@stefaniarosinistills_smpsp) CONTINUA A PAGINA 7

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