L'Italo-Americano

italoamericano-digital-2-8-2024

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21 GIOVEDÌ 8 FEBBRAIO 2024 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | C h i a c c h i e r e , bugie, frappe e c e n c i . N o n i m p o r t a i l n o m e , s o n o tutte uno spuntino di Carne- vale: sottili strisce fritte di pasta arricchita con liquore che vengono gettate nello zucchero e sgranocchiate durante i festeggiamenti. A Venezia, probabilmente la sede della celebrazione del Carnevale più famosa d'Ita- lia, sono conosciuti come crostoli o galani. Ma que- sti non sono gli unici dolci che valgono il loro peso zuc- cheroso per questa occasio- ne. Gli impasti lievitati fritti nell'olio producono deliziose frittelle spolverate di zucche- ro, e questi dessert ripieni si presentano come sostanziosi e d o l c i r a v i o l i , o t o r t e l l i , spesso fritti e ripieni di frut- ta secca, cioccolato, noci e cosparsi di zucchero extra... o marzapane. I galani e le frittole di Venezia sono i protagonisti del Carnevale. I primi sono fatti di farina, burro, zucche- r o , u o v a e g r a p p a o v i n o bianco, poi vengono fritti per ottenere risultati croccanti e friabili. Le frittole sono una ciambella fritta per eccellen- za, composta da un impasto di farina lievitata con l'ag- giunta di uova, zucchero, scorza di limone, uvetta e pinoli. Nel XVII secolo le frittole furono scelte come dolce nazionale della Repub- blica di Venezia. Venivano preparate dai fritoleri, che si sistemavano per strada in piccole capanne di legno. Circa 70 di loro formarono un'organizzazione simile a un sindacato per garantire che loro e le loro famiglie potessero mantenere le atti- vità in luoghi specifici lungo le strade. Alla fine, questa organizzazione è stata sman- tellata, ma il dolcetto rimane ancora oggi un classico. Il vicino più tranquillo del Veneto, il Friuli-Venezia Giulia, ha tradizioni dolci simili che sono influenzate dai paesi confinanti: Austria e Slovenia. L'impatto di que- ste culture influenza anche i rituali festivi locali durante il periodo di Carnevale. Sulle montagne di Udine, vicino al confine austriaco, si trova Sappada, un piccolo villaggio dove il Carnevale è testimone di cortei folclori- stici e dolci che suonano più tedeschi che italiani. Cono- sciuto anche come Plodar Vosenòcht in dialetto, l'anti- ca tradizione del Carnevale prevede che i partecipanti del posto si travestano da spaventoso personaggio: i R o l l a t e . I n d o s s a n d o u n a grande pelliccia nera con un copricapo di lana rossa, i Rollate portano maschere di legno per mascherare i volti e le voci delle persone nasco- ste. Queste figure portano scope e ballano per la città nelle tre domeniche prece- denti la Quaresima, altri- menti note come Domenica dei Poveri, Domenica dei Contadini e Domenica dei S i g n o r i . D i s t r i b u i s c o n o anche il mogn kropfen, tortelli ripieni di semi di papavero e miele. Un altro piatto festivo sono gli Hose- nearlan, o orecchiette di coniglio, ravioli realizzati con un mix di farine di mais e f r u m e n t o , b u r r o , u o v a , zucchero e un tocco di grap- pa e limone. La vicina Sauris festeg- gia con una tradizione simi- le. Alcune persone del posto si travestono da Rölar, i cui volti sono imbrattati di fulig- gine, e altri da Kheirars, che i n d o s s a n o m a s c h e r e d i legno. Anch'esso villaggio di l i n g u a t e d e s c a , S a u r i s s i trova a circa 3200 piedi sul livello del mare, e lì crescono pochissimi prodotti naturali (a parte un susino selvatico che produce frutti per un breve periodo, tutto il resto deve essere importato). Uno dei pochi dolci tradizionali preparati qui per il Carneva- le - e per i matrimoni o altre festività - è il vledlan, una frittella preparata con farina, zucchero, uova, grappa e un po' di menta selvatica o sal- via coltivate localmente. A s o l e 4 0 m i g l i a a e s t , vicino al confine sloveno, un'altra piccola città orga- nizza una tradizionale pro- cessione di Carnevale, que- sta con bellissime maschere bianche e maschere "brutte". I festeggiamenti includono ballare al ritmo della cïtira (violino) e del bünkula (vio- l o n c e l l o ) , s g r a n o c c h i a r e sope, un pezzetto di pane simile a un toast francese intinto nell'uovo, poi fritto in padella e cosparso di zucche- ro, e consumare bujarnik, un torta alla frutta realizzata con farine di mais e frumen- to, frutta secca come uvetta, noci e fichi, mele o pere, e un tocco di semi di finocchio o c a n n e l l a p e r u n s a p o r e unico. Appena a sud di Trieste, a Opicina, si trova una frittel- la di Carnevale ancora più insolita: le frittole con l'a- nima, o fancli z duso in d i a l e t t o s l o v e n o . Q u e s t i gustosi bignè sono realizzati con un impasto arricchito con grappa o acquavite, fari- na, uova, olio e vino bianco, e farciti con le acciughe, che erano quelle abitualmente pescate nel vicino villaggio di pescatori da cui provengo- no. Questa stessa regione è n o t a p e r i s u o i s t r u c c h i fritti, piccoli dolcetti pastosi ripieni di una ricca miscela d i n o c i , n o c c i o l e , u v e t t a , pinoli, scorza di limone, can- nella, rum e grappa. Ci sono alcune frittelle di C a r n e v a l e d e g n e d i n o t a , apprezzate anche fuori dal F r i u l i - V e n e z i a G i u l i a . I n Abruzzo, i ravioli dolci teramani sono tradizional- mente serviti durante i gior- ni di Carnevale, noti per la preparazione di un ripieno di ricotta dolce (è accettabile il latte di pecora o di mucca) e un tocco di cannella. Que- sti ravioli leggermente zuc- cherati possono essere con- sumati con un sugo di carne e pomodoro, burro e salvia, o semplicemente con un po' di zucchero e cannella. In L i g u r i a i l C a r n e v a l e s i f e s t e g g i a c o n i r a v i o l i trompe l'oeil: questi ravioli soddisferanno i veri golosi. Possono essere riempiti con qualsiasi cosa, dalla pasta di mandorle alla marmellata, fino alla frutta e alle noci. Tuttavia, il classico "scher- zo" di Carnevale è una pre- parazione tradizionale di ravioli ripieni di pasta di m a n d o r l e s e r v i t i i n u n a "salsa di pomodoro" (mar- mellata) e conditi con scaglie di "parmigiano" (marzapa- ne). La storia racconta che i monaci genovesi svilupparo- no questa ricetta per soddi- sfare la loro voglia di dolci durante la Quaresima, quan- do non era consentito consu- mare prodotti di origine ani- m a l e . O g g i i n L i g u r i a numerose varianti di questi r a v i o l i d o l c i c o m p a i o n o anche durante il resto del- l'anno. Da Venezia ai borghi del Friuli-Venezia Giulia e oltre, non c'è modo migliore per assaporare il Carnevale che attraverso uno spuntino tra le sue dolci prelibatezze. I l l a t o d o l c e d e l C a r n e v a l e : t r a d i z i o n i spolverate di zucchero da tutto lo Stivale Gli strucchi sono un dolce di Carnevale Friulano (Photo: Lucapbl/Dreamstime) LA BUONA TAVOLA RICETTE PIATTI TIPICI STORIE DI CUCINA

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