L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-30-2023

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per posta il pelo pettinato da 250mila conigli. Ancora. Al di là della capacità imprendi- t o r i a l e , e b b e i l m e r i t o d i credere fortemente in quello c h e o g g i c h i a m e r e m m o enpowerment delle donne: c o s t r u ì s t r u t t u r e s o c i a l i capaci di migliorare la vita d e i d i p e n d e n t i , f o n d ò u n asilo nido nello stabilimento dolciario più avanzato d'Eu- ropa e tutelò il diritto all'al- lattamento in fabbrica. Una forma di anticonformismo e di sorellanza che prosegue o g g i v i s t o c h e l ' 8 3 % d e i dipendenti sono donne a cui si assicura un welfare azien- dale al femminile. Grazia Deledda è stata la prima ed unica italiana ad aver vinto un Nobel per la letteratura. Maria Montes- sori fra le prime laureate ital- iane in medicina, neurop- s i c h i a t r a i n f a n t i l e e pedagoga, ha introdotto un metodo educativo diffusissi- mo nel mondo. Amalia Ercoli F i n z i n o n s o l o è s t a t a l a prima italiana a laurearsi in ingegneria aeronautica ma ancora oggi, a 86 anni, è con- s u l e n t e s c i e n t i f i c a d e l l a N a s a . S o n o s o l o a l t r i t r e illustri nomi di una lista di scienziate, scrittrici, attiviste, imprenditrici, economiste o e d u c a t r i c i c h e d o v r e b b e e s s e r e l u n g h i s s i m a , s e c i fosse una dignitosa e corretta cultura di genere. NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 30 NOVEMBRE 2023 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | C i sono donne che sono state capaci d i v i n c e r e i m p o r t a n t i battaglie cultur- ali. Dall'imprenditrice Luisa Spagnoli alla direttrice del C e r n d i G i n e v r a F a b i o l a Gianotti, da Elena Lucrezia Corner accreditata come la prima donna al mondo a lau- rearsi nel 1678 (la seconda arriverà 54 anni dopo e sarà la fisica Laura Bassi, il cui nome oggi è sulla rompighi- accio che porta le spedizioni scientifiche italiane in Antar- tico) all'astronauta Samantha Cristoforetti, dalla pittrice Artemisia Gentileschi al pre- mio Nobel in Medicina Rita Levi Montalcini, da Caterina de Medici (di cui si dice: "Era lei che faceva tutto e il re di Francia non muoveva un dito senza che ella lo sapesse") all'astrofisica Margherita Hack, il passo è incredibil- mente breve: non importa dove e quando abbiano vis- suto, di cosa si siano occu- pate, che ruolo abbiano avuto o q u a l e f o s s e l a l o r o estrazione sociale, né cosa abbiano fatto o facciano ma la trasformazione sociale che hanno generato e che contin- uano a seminare. In Italia, un tragico fem- minicidio sta calamitando l'attenzione pubblica da setti- mane: una giovanissima stu- dentessa, prossima alla lau- rea in ingegneria biomedica, è stata uccisa dall'ex fidanza- t o a p p e n a 2 2 e n n e , p o c h i giorni prima della Giornata internazionale per l'elimi- nazione della violenza contro le donne. Brillante e creativa, voleva volare lontano da lui, i n s e g u i r e i l s o g n o d i diventare disegnatrice di libri per bambini. Lui, che la tor- m e n t a v a d a t e m p o , l e h a reciso le ali accoltellandola e abbandonandola in fondo a un dirupo: non poteva allon- tanarsi da lui, non poteva laurearsi prima di lui, non poteva lasciarlo né decidere da sola per il suo futuro. Una tragica storia accom- pagnata da numeri terribil- m e n t e d r a m m a t i c i c h e dimostrano quanta cultura di genere manchi al Paese. Ven- gono uccise una media di 150 donne all'anno in Italia, una ogni due giorni, l'equivalente di 600 omicidi negli ultimi 4 anni. Un sondaggio appena pubblicato dal quotidiano La Repubblica preannuncia la strada lunghissima e tutta in salita che si prefigura per le italiane, posto che una donna su tre risulta vittima di vio- lenze e solo il 20% riesce a ribellarsi. L'80% subisce e non denuncia, al massimo, quando va bene, ne parla agli amici. "Rompere il silenzio – dice l'articolo - è il primo passo per dimostrare che la violenza non è mai accetta- bile". Riuscire a mandare avanti una famiglia e al contempo lavorare resta proibitivo per moltissime. Il numero delle carriere interrotte dopo una gravidanza è solo un altro segnale di autolesionismo da parte di una società che non è capace di mettere a frutto i suoi talenti, sprecando l'im- portante investimento in ter- mini di educazione prima e p r o f e s s i o n a l i t à d o p o . I n Italia una recente ricerca ha stabilito che mediamente il 1 8 % d e l l e d o n n e e s c e d a l mercato del lavoro dopo la maternità. La nascita di un figlio per quasi una donna su 5 tra i 18 e i 49 anni significa i n t e r r o m p e r e d e f i n i t i v a - m e n t e l a c a r r i e r a e l a percezione di uno stipendio. Solo il 43,6% permane nel- l ' o c c u p a z i o n e , u n a p e r - centuale che si abbassa man mano che si scende verso Sud e nelle Isole, dove meno di un terzo (il 29%) continua a lavorare. Spesso però solo part-time o in condizioni salariali differenti, il che fa capire quanta indipendenza venga "sottratta" al genere f e m m i n i l e . L e c a u s e d i questo arretramento sta nella difficoltà di conciliare lavoro e cura dei figli (52%), seguita dal mancato rinnovo del con- tratto o dal licenziamento (29%) e da valutazioni di opportunità e convenienza economica (19%). Il dato di questo rapporto va letto nella sua completezza: la quota di q u a n t e n o n l a v o r a n o n é prima né dopo la maternità è del 31,8% e del 6,6% quella d i q u a n t e h a n n o t r o v a t o lavoro dopo la nascita del f i g l i o . D u e d a t i c h e c o n - s e n t o n o a l t r e d u e v a l u - tazioni: la prima è che resta davvero esiguo il numero delle lavoratrici visto che già un terzo del totale non lavo- rava prima della maternità, e la seconda è che chi rientra sul posto di lavoro, come se non fosse cambiato niente, è assolutamente irrisorio. Nel momento in cui riper- corriamo, grazie alla nostra storia di copertina, l'incredi- bile risultato portato a casa da Luisa Spagnoli dovrem- mo guardare ben oltre la casa di moda o l'industria dolciaria che ne portano il nome. L'Impresa con la let- tera maiuscola di questa sig- nora di umili origini, figlia di u n p e s c i v e n d o l o e u n a casalinga, nata a Perugia nel 1877, sta nella cultura rivo- luzionaria che ha introdotto rompendo una serie di tabù e dimostrando come l'essere donna non poteva essere considerato un limite alle capacità imprenditoriali. Non solo fu la prima a seder- si nel consiglio di amminis- t r a z i o n e d e l l ' a z i e n d a d i famiglia, ma alla fine della prima guerra mondiale, lan- ciò una nuova filiera avvian- do coraggiosamente un alle- vamento dei conigli d'angora per ricavarne la pregiata lana da filato: saranno 8.000 gli allevatori che le manderanno Ancora tanti ostacoli da superare per una dignitosa cultura italiana al femminile giancarlo.fadin@protravelinc.com Direct: 818-783-0208

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