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GIOVEDÌ 25 GENNAIO 2024 www.italoamericano.org 32 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Non uno scherzo ma un'affascinante sorpresa: il carnevale di Lucca svela una storica partita di calcio del 1662 A lzi la mano chi non conosce il gioco del cal- cio. Ma sapevate che ha origini plurisecolari anche se, è facile immaginarlo, aveva regole e modalità molto diverse dalle attuali? Per scoprire la storia di questo amatissimo sport fac- ciamo un salto indietro nel tempo. Eccoci a Lucca nel 1662: lo splendido dipinto in cui il pit- tore lucchese Camillo Ciai immortalò la storica partita di calcio giocata nella sua città il 18 gennaio 1662, in occasione della visita degli arciduchi d'Austria, è la nostra macchina del tempo. L'opera è stata recentemente acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e racconta, fra mille dettagli curiosi, un avvenimento molto particolare. A Lucca il 18 gennaio del 1662 si attendeva un grande evento: la visita dell'arciduca Ferdinando Carlo d'Austria e d'Innsbruck (1628-1662). L'illustre ospite, atteso assieme alla consorte Anna de' Medici e alla figlia Claudia Felicita, venne ospitato nei palazzi Buonvisi e Busdraghi e per intrattenerlo si decise di organizzare una spetta- colare partita calcio, pratica che all'epoca a Lucca vantava già una tradizione importante e un'ampia legislatura che ne regolamentava lo svolgimento. Le partite di norma si svol- gevano durante il carnevale, nella zona denominata 'Piaggia Romana', un'area di forma trian- golare, a ridosso delle mura rinascimentali, più o meno cor- Camillo Ciai, Il gioco del calcio. Olio su tela del 1662 (Ph courtesy Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca) rispondente all'attuale Orto Botanico. Due squadre di circa 150 giocatori ciascuna, con ruoli diversi e partecipate da tutti i ceti sociali, lottavano per riuscire a lanciare la palla oltre il fondo del campo avversario o saltarvi con la sfera in mano. Come anche la rappresentazione del Ciai ci rac- conta gli incontri si trasforma- vano in pretesto per vendette e regolamenti di conti, tanto che già 1608, il Governo della città autorizzava e monitorava lo svolgimento delle partite. La tela del Ciai presenta quel- la specifica partita del 1662 incorniciata in un sipario teatrale. Vi sono riconoscibili le Mura, il Baluardo di San Regolo, lo sfarzoso allestimento, scene gustose con personaggi quasi caricaturali che caratterizzavano queste occasioni e, sulla destra, l'ospite, Ferdinando Carlo, in piedi per meglio assistere al gioco. Una tela da godere in tutta la sua interezza, nella miriade di dettagli e scenette che dovevano solleticare lo sguardo del com- mittente, lo stesso arciduca che aveva voluto per sé questa gigantesca "cartolina ricordo". Ancora oggi restano scarse le notizie relative a Camillo di Giovan Battista Ciai, fiorentino di nascita e operante nella Repubblica di Lucca nella secon- da metà del Seicento; di lui conosciamo altre opere lucchesi, in San Frediano, in San Romano ma anche sparse nelle chiese del territorio, a testimonianza di un prestigio personale profonda- mente radicato in tutta l'area. BARBARA MINAFRA