L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-7-2024

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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 7 MARZO 2024 S e s e i s t a t o a Roma, probabil- m e n t e t i s a r a i gustato un caffè in uno dei tanti caffè eleganti e vecchio stile di Piazza Navona: sì, quel c a f f è p r o b a b i l m e n t e t i è costato il doppio che altrove, ma cavolo, ne valeva la pena! La grandiosità della piazza con la sua architettura baroc- ca, l'atmosfera vivace, gli artisti di strada: è un posto così bello e caratteristico. Ma Piazza Navona è da quasi due millenni il cuore delle attività sociali di Roma, a n c h e s e s o t t o u n n o m e diverso, almeno all'inizio. La sua origine risale allo Stadio di Domiziano, costruito n e l l ' 8 5 d . C . , l a c u i f o r m a allungata, lunga circa 275 metri e larga 106, si è conser- vata fino ai giorni nostri. L'antico stadio poteva ospita- re circa 30.000 spettatori ed era noto per le competizioni atletiche: è infatti dalla sua destinazione originaria che deriva il nome moderno della piazza, "Navona", che deriva dal latino agone, riferito alle gare atletiche. La trasformazione di Piaz- za Navona in un capolavo- ro barocco fu in gran parte guidata dalla visione di Papa Innocenzo X Pamphilj nel XVII secolo. Sotto il suo patrocinio, la piazza fu rivita- lizzata grazie al contributo dei più grandi architetti di quei tempi, Gian Lorenzo B e r n i n i , che progettò la F o n t a n a d e i Q u a t t r o Fiumi nel 1651, e France- sco Borromini, che lasciò il segno su strutture significati- ve come la Chiesa di Sant' Agnese in Agone e Palazzo P a m p h i l j , r e a l i z z a t o c o n Girolamo Rainaldi. Quella fu a n c h e l ' e p o c a d e i " g i o c h i d'acqua" di Piazza Navona, che trasformavano la piazza in un lago per evocare ricordi di antiche battaglie navali, proprio come avveniva anti- camente in un altro famoso m o n u m e n t o r o m a n o , i l C o l o s s e o . Q u e s t o e v e n t o unico attirava folle di perso- ne per divertirsi e rinfrescar- s i d u r a n t e i m e s i c a l d i e dimostra come il ruolo socia- le e di intrattenimento della piazza sia rimasto immutato nel corso dei secoli. Merita un po' più di atten- zione la Fontana dei Quat- tro Fiumi, di cui abbiamo appena parlato. Costruita tra il 1648 e il 1651, è un monu- mentale tributo ai principali fiumi del mondo - il Nilo, il Gange, il Danubio e il Rio de la Plata - ciascuno dei quali rappresenta un continente conosciuto all'epoca. Gian Lorenzo Bernini, su commis- sione di Papa Innocenzo X, progettò questo capolavoro come fonte di acqua potabile per i cittadini e, ovviamente, anche per incarnare la gran- dezza del suo mecenate, il Papa. La fontana è coronata da un obelisco di granito di Assuan, noto come obelisco Agonale, che ha una storia i n t e r e s s a n t e . N o n o s t a n t e presenti geroglifici, il pezzo non ha origini egiziane ma fu costruito durante il regno d e l l ' i m p e r a t o r e r o m a n o Domiziano (81–96 d.C.). Le sue iscrizioni geroglifiche, tradotte dall'egittologo Jean François Champoillon, rive- lano i nomi di Domiziano, di suo padre Vespasiano e di suo fratello Tito, un segno dello sforzo dei romani di adottare elementi egizi nella loro cultura. Questa pratica, nota come egitizzazione, fu parte del più ampio interesse di Domiziano nell'incorpora- re l'arte e le tradizioni egizie, in quella che alcuni forse chiamerebbero oggi "appro- p r i a z i o n e c u l t u r a l e " . I n verità, allora era, semplice- mente, uno strumento per consolidare la legittimità imperiale di Domiziano. L'o- belisco fu originariamente collocato nel Circo di Mas- senzio, dove subì notevoli danni. Forse anche per que- sto rimase sepolto per secoli. La sua esistenza era nota a papa Sisto V, ma rimase sot- toterra finché papa Innocen- zo X ne ordinò lo scavo nel 1649. Successivamente l'obe- l i s c o f u e r e t t o i n P i a z z a Navona, dove lo vediamo ancora oggi, significativa- mente vicino alla residenza di Innocenzo quando era car- dinale. La Fontana dei Quattro Fiumi è nota anche per la leggenda legata alla statua del Rio de la Plata, posiziona- ta con il braccio alzato, come a proteggersi dalla Chiesa di Sant'Agnese in Agone, pro- gettata dal rivale del Bernini, Francesco Borromini. Questo gesto ha scatenato leggende metropolitane, suggerendo che fosse il modo di Bernini di criticare l'opera di Borro- mini. Questa interpretazione però è solo una leggenda, poiché la facciata della chiesa non esisteva quando Bernini progettò la fontana! Spostiamoci all'estremità settentrionale della piazza e osserviamo più da vicino la F o n t a n a d e l N e t t u n o . Progettata originariamente da Giacomo della Porta nel 1574, fu solo alla fine del XIX secolo che fu completata con sculture di Gregorio Zap- pala e Antonio della Bitta, r a f f i g u r a n t i N e t t u n o c h e combatte contro un polpo gigante. Tra Piazza Navona e Corso Vittorio Emanuele II troviamo Palazzo Braschi, importante esempio di archi- tettura neoclassica: commis- s i o n a t o d a L u i g i B r a s c h i Onesti, nipote di papa Pio VI, e p r o g e t t a t o d a C o s i m o Morelli, la sua costruzione riflette la ricchezza e il potere che si potevano accumulare attraverso il nepotismo papa- le. I lavori di Palazzo Braschi iniziarono nel 1790, per poi essere interrotti dall'occupa- zione francese di Roma; il palazzo fu infine completato e divenne simbolo dell'in- fluenza della famiglia Bra- schi. Nel corso degli anni ha avuto diversi scopi, tra cui quello di essere sede della F e d e r a z i o n e F a s c i s t a d i Roma durante il regno di Mussolini. Dopo la seconda g u e r r a m o n d i a l e d i v e n n e rifugio per famiglie senza casa, cosa che provocò ingen- ti danni. Dal 1952, dopo un ampio restauro, Palazzo Bra- s c h i o s p i t a i l M u s e o d i Roma, che celebra la storia d e l l a c i t t à d a l M e d i o e v o all'Ottocento: qui possiamo t r o v a r e c o l l e z i o n i d ' a r t e , fotografie, abiti e altri oggetti c h e r a c c o n t a n o l a r e a l t à sociale e la storia artistica della capitale. P a l a z z o D o r i a Pamphilj è un altro tesoro storico, noto per la sua vasta collezione d'arte, nonché per la curiosa leggenda di Olim- pia Maidalchini. Olimpia ebbe una grande influenza d u r a n t e i l p o n t i f i c a t o d i Innocenzo X e fu una figura d i s p i c c o n e l l a R o m a d e l X V I I s e c o l o , s o p r a t t u t t o intorno a Piazza Navona. S p o s a t a c o n P a m p h i l i o Pamphilj, fratello di Inno- cenzo X, Olimpia esercitò un potere significativo, impe- gnandosi in politica e accu- mulando ricchezze, il che portò a diffuse controversie. La sua reputazione di mani- polatrice e donna avida era ben nota e svolse un ruolo chiave nell'amministrazione dello Stato Pontificio durante il pontificato di suo cognato. La sua leggenda rivive nei racconti del suo fantasma che infesta Piazza Navo- na: secondo la tradizione locale, ogni 7 gennaio, anni- versario della morte di Inno- cenzo X, può essere vista cavalcare un carro di fuoco pieno di tesori attraverso Ponte Sisto verso Trastevere, per poi scomparire nel fiume Tevere, dove viene trascinata negli inferi dai demoni. Infine, non potevamo con- cludere la nostra passeggiata p e r P i a z z a N a v o n a s e n z a menzionare la sua grande presenza nella letteratura e nel cinema, tra cui Angeli e demoni di Dan Brown e l'a- dattamento cinematografico d e l c a p o l a v o r o d i J o s e p h Heller, Catch-22. Storia e leggende di Piazza Navona La bellissima e famossima Piazza Navona, a Roma (Photo: Angelo Cordeschi/ Dreamstime) P.O.BOX 6528, ALTADENA, CA 91003 P.O.BOX 6528, ALTADENA, CA 91003 GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO

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