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www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 11 GENNAIO 2024 L a p o r c e l l a n a d i C a p o d i m o n t e rappresenta un capitolo signifi- cativo della sto- ria dell'arte italiana. Risa- lente alla metà del XVIII secolo e nota per i suoi dise- gni incredibilmente detta- gliati, anche il Louvre ha voluto mettere in mostra la sua bellezza, come dimostra u n a m o s t r a a t t u a l m e n t e aperta ai suoi visitatori, che d u r e r à f i n o a l l a f i n e d e l mese. D e l i c a t e f i g u r i n e , f i o r i eterei, colori diafani e pre- ziosa polvere d'oro: la por- cellana di Capodimonte è tutto questo e molto altro a n c o r a . P r o f o n d a m e n t e radicata nel patrimonio cul- turale e artistico di Napoli, la sua storia inizia nel 1743 quando re Carlo di Bor- bone e sua moglie Maria Amalia di Sassonia fon- darono un centro di produ- zione di porcellane nella loro residenza reale di Capodi- monte: la loro ambizione era quella di rivaleggiare con le rinomate porcellane tede- sche prodotte dalla fabbrica di Meissen. Questa iniziativa portò alla creazione della R e a l F a b b r i c a d i C a p o d i - monte, che ottenne rapida- m e n t e i l r i c o n o s c i m e n t o come una delle fabbriche di porcellana più importanti d'Europa, nota per le sue tecniche uniche e innovati- ve. La porcellana di Capodi- m o n t e s i d i s t i n g u e v a p e r l'assenza del caolino, ingre- diente fondamentale della porcellana tradizionale: uti- lizzava invece una miscela di argille provenienti dalle cave del sud, ottenendo una por- cellana tenera e di colore bianco che si differenziava dalle altre varietà europee. Il corpo a pasta morbida della porcellana, che di solito era bianco puro e talvolta legger- mente sfumato, aveva uno smalto brillante e veniva uti- lizzato per stoviglie, figure e decorazioni. Quando Carlo III di Bor- b o n e r i t o r n ò i n S p a g n a , portò con sé tutte le porcella- ne prodotte, considerando q u e s t e o p e r e t r a l e p i ù importanti manifatture reali; per questo motivo l'attività della porcellana a Napoli entrò in crisi fino al 1773 quando il figlio di Carlo III, F e r d i n a n d o I V , f o n d ò l a Real Fabbrica Ferdinan- dea, attirando alcuni tra i migliori artisti europei. Il periodo compreso tra il 1780 e il 1800 è considerato il più s i g n i f i c a t i v o n e l l a s t o r i a della porcellana di Capodi- monte, in particolare sotto la guida di Domenico Venu- ti, che fondò una rinomata scuola d'arte. N e g l i a n n i s u c c e s s i v i , dopo la chiusura della fab- brica di porcellane di Napoli, l e c e r a m i c h e n a p o l e t a n e c o n t i n u a r o n o a p r o d u r r e vasellame e terracotta fine smaltata, simile all'inglese Wedgwood. Le prime fabbri- che private di porcellana a Napoli sorsero nella seconda metà dell'Ottocento, tra cui Majello (1867), ancora oggi attiva; durante questo perio- do, molte copie e falsificazio- ni dei primi pezzi di Capodi- monte furono realizzate da varie fabbriche in tutta Euro- pa, un numero notevole pro- veniente da Rudolstadt, in Germania. Il capolavoro di Capodi- monte più notevole è, forse, la Sala delle Porcellane Rococò, conosciuta anche come boudoir delle Porcella- ne di Maria Amalia di Sasso- nia. Concepita originaria- m e n t e p e r l a R e g g i a d i Portici tra il 1757 e il 1759, la sala fu successivamente tra- sferita nella Reggia di Capo- dimonte a Napoli. La stanza, che misura 6,75 x 4,8 x 5,13 metri, è adornata con tremi- la pezzi di porcellana, grandi specchi francesi e un soffitto in stucco Rocaille, creando un'atmosfera unica e sontuo- sa ispirata al gusto cineserie prevalente nel XVIII secolo. Il suo sviluppo coinvolse non solo specialisti della porcel- lana ma anche stuccatori, intagliatori e doratori, con notevoli contributi di Mat- tia Gasparini per il soffitto i n s t u c c o e G e n n a r o d i Fiore per gli intagli lignei. Le porcellane furono dise- gnate da Giuseppe Gricci e realizzate presso la Reale Manifattura di Porcellane di Capodimonte, con i piatti realizzati a stampo su forme in gesso, e la decorazione pittorica a terzo fuoco ese- guita da Johann Sigmund Fischer e Luigi Restile. La Sala delle Porcellane fu ini- zialmente destinata ad uso privato dalla regina Maria Amalia, ma lei la utilizzò raramente, poiché si trasferì a Madrid poco dopo il suo completamento. Lo spazio h a s u b i t o d i v e r s i u s i n e l corso dei secoli, tra cui quel- lo di sala di scrittura e di ricevimento. Nel 1866, con il passaggio dei beni borbonici al Regno d'Italia, il rivesti- mento in porcellana della sala venne smantellato e tra- sferito nella Reggia di Capo- dimonte. Fu poi dotato di n u o v e f i n i t u r e i n l e g n o e arredato con mobili inglesi e napoletani provenienti dalle collezioni reali. Ma come viene realizzata la porcellana di Capodimon- te? Ebbene, la produzione di q u e s t a i c o n a s t o r i c a d e l nostro Made in Italy prevede un processo in più fasi che parte dalla visione di un arti- sta, trasformata poi in un bozzetto dettagliato. Succes- sivamente, un modello in gesso viene modellato al tor- nio, con intricati dettagli scolpiti a mano. La porcella- na liquida, nota per la sua alta qualità e traslucenza, viene colata nello stampo. Dopo la prima asciugatura, il l i q u i d o i n e c c e s s o v i e n e rimosso per formare l'ogget- to grezzo, che viene poi rifi- nito per eliminare eventuali imperfezioni. Per i disegni floreali, ogni petalo è model- lato a mano. La porcellana viene sottoposta a una cottu- ra ad alta temperatura (1250 gradi Celsius) per diventare u n o g g e t t o i n p o r c e l l a n a biscotto, che viene poi dipin- t o a m a n o e n u o v a m e n t e c o t t o p e r f i s s a r e i c o l o r i . Questo meticoloso processo si traduce in pezzi unici e molto pregiati in porcellana di Capodimonte. Prendersi cura della por- cellana di Capodimonte è fondamentale per mantener- ne il valore e la bellezza: la chiave è una pulizia delicata con spazzole o panni morbi- di ed evitare prodotti chimici aggressivi. Anche lo stoccag- gio sicuro lontano dalla luce solare diretta e dalle tempe- r a t u r e e s t r e m e è m o l t o importante, con gli speciali- sti che consigliano di con- trollare regolarmente anche eventuali danni. O g g i , l a p o r c e l l a n a d i Capodimonte è riconosciuta per i suoi elementi di design unici e la qualità artigianale, che la rendono un oggetto da collezione ricercato. Il valore di questi pezzi può variare ampiamente a seconda di fattori quali rarità, condizio- n i , e t à e c o m p l e s s i t à d e l d e s i g n . P a r t i c o l a r m e n t e a p p r e z z a t i s o n o i p e z z i autentici e antichi delle ori- g i n a l i m a n i f a t t u r e r e a l i (sotto il re Carlo III e poi sotto Ferdinando IV). Questi oggetti originali spesso pre- sentano un marchio di giglio o una corona e la lettera "N" che significa Napoli. Tutta- via, non tutti gli oggetti di Capodimonte con la "N" e il marchio della corona indica- no un collegamento con la fabbrica reale: anche molti p e z z i m o d e r n i p r o d o t t i a partire dagli anni '20 porta- no questo logo, ma il loro valore sta più nella qualità d e l l a l a v o r a z i o n e c h e n e l marchio stesso. Per quanto riguarda i pezzi di Capodi- monte più costosi mai ven- duti, includono oggetti note- voli come una coppia di vasi oviformi venduti per circa $ 43.000, un pezzo di porcel- lana chiamato "Colombina e Pantalone" venduto per circa $ 60.000 e un set di tazze da tè e piattini venduti per un prezzo simile. Uno dei pezzi di maggior valore è una teie- ra e coperchio di Capodi- monte, venduta per circa 163.000 dollari. Capodimonte, porcellana degna di un re Un dettaglio di una composizione di porcellane di Capodimonte rappresentanti le Tre Arti: la pittura, la musica e la scultura (Photo: Lachris77/Dreamstime) LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA