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GIOVEDÌ 22 FEBBRAIO 2024 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO La Z che ha lasciato il segno sul grande schermo ha radici siciliane I l destino gli regalò due nomi da battaglia e con essi cavalcò letteralmente il suo mondo di celluloide. Ma in fondo, non poteva essere diver- samente per un attore, divenuto sugli schermi (grandi e piccoli) simbolo della giustizia e trasfor- mato dall'entusiasmo dei suoi fan in un'unica lettera dell'alfa- beto: la Zeta. Zeta come Zorro! Il cavaliere nero nacque dalla penna fervida dello scrittore Johnston McCulley, nel 1919 e trovò diversi eroi sul grande schermo. Con la maschera caval- carono attori del calibro di Douglas Fairbanks, Tyrone Power, John Carroll, George Turner, Clayton Moore, dal 1920 al 1949. E nel 1957 arrivò il turno della Walt Disney presen- tare al pubblico la serie del leg- gendario giustiziere della California spagnola. The Walt Disney's Zorro fu affidata a un attore di bella speranza, che aveva scelto di chiamarsi Guy Williams. Sarebbe diventato l'at- tore più conosciuto nel ruolo di Zorro, e alla lunga il successo gli si incollò addosso accompagnan- dolo per il resto della carriera. Guy Williams nacque a New York il 14 gennaio del 1924 e alla fonte battesimale arrivò con il nome di Armando Giuseppe Catalano. Figlio di Attilio e Clara Catalano e nipote di un proprietario terriero di Palermo, Armando crebbe in una famiglia di buona levatura. Il padre, giun- to poco tempo prima della sua nascita negli Stati Uniti si era stabilito nel podere acquistato dal nonno nel nord dello stato di New York, e si era creato una solida carriera come agente assi- curativo. Era quello il settore nel quale avrebbe voluto anche suo figlio, ma non erano quelli i sogni di Armando, che gli amici amavano chiamare "Guido". Il giovane italoamericano fre- quentò con scarso profitto l'ac- cademia militare di Peeksville e dopo il diploma iniziò casual- mente la carriera di modello fotografico. La prestanza fisica gli valse più di un'occasione e il giovane non seppe rinunciare a un lavoro che pagava bene e pro- metteva ancora meglio per il futuro. Ma nonostante il suo ingresso nel mondo "futile" della moda, Catalano mantenne viva la voracità intellettiva e non rinunciò mai ai suoi libri e ai suoi scacchi. La conoscenza della matematica e dell'astrono- mia rasentava addirittura la genialità e veniva bilanciata da un'altrettanta bravura nel gioco degli scacchi. Tra un lavoro fotografico e l'altro, Catalano arrivò alle sele- zioni per un cast di attori cine- matografici e si sentì rifiutare l'ingaggio per il suo "nome" lati- no. Deluso dalla intolleranza strisciante nei confronti degli ita- liani (ma quelli erano tempi in cui gli americani tolleravano poco i loro ex-nemici della Seconda Guerra mondiale), il giovane modello non si perse d'animo e cambiò il suo nome in "Guy Williams", trovando spazi nelle pubblicità di dentifrici, sigarette, e liquori, e guadagnan- do copertine per Vogue e Harper's Bazar. Nello stesso tempo continuò la sua "carriera" di scacchista, utilizzando il tempo libero nel Club degli scac- chi di Manhattan, e giocando in Central Park con gli anziani appassionato dello stesso sport. Tra un servizio fotografico e l'altro conobbe anche Janice Cooper, una modella che poco dopo decise di sposare e dalla quale ebbe i figli Steve (1952) e Antonia (1958). La svolta, per Guy, arrivò mentre studiava recitazione al Neighborhood Teather. Chiamato a interpretare un breve ruolo di attore per un film pub- blicitario delle Forze Armate, ottenne un relativo successo comparendo nelle sale sempre prima delle pellicole ufficiali. Partecipò inoltre ai programmi importanti dell'epoca come lo "Studio One" di New York nel 1952. Infine decise di trasferirsi a Hollywood per iniziare la car- riera vera e propria di attore, alle dipendenze della Universale International Studios. Per più di un anno recitò in film polizieschi e Western collezionando i seguenti titoli: "Bonga va al College", "The Mississippi Gambler" (accanto a Tyrone Power e Dennis Weaver). Nello stesso periodo comparve in vari shows televisivi, tra i quali "The Lone Ranger". La prima parte importante arrivò con il contratto dell'American Institute Pictures: poliziotto nel film "I was a tee- nage Werewolf". Accettò varie particine nella MGM, per gli show "Traffic Patrol" e per varie pellicole. La carriera subì per uno stop imprevisto a causa di una rovinosa caduta da cavallo. Nei mesi di stop ebbe modo di rivedere la sua carriera e decise di riprendere a fare il modello e a lavorare a New York. Nel 1957 arrivò la vera occasione della vita e si presentò sotto forma della Disney: selezionava i volti per il personaggio televisivo di Zorro e l'italoamericano decise di tentare l'avventura, senza trop- po impegno. I cacciatori di testa della Disney avevano visto Williams in uno dei suoi film e lo ritenevano adatto al progetto, così come ritenevano adatto al ruolo l'attore Britt Lomond. Il regista e produttore della serie, Norman Foster, si batté con tutte le sue forze per assegnare la parte a Guy, ma la controversia si risolse soltanto dopo due lun- ghissimi mesi di braccio di ferro. I coproduttori, nell'arco di tempo, avevano offerto a Williams di recitare in un'altra serie, "Andy Burnette", di grandi promesse. Incitato dallo stesso Foster, Williams decise di non mollare la presa e venne infine scelto per la parte (la promettente serie alternativa durò lo spazio di sole tre puntate!), mentre a Lomond fu affidata quella di un monaco. Fu l'inizio di una entu- siasmante avventura per Guy Williams-Armando Catalano. Zorro era decisamente un per- sonaggio tagliato su misura per lui; il mondo "latino" della California Spagnola, le cavalcate a spron battuto, il personaggio di giustiziere, resero Williams un attore realizzato e famoso. Dal 1957 al '59 egli girò 78 episodi della serie televisiva di mezz'ora e nel 1960-61 recitò in quattro film di un'ora. Oltre al suo com- penso, l'attore ebbe il 25% dei profitti realizzati dalla serie, risolvendogli tutti i problemi finanziari. Ma il "bottino" sareb- be stato ben più pingue se non fosse sopravvenuta una vera e propria guerra tra la Disney e la Nbc, il canale televisivo sul quale veniva trasmessa la serie. La guerra portò alla "cancella- zione" temporanea della serie e l'attore dovette fermare per diverso tempo le sue ambizioni recitative. La Disney gli aveva fatto firmare un contratto per altri due anni, onde evitare la perdita del preziosissimo "sim- bolo" televisivo, e nella speranza di poter continuare a produrre la redditizia serie. Williams dovette quindi trasformarsi in un vero e proprio uomo mascherato, com- parendo in pubblico con i vestiti del suo personaggio e recitando dal vivo negli spettacoli allestiti a Disneyland. Nel frattempo in casa Catalano altri piccoli attori crescevano. Il figlio Steve intra- prese una promettente carriera di modello fotografico per poi diri- gere il suo talento verso lavori meno appariscenti. Nel 1975 egli entrò nei ranghi governativi per restarvi più di 20 anni e per diventare un ottimo programma- GENEROSO D'AGNESE (Ph© Everett Collection Inc. | Dreamstime.com) CONTINUA A PAG. 37