L'Italo-Americano

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19 GIOVEDÌ 25 GENNAIO 2024 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | L a S a r d e g n a d i s o l i t o e v o c a i m m a g i n i d i vacanze al mare n e l M e d i t e r r a - neo, dove le acque blu-verdi lambiscono le coste e le cele- brità fanno galleggiare i loro yacht nei porti della Costa Smeralda. Sebbene questo sia un aspetto della vita iso- lana, non è la realtà per la maggior parte dei sardi, e certamente non è la vita in B a r b a g i a , u n a r e g i o n e m o n t u o s a i n t e r n a a s u d - ovest di Olbia. Nel suo punto più alto, Punta La Marmora si eleva fino a 6.000 piedi e durante l'inverno c'è molta neve. In qualsiasi periodo dell'anno, le montagne del Gennar- gentu costituiscono uno sce- nario impressionante mentre s i g u i d a t r a p a e s i c o m e Mamoiada, Orgosolo, Oliena, Gavoi e altri. Con un clima e uno scenario lontani dallo sfarzo e dal glamour delle spiagge assolate, queste città custodiscono tradizioni cul- turali e culinarie di lunga d a t a c h e p o s s o n o e s s e r e e s p l o r a t e s e m p l i c e m e n t e salendo sulle colline e intera- gendo con la gente. Come il resto della Sarde- g n a , q u e s t a r e g i o n e u n tempo era abitata dal popo- l o n u r a g i c o , una civiltà risalente al 1800 a.C. periodo che corrisponde all'età del bronzo. Mentre gli iconici resti archeologici nuragici comprendono abitazioni cir- colari in pietra che si trovano in tutta la campagna sarda, importanti resti di questo popolo misterioso si possono trovare in montagna. In par- ticolare, nel villaggio di Teti, sono stati scoperti i bronzetti sardi, ovvero sculture e stru- menti in bronzo. Altri resti nuragici si trovano in siti archeologici come Meana Sardo, con le torri rimaste, o Madau-Gremanu, nei boschi vicino a Fonni, presso il sito d i u n a c q u e d o t t o e d i u n antico cimitero prenuragico. Scoperto negli anni '50, Su T e m p i e s u , a O r u n e , è u n pozzo sacro risalente alla civiltà nuragica, dove spicca u n ' i n g e g n o s a i n g e g n e r i a idraulica in quello che un tempo era un tempio sacro. Molte sono le tradizioni vive anche oggi in Barbagia. A M a m o i a d a , c h e c o n t a poco più di 2.000 abitanti, il Carnevale si festeggia con un insolito corteo rituale noto come "Danza dei Mamutho- nes". Le sue origini sono sco- nosciute, ma si pensa derivi da una tradizione nuragica. Q u e s t o c u p o e v e n t o v e d e u o m i n i m a s c h e r a t i d a Mamuthones e Issohadores: i primi sfoggiano pesanti ed elaborati mantelli di pelliccia e campanacci e si coprono il volto con maschere cupe e s c u r e , m e n t r e i s e c o n d i v e s t o n o t i p i c h e g i a c c h e rosse, pantaloni bianchi e m a s c h e r e b i a n c h e e i n e - spressive. Sebbene le origini esatte della danza rituale non siano chiare, si pensa che onorino gli animali e inaugu- rino una buona stagione del raccolto. I murales raffigu- ranti i Mamuthones sugli edifici locali e un museo in città dedicato alla vicenda, ricordano ai passanti che si tratta di una seria tradizione locale. Nella vicina Orgosolo, lo s p i r i t o c o m b a t t i v o d e l l a gente locale è reso evidente negli oltre 150 murales che decorano gli edifici. In vari momenti nel corso del XX secolo, e più recentemente negli anni '60 e '70, la città ha dovuto affrontare scon- volgimenti sotto forma di banditismo e rapimenti. I murales raffigurano questio- ni sociali e politiche, poiché la gente del posto era segna- ta dalla frustrazione per l'ab- bandono generale della città da parte del governo italiano. Molti dei murales sono stati g u i d a t i d a F r a n c e s c o D e l Casino, un artista e inse- gnante nato a Siena che negli anni '70 fu ispirato a prende- re posizione a Orgosolo dopo aver visto il film di Vittorio De Seta, Banditi a Orgosolo. La Barbagia è nota anche per le sue autentiche spe- cialità culinarie. È impos- sibile percorrere i paesi di montagna e non imbattersi in cartelli che pubblicizzano la purpuzza, un piatto a base di carne di maiale, cotta nel vino o nel mirto, il liquore sardo, e condita con spezie come finocchietto selvatico, timo, pepe e sale. Questo semplice impasto di carne tra fette di pane come in un panino poteva facilmente soddisfare i pastori, ma oggi si ritrova altrettanto spesso nei classici malloreddus alla campidanese. Un altro piatto di carne s t o r i c a m e n t e a m a t o d a i pastori di montagna (anche se oggi potrebbe essere più polarizzante tra i turisti) è su zurrette: stomaco di pecora ripieno di sangue, strutto, cipolla, pecorino, pane cara- sau (il pane friabile sardo), timo, menta.e formaggio. Numerosi paesi sono noti p e r l a p r o d u z i o n e d i v i n i r o s s i l o c a l i C a n n o n a u . A Oliena è il vino Nepente a regnare sovrano. Il minuscolo villaggio di Gavoi è la patria del famoso f o r m a g g i o p e c o r i n o f i o r e sardo DOP, e più a sud, a Tonara, la produzione del torrone, ha reso popolare la città. Sia per il Carnevale che per l'ormai annuale festival Autunno in Barbagia, i piat- ti fritti generalmente noti c o m e z i p p u l a s o z e p p o l e sarde appaiono sotto varie forme. Potrebbero presen- tarsi con nomi come gatzas, o hatzas, gathas o cattas, a seconda del villaggio in cui vengono preparati, ma di solito sono tutte varianti di ciambelle a base di farina contenenti strutto, ed even- tualmente ricotta o patate p e r r e n d e r l e a n c o r a p i ù morbide. Anche se non sono dolci di per sé, possono esse- re serviti come dessert con una spolverata di zucchero sopra. U n ' a l t r a f r i t t u r a m o l t o apprezzata nei giorni di festa sono le origliette, o orillet- tas, la cui forma (e nome) varia a seconda del paese in cui vengono preparate. A Orgosolo il semplice impasto a b a s e d i f a r i n a e s t r u t t o viene modellato in lunghe t r e c c e e p o i i m b e v u t o d i miele prima di essere servi- to. Infine, un agrume unico nel suo genere noto come sa pompia costituisce il dessert più naturale della Barbagia. Ritenuto un ibrido tra un cedro e un limone, oppure tra un cedro e un pompel- mo, questo frutto rugoso, delle dimensioni di un pom- pelmo, proviene dalla regio- ne di Siniscola, in provincia di Nuoro. Fino al 2015 non aveva nome e gli scienziati lo c h i a m a v a n o c i t r u s m o n - struosa o agrume mostruo- so. Il frutto cresce solo in questa particolare area delle montagne ed esiste da due o tre secoli. L'antica tradizione locale è quella di preparare sa pompia intrea, una ricet- ta laboriosa che prevede di togliere la buccia ma lasciare il midollo bianco del frutto, quindi di fare un buco negli agrumi e di far uscire tutto il frutto e il succo all'interno. Questi "palloncini" di frutta vuoti vengono poi canditi dopo essere stati bolliti in acqua e miele per ore, e infi- ne messi in barattolo con altro miele per conservarli. Q u i n d i … s a b b i a , s o l e e cocktail? Si trova solo sui l i t o r a l i d e l l e c o s t e s a r d e . Un'avventura più all'interno e in salita rivela molto di più sulla vera cultura sarda che vale la pena esplorare e spe- rimentare. Barbagia: i misteriosi villaggi di montagna della Sardegna Una tradizionale construzione della Barbagia (Photo: Guido Sad/Shutterstock) e, in basso a sinistra, un uomo impegnato a intrecciare vimini, antica attività locale (Photo: Gianfranco Atzei/Dreamstime) GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO

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