L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-14-2023

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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 14 DICEMBRE 2023 I l mese di dicembre è il mese più ricco di feste religiose cristia- ne che si celebrano con grande devozio- n e n e l l ' i s o l a d i S i c i l i a . Potremmo definirle prope- deutiche al Natale perché la tradizione isolana le acco- muna tutte in una celebra- zione che non è soltanto reli- giosa ma anche, in notevole misura, gastronomica. Sì, perché la cucina – un tempo luogo in cui si svolgeva la gran parte delle giornate e dei lavori domestici e racco- glieva anche le tradizioni popolari che si tramandava- no di generazione in genera- zione costituendo il filo con- duttore dell'esistenza della maggior parte delle persone - oggi è luogo esclusivamen- te dedicato alla preparazione di cibi. Ma raccontiamole un po' queste festività che comun- que cadenzano ancora oggi la vita di noi tutti. Con l'8 d i c e m b r e h a n n o i n i z i o i giorni segnati in rosso sul calendario perché si celebra l'Immacolata Concezione, M a d o n n a v e n e r a t i s s i m a , madre di Dio senza peccato e madre di tutti i cristiani. Riunirsi tra parenti e amici, dunque, la sera del giorno 7 davanti a un piatto di buon sfincione- sorta di pizza ma dalla pasta molto morbida, più lievitata e condita con salsa ed estratto di pomodo- ro, acciughe, formaggio pic- cante(preferibilmente cacio- c a v a l l o ) e p a n g r a t t a t o brustolito - e, per dolce il buccellato, meravigliosa alla vista ed eccellente al palato ciambella di pasta frolla che avvolge un ripieno di fichi secchi e mandorle tritate, e scaglie di cioccolato fonden- t e , d e c o r a t o i n f i n e c o n pistacchi tritati e altra frutta c a n d i t a . N e l l ' i n t e n t o d e l pasticcere inventore del buc- cellato, la rappresentazione dello stellario dell'Immaco- lata che è anche la patrona d e l l a S i c i l i a . I l t u t t o a d accompagnare le prime "gio- cate" a tombola o a carte. Poco meno di una setti- m a n a d o p o , i l g i o r n o 1 3 , ecco Santa Lucia, pur se non segnata in rosso sul calenda- rio e celebrata non soltanto in Sicilia, ma anche in molte altre città italiane e perfino in molti paesi del nord del- l ' E u r o p a q u a l i N o r v e g i a , Svezia e Finlandia. Somi- gliante alla tradizionale festa e b r a i c a d i H a n u k k a h e a q u e l l a i n d i a n a d i D i w a l i , ricorda il culto di Artemide, la dea greca adorata all'isola di Ortigia, a Siracusa e che veniva ritratta con in mano due torce fiammeggianti a indicare il rito della luce. L u c i a , v e r g i n e e m a r t i r e , sotto la persecuzione di Dio- cleziano, portava aiuti ai cri- stiani rifugiati nelle cata- combe recando in testa delle candele accese sia per farsi luce che per avere le mani libere e portare cibo ai per- seguitati. S a n t a L u c i a , v e n e r a t a prima che venisse adottato il c a l e n d a r i o g r e g o r i a n o (1582), si celebrava intorno al 23 dicembre, data in cui cade il solstizio d'inverno, indicato come il giorno più corto dell'anno. Infatti, un a n t i c o d e t t o c o s ì r e c i t a : "Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia". La vergine siracusana, per il suo marti- r i o , v i e n e a s s o c i a t a a l l a Madonna delle lacrime che a S i r a c u s a v i e n e a d o r a t a anch'essa, come Lucia, in un b e l l i s s i m o s a n t u a r i o i n q u a n t o l a l a c r i m a z i o n e avvenne nello stesso quar- t i e r e – f o r s e n e l l o s t e s s o luogo – del supplizio inflitto alla loro patrona. A Siracusa, sua città nata- le e in cui visse e il cui culto è maggiormente sentito, i f e s t e g g i a m e n t i i n o n o r e della santa, le cui spoglie mortali tuttavia si trovano a Venezia, hanno inizio il gior- no 9 dicembre con l'apertu- r a d e l l a n i c c h i a d o v e è custodito il simulacro che il pomeriggio del giorno 13 viene portato a spalla dai "berretti verdi", preceduti dai "fazzoletti verdi" che portano le Reliquie in pro- c e s s i o n e a p a r t i r e d a l Duomo per terminare intor- no alle ore 22 nel quartiere S a n t a L u c i a , i n t i t o l a t o appunto alla santa. Così il s i m u l a c r o d ' a r g e n t o c h e durante il resto dell'anno è tenuto chiuso nel Duomo, diviene di pubblica venera- zione da parte di tutti i fede- li che si trovano a Siracusa moltissimi dei quali proven- gono dall'Argentina dove c'è la più grande, forse, comu- nità siracusana del mondo e d a g l i S t a t i U n i t i , p e r i f e s t e g g i a m e n t i . U n ' a l t r a processione che si svolge il giorno 20 vedrà il simulacro della santa che, portato que- sta volta a spalla dai vigili del fuoco, entrerà nei cortili dell'Ospedale per far visita agli ammalati e, prima di fare rientro al Duomo, si fermerà sul Ponte Umberti- no dove i festeggiamenti cul- mineranno nei giochi piro- tecnici. Saranno le arancine – simili ai supplì ma caratte- ristici prodotti da rosticceria r i p i e n i d i r a g ù d i c a r n e , piselli, formaggio oppure ripiene di burro, prosciutto cotto e mozzarella, o ancora – sono innovazioni moderne – farcite di spinaci e, alcune addirittura al nero di seppia a c o s t i t u i r e i l p r a n z o d e l giorno 13. Un piatto che non può mancare è la cuccìa a base di grano cotto nel vino n e l l a v e r s i o n e s a l a t a , i n quella dolce viene condito con ricotta di pecora setac- ciata, zuccherata e arricchita di gocce di cioccolato, pez- zetti di zuccata e spolverata di cannella. Anche a Palermo i festeg- giamenti per la santa protet- t r i c e d e l l a v i s t a , L u c i a appunto, accanto alle mani- festazioni religiose si affian- ca il rito dell'immancabile cibo che, oltre alle arancine e alla cuccìa condita anche con il dolce biancomangiare o immersa nella cioccolata, apparecchia sulle tavole dei p a l e r m i t a n i l e p a n e l l e , gustosissime frittelle di fari- na di ceci e acqua, fritte e altri vari alimenti a base di patate: gateau, crocchette e riso con i fagioli e le casta- gne secche. E' evidente che nella tavo- la del 13 dicembre manca assolutamente qualunque prodotto a base di farina. Ed è proprio da questo partico- lare che prese origine la tra- dizione culinaria relativa a l l a s a n t a n e l l a c i t t à d i Palermo. Questa è la storia: Nel 1646 a Palermo imper- versava la carestia e gli abi- tanti erano affamati ma non a v e v a n o c i b o . P r o p r i o i l giorno 13 dicembre, a Paler- mo giunse una nave carica di grano. Ma era tale la fame che il grano, invece di farne farina, fu cotto immediata- mente e condito con olio; nacque così la cuccìa salata. Ma si sa, è noto che i dolci palermitani sono tra le pie- tanze preferite non soltanto d a g l i i s o l a n i s t e s s i , m a anche da chi ne viene a con- tatto. Fu così che nel tempo, la cuccìa divenne una delle prelibatezze più apprezzate della tradizione dolciaria palermitana e, come pochis- sime altre leccornìe legate a festività religiose, si consu- ma soltanto il 13 dicembre. E' facile immaginare che le arancine, essendo di forma sferica, ricordino gli occhi e il miracolo della santa che viene rappresentata nella iconografia religiosa, con in m a n o o s u u n v a s s o i o , appunto, i suoi occhi. Nei paesi nordici in cui gli inverni sono molto lunghi e la luce è quanto di più pre- zioso può esserci, si celebra santa Lucia in quanto pro- tettrice della vista e portatri- ce di luce. Per concludere il mese di dicembre si arriva al Natale. Ma questa è un'altra storia. Quante feste a Dicembre! Lo sfincione (sopra) è una variante della pizza tipica della Sicilia (Photo: Roberto Maggioni/Dreamstime) GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO

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