L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-28-2023

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GIOVEDÌ 28 DICEMBRE 2023 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | 13 A sole 13 miglia da R o m a s i t r o v a F r a s c a t i , una d e l l e c i t t a d i n e nella regione dei Castelli Romani nota per le ville costruite da famiglie nobili nel XVI secolo. Ma uno dei migliori motivi per fermarsi qui, potrebbe essere il suo patrimonio enogastro- nomico, tutto legato alla sta- g i o n e d e l l a v e n d e m m i a . Questo paese è noto per la sua pupazza, biscotto al miele a forma di donna con tre seni, la sua caratteristica delizia autunnale, la ciam- bella al mosto, e la possi- bilità di fermarsi a le fra- schette, le taverne vecchio stile che vendono vino loca- le. La vendemmia inaugura prodotti che non possono mancare nei panifici di Fra- scati. Il piccolo ma animato centro cittadino si sviluppa attorno ad una piccola piaz- za, con diversi panifici, o panetterie, che offrono pro- dotti locali. La cosa più orgo- gliosamente pubblicizzata in ognuno di essi è la pupazza, un biscotto di miele e farina di grandi dimensioni a forma di donna, o bambola, nota per la sua anatomia unica. Sebbene ogni panetteria uti- lizzi il proprio stampino per biscotti (alcuni sembrano più sofisticati di altri), la caratteristica unica di questo biscotto a forma di donna di Frascati sono i suoi tre seni: due per il latte e uno per il vino. La leggenda narra che quando le donne uscivano nei campi a raccogliere l'uva c o n i b a m b i n i p i c c o l i a l seguito, placavano i bambini che piangevano con del vino. Da qui l'insolita anatomia del biscotto. Oggi quasi tutte le panetterie della città affer- mano di avere qualcuno in famiglia che ha "inventato" il biscotto. La pupazza ha ottenuto anche il riconoscimento del Movimento Slow Food I t a l i a n o . S e l a m a g g i o r parte della documentazione insiste sul fatto che la pupaz- za possa essere aromatizzata c o n d e l l e s p e z i e , i f o r n a i l o c a l i a s s i c u r a n o c h e g l i ingredienti sono semplice- mente farina, miele, chicchi di caffè e pezzetti di frutta candita che servono per gli occhi e la bocca. Forse più intrigante del design stesso è come mangiare il biscotto. Se se ne porta uno a casa, si scopre che è duro come una roccia e rischia di rompere un dente, se non si sta atten- ti. Un amico intelligente (e italiano) ha consigliato di a m m o r b i d i r e i l b i s c o t t o , l a s c i a r l o r i p o s a r e i n u n a m b i e n t e c a l d o : i n u n a mano, in una cucina calda o m a g a r i i n z u p p a t o i n u n a bevanda calda. Poiché c'è una grande concentrazione di miele nel biscotto, quanto s a r à ( o m e n o ) m o r b i d o d e t e r m i n e r à q u a n t o s a r à masticabile. La vendemmia ha dato origine a un altro popolare classico autunnale, la ciam- bella al mosto, un grande pan brioche fatto con ridu- zione di mosto d'uva e spol- verato o glassato di zucche- r o . D u r a n t e l ' a u t u n n o , i cartelli all'esterno dell'Anti- co Forno Molinari invitano con foto che indicano che all'interno è possibile acqui- stare pani rotondi a forma di ciambella. Come la versione più grande, e le ciambelline a l v i n o ( i p i c c o l i b i s c o t t i rotondi al vino e olio d'oliva per cui è famosa la regione Lazio), la ciambella al mosto è disponibile solo a settem- b r e , o t t o b r e e n o v e m b r e , mentre si svolge la vendem- mia e si prepara il mosto, o la riduzione di mosto d'uva. La pagnotta è fatta con fari- na, uova, zucchero, lievito, mosto d'uva e olio extraver- gine di oliva. Si suppone che la ciambella sia originaria di M a r i n o , u n a d e l l e v i c i n e città dei Castelli Romani, e risalga al XVII secolo come un modo per utilizzare tutto c i ò c h e v e n i v a r a c c o l t o durante la vendemmia, com- preso il mosto. La ricetta stessa si fa risalire a San Francesco, che, recatosi in visita a Jacopa dé Settesoli di Marino, le portò in dono la ricetta di questa delizia. La regione vinicola di Fra- scati ha dato origine anche alle fraschette, le osterie locali che offrivano ai visita- tori la possibilità di degusta- re i vini fatti e prodotti in p i c c o l e a z i e n d e a g r i c o l e . Questa tradizione risale al M e d i o e v o , e f o r s e a n c h e all'epoca romana, quando piccoli produttori di vino aprirono negozi per mostra- re e vendere i loro prodotti. Alla fine, il concetto si svi- luppò nella fraschetta, una piccola sala da pranzo simile a una taverna fiancheggiata da panche e lunghi tavoli, dove potevano riunirsi colo- ro che erano interessati a sedersi insieme e bere vino; si poteva acquistare solo il v i n o l o c a l e : i v i a g g i a t o r i dovevano portare il proprio cibo, se lo desideravano. La ragione? Spesso in queste stanze non c'erano cucine d i s p o n i b i l i . I p r o p r i e t a r i appendevano sopra le loro taverne una frasca, o ramo di quercia, per annunciare che la stagione del vino era iniziata e che la bevanda era pronta per essere assaggiata. Col tempo il concetto di fraschetta cominciò a cam- b i a r e . A F r a s c a t i e n e i Castelli Romani si scoprirà che la maggior parte delle f r a s c h e t t a o d i e r n e s o n o come osterie, locali di risto- razione a servizio completo che offrono cibo oltre al vino di produzione locale. Vale la pena visitarli, poiché si pos- sono assaggiare prelibatezze locali come la porchetta di Ariccia, un maiale allevato localmente che viene tradi- zionalmente preparato arro- sto con spezie come rosma- rino, pepe e aglio, e noto per la croccantezza del suo stra- to superiore. Tuttavia, c'è una fraschetta che oggi offre l'esperienza tradizionale: Cantina da Santino, dove il p r o p r i e t a r i o d a l n o m e appropriato, Felice (è felice di condividere il suo vino con i visitatori) Ramaccia, accoglie gente del posto e viaggiatori che arrivano da lontano e vogliono fermarsi a condividere un momento di convivialità mentre sor- seggiano la mescita. Con la sua atmosfera, in g r a n p a r t e b u c o l i c a , e l a piazza cittadina ingannevol- mente piccola, Frascati offre in realtà ricche tradizioni enogastronomiche per colo- r o c h e s c a v a n o s o t t o l a superficie della storia vitivi- nicola della regione. Questa parte della campagna roma- n a è f a t t a p e r c o l o r o c h e vogliono fuggire dalla vita cittadina e godersi un ritmo p i ù l e n t o e i l g u s t o d e l l a terra del vino. Nulla di meglio delle ciambelle al mosto di Frascati (Photo: Sriba3/Dreamstime) Frascati: assaporare la tradizione vitivinicola dei Castelli Romani nel Lazio GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO

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