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21 GIOVEDÌ 25 GENNAIO 2024 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI L 'idea non è mia, appartiene a Ste- fania Mastrosi- mone che, qual- c h e t e m p o f a , scrisse un articolo per Vanil- la Magazine su questo argo- mento: nell'antica Roma i muri erano l'equivalente dei nostri social. Oh! quanto ha ragione! Mentre oggi asso- ciamo i graffiti alla street art o , b e h , a l v a n d a l i s m o , a seconda del talento gli auto- ri, una volta era il modo in cui le persone spettegolava- no e si informavano a vicen- da. È proprio così: nelle stra- d e t r a f f i c a t e d e l l ' a n t i c a Roma, i graffiti erano più di s e m p l i c i s c a r a b o c c h i s u i muri: queste scritte erano il Facebook e il Twitter (par- don, X) del loro tempo, dove i c i t t a d i n i e s p r i m e v a n o amore, odio, opinioni politi- c h e , i m m a g i n i e p e r s i n o pubbl icizzavano ser vizi e prodotti. L e m u r a d i P o m p e i , preservate dall'eruzione del Vesuvio, testimoniano anco- ra queste antiche espressio- ni: dalle dichiarazioni d'a- more alla satira politica, i graffiti di Pompei forniscono una vivida istantanea della società romana. Si poteva trovare il verso poetico di un a m a n t e i n c i s o a c c a n t o all'annuncio di un commer- ciante o un commento satiri- co su un politico locale. Ma Pompei non era sola in questa pratica. In tutto l'Impero Romano, dai vivaci mercati di Roma fino ai con- fini della Britannia, i graffiti erano uno spettacolo comu- ne: edifici pubblici, case pri- vate e persino templi sacri erano adornati con queste scritte, in un riflesso della diversità e complessità della vita romana. Tutti, infatti, scrivevano sui muri, dagli s c h i a v i a i s o l d a t i , d a l l e donne alla gente comune: tutti partecipavano a questa forma di espressione antica, ma ancora attualissima. Era un mezzo democratico, che permetteva di ascoltare le voci di tutti i ceti sociali. I graffiti romani erano mes- s a g g i r e a l i z z a t i c o n c u r a destinati a comunicare, per- suadere e intrattenere; erano una forma d'arte caratteriz- zata, a volte, da estro lettera- rio e svolazzi artistici. Alcuni erano addirittura accompa- gnati da disegni e schizzi, aggiungendo fascino visivo alla parola scritta. A n d a n d o a v a n t i n e l tempo, scopriamo che i graf- f i t i e s i s t e v a n o a n c h e n e l Medioevo. Se smettessimo di leggerli, scopriremmo un mondo nascosto di simboli, n o m i e d i s e g n i i n c i s i s u i m u r i d i c h i e s e , c a s t e l l i e spazi pubblici. Questi segni, spesso trascurati, racconta- no storie di fede, superstizio- ne e vita quotidiana, fornen- do una finestra unica sulla mentalità medievale, come spiegato e discusso in un affascinante progetto chia- m a t o G r a f f i t i M e d i e v a l i , presente online con un bel- lissimo sito web (www.graf- fitimedievali.it). Negli angoli poco illuminati delle antiche cattedrali si possono trovare intricate incisioni di navi, cavalieri e creature mitiche. Queste non erano semplici decorazioni ma espressioni di speranza, paura e devo- zione: i pellegrini, ad esem- pio, incidevano simboli di protezione mentre si imbar- cavano in viaggi pericolosi, mentre i cavalieri scolpivano la loro araldica come segno d ' o n o r e . M a i g r a f f i t i d e l periodo medievale riflettono anche la gerarchia sociale e le norme culturali dell'epo- ca, con nobili e clero che lasciarono il segno accanto alla gente comune, ciascuno con il proprio stile e scopo unici. Alcuni scritti erano p r e g h i e r e e b e n e d i z i o n i , mentre altri erano commenti satirici su eventi contempo- ranei. Durante il Rinascimen- to i graffiti continuarono ad evolversi, riflettendo il risve- glio artistico e intellettuale d e l l ' e p o c a . A r t i s t i c o m e Michelangelo e Leonardo da Vinci hanno lasciato i loro schizzi sui muri, sperimen- tando forme e tecniche. Seb- b e n e m e n o d o c u m e n t a t i rispetto alle loro controparti antiche e medievali, gli scrit- ti del Rinascimento offrono scorci nelle menti di artisti, s t u d i o s i e g e n t e c o m u n e . Rivelano una società in con- t i n u o c a m b i a m e n t o , a l l e prese con nuove idee e che si ridefinisce di fronte al cam- biamento. In quegli anni, e per gran p a r t e d e l l ' e r a m o d e r n a , Venezia era al centro del m o n d o p e r i l s u o p o t e r e p o l i t i c o e c o m m e r c i a l e , quindi dovremmo dare uno sguardo più attento anche alla sua tradizione dei graffi- ti. Lo scrittore Alberto Toso Fei e lo storico Desi Maran- gon hanno dichiarato alla rivista online Weird Italy che le iscrizioni veneziane svelano i segreti del passato della città e sono uno spec- chio della sua diversità cul- turale e artistica. Il loro stu- dio rivela che, a Venezia, i graffiti venivano usati per marcare il territorio, com- memorare eventi ed espri- mere emozioni personali. È q u a s i c o m e s e l e m u r a d i Venezia sussurrassero segre- ti di amore e tradimento, guerra e pace, gioia e dolore. Raccontano storie di mer- c a n t i e m a r i n a i , a r t i s t i e nobili, santi e peccatori. Ora avviciniamoci a noi nel tempo, a un momento in c u i i g r a f f i t i e l a w a l l a r t divennero un potente stru- m e n t o d i p r o p a g a n d a : i l Ventennio Fascista. L'e- poca fascista, infatti, ha por- tato una nuova dimensione alle scritte murali, trasfor- m a n d o l e i n s t r u m e n t i d i d i v u l g a z i o n e e c o n t r o l l o politico. La cosa interessante è che, nonostante ciò che il fascismo ha fatto al Paese, molte di quelle opere sono ancora visibili qua e là in giro per l'Italia, conservate c o m e m o n u m e n t i s t o r i c i . Nei suoi Muri in Camicia Nera, Claudio Marsilio rac- conta la storia, il significato di queste opere, e come la tendenza prese piede, già negli anni Trenta, quando il regime di Mussolini decise di trasferire i suoi slogan direttamente nelle piazze e nelle strade d'Italia. Le frasi estratte dai discorsi di Mus- solini furono sistematica- m e n t e d i f f u s e i n t u t t o i l Paese, trasformando i muri i n c a r t e l l o n i p u b b l i c i t a r i dell'ideologia del regime. I murales non erano sem- plici decorazioni ma potenti simboli di autorità e unità: celebravano i successi del regime, glorificavano il lea- der e promuovevano i suoi valori. Dall'elogio dei conta- dini alla promozione dell'a- m o r e p e r l a t e r r a , q u e s t e s c r i t t e s o n o s t a t e c r e a t e appositamente per sostenere le ideologie e l'immaginario fascista. O g g i , c o m e a c c e n n a t o , questi murales sono conser- vati come manufatti storici, offrendo spunti sui principi e s u l l e p r a t i c h e c u l t u r a l i dell'epoca. Sono testimoni silenziosi di un periodo tur- bolento della storia italiana e in qualche modo ci ricorda- no il modo in cui l'arte può plasmare l'opinione pubblica e, a volte, diventare anche uno strumento di propagan- da politica e ideologica. Quando i post ... erano sui muri veri: breve storia delle scritte murarie in Italia Immagini e parole sui muri: il modo di essere "social" dei secoli passati. Foto: mountainpix/Shutterstock