L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-7-2024

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GIOVEDÌ 7 MARZO 2024 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | 13 " San Giuseppe vec- chierello / cosa avete nel cestello? / Erba f r e s c a , f r e s c h e viole/nidi, uccelli e lieto sole! / Nel cantuccio più piccino / ho di neve un fioc- chettino, / un piattino di frit- telle/ e tant'altre cose belle! / Mentre arriva primavera / canto a tutti una preghiera, / la preghiera dell'amore / a Gesù nostro Signore.(Teresa Romei Correggi). Q u e s t a p o e s i a i n p o c h i righi, illustra il senso più umano della festività del 19 marzo che celebra la figura del Patriarca San Giuseppe, sposo di Maria e padre putati- vo di Gesù. A suo modo, rac- conta lo svolgersi delle cele- brazioni in gran parte del territorio siciliano, sottoli- neando con parole semplici, che si tratta di una feste di popolo – non dimentichiamo che Giuseppe era un artigiano – dove si mangiano preliba- tezze locali, dove forse è cadu- ta l'ultima neve di primavera, dove i fiori sono protagonisti, dove si prega e dove si ringra- zia il Santo per le grazie rice- vute. E l'etnoantropologo paler- mitano, Giuseppe Pitrè, nel suo "Canti popolari sicilia- ni"(vol.II), inserisce una Pre- ghiera a San Giuseppe che così recita: "San Giusippuzzu di Muntulieddu, / 'N testa purtati lu santu cappeddu, / Ed a li manu lu santu vastuni, / San Giusippuzzu di Muntu- l i u n i " . ( S a n G i u s e p p i n o d i Monteleone, in testa portate il santo cappello, e nella mano il santo bastone, San Giuseppi- no di Monteleone). Sul calendario cattolico la data che lo celebra è il 19 marzo e manifestazioni di gioia e di festa lo onorano in moltissimi comuni della Sici- lia e, in alcuni di essi, la devo- zione è fortissima e gli eventi che accompagnano non sol- tanto il 19 ma anche diversi g i o r n i c h e l o p r e c e d o n o h a n n o u n n u m e r o s i s s i m o seguito di fedeli. A Leonforte, in provincia di Enna, una tra- dizione che vanta quattrocen- to anni di vita è quella de l'Ar- tara(altare) di San Giuseppe che consiste nel preparare in tutto il territorio comunale gli "altari", cioé tavole imbandite a cui si avvicinano i visitatori che giungono da diverse parti della provincia e non solo, per partecipare a quella che è una delle feste più sentite dalla popolazione. Dal 18 marzo, nel pomeriggio, possono dun- que essere gustate tutte le lec- cornìe preparate per festeg- giare il santo: cardi, sfingi, finocchi,,, vini, fave, ceci, "pupidduzzi"(pane benedetto che assume diverse forme) e tanti altri prodotti locali che vengono offerti gratuitamen- t e d a g l i o r g a n i z z a t o r i . L a ricerca e la visita per le strade d i L e o n f o r t e p e r t r o v a r e "Artara" dura anche tutta la n o t t e e a s e g n a l a r l i – u n tempo scatole di scarpe fode- rate e illuminate su cui cam- p e g g i a v a l a s c r i t t a W S.G.(Viva San Giuseppe) – oggi è una stellina brillante grazie a piccole luci. Non manca la recita delle "raziu- neddi" (preghiere dialettali che narrano la vita di Gesù) che viene fatta da ragazzini che così riceveranno i "pupid- di" che porteranno al collo come collane e come trofei quasi fossero dei generali in battaglia. A imbandire le tavole sono coloro che avevano chiesto una qualche grazia e, avendo- la ricevuta, offrono del cibo per ringraziare il santo pro- tettore dei poveri. Il pane è sicuramente il re di tutte le tavole ed è tradizione che lo preparino le donne di casa e lo lavorino in maniera da farne quasi delle sculture (cuddure) e ognuna di loro ha un significato e una destina- z i o n e b e n p r e c i s a n e l momento in cui viene offerto, insieme alle altre pietanze: frittate, polpette di finocchio, cardi, ceci, primizie, dolciumi e altro ai "Santi". Un drap- peggio di veli da sposa(cielo), disposti come un baldacchino e un'immagine di San Giu- seppe tra i veli, concludono l'altare. Il giorno seguente, il 19, ci si avvia alla conclusione e saranno i "Santi" a ricevere quanto imbandito sull'altare. Un tempo, ad assumere que- sto ruolo, erano chiamati i più indigenti così che potes- sero avere di che sostentarsi per qualche settimana e colui che aveva imbandito la tavola poteva così assolvere al voto fatto. Oggi, quindi, a ciascun santo, vengono distribuite tante vivande quante sono quelle offerte dal padrone di casa non prima che egli – similmente al rito dell'ultima cena – abbia proceduto alla lavanda e al bacio dei piedi. A Donnalucata, frazione di Scicli, nei giorni 8, 9 e 10 m a r z o s i p u ò a s s i s t e r e a l raduno e alla tradizionale sfi- lata della "Cavalcata di San Giuseppe" di cui quest'anno ricorre la trentanovesima edi- z i o n e . S a r a n n o p r e s e n t i anche musici e sbandieratori della vicina città di Floridia e la festa, annunciata con gran- de scampanio e colpi di can- none, proseguirà con la sfilata di carretti siciliani e cavalli bardati a festa e con una pro- cessione dietro la statua del santo per concludere i festeg- giamenti con la vendita all'in- canto dei doni nella tradizio- nale cena offerta dai devoti a San Giuseppe. Nel comune della provin- cia ragusana, Scicli, la ricor- renza si svolge nei giorni 15, 16 e 17 e il giorno 16 avrà luogo anche qui la Cavalcata di San Giuseppe. La festa che i n o r i g i n e n e l M e d i o E v o aveva lo scopo di invocare la pioggia cui sarebbe seguito successivamente un buon raccolto, nel tempo si è tra- sformata in celebrazione del Santo Patriarca. Le bardature dei cavalli che partecipano alla Cavalcata vengono prepa- rate nei "dammusi"(ambienti al pianoterra delle case) e sono impegnate parecchie persone che – un tempo su un ordito di rami di palme, oggi su tele di iuta – intesso- no migliaia di violaciocche (u bàlucu) realizzando quadri che rappresentano la Sacra Famiglia e altri soggetti sacri. C a v a l i e r i i n t r a d i z i o n a l e costume contadino composto da pantaloni e gilet di velluto nero, camicia bianca ricama- ta, fascia multicolore intessu- ta ai fianchi, fazzoletto rosso al collo, burritta(cappello morbido), stivali e pipa di canna) cavalcano i magnifici destrieri e, in cima alla pro- cessione, tre figuranti rappre- s e n t a t o G e s ù , G i u s e p p e e Maria. Il corteo, attraversan- do la città, incontra i "pag- g h i a r a " ( f a l ò ) c h e i f e d e l i accendono in attesa del loro passaggio. Lungo il percorso, i cavalieri e la gente del popo- lo, "illumina" il percorso della Sacra Famiglia tenendo in m a n o f a s c i d i " c i a c c a r i " (ampelodesmo) accesi. Nel lato ovest della costa meridionale dell'isola, intan- to, si preparano le manifesta- zioni in occasione del "Man- dorlo in fiore" simbolo della bella stagione, la primavera che, riunendo in sé popoli provenienti anche da paesi stranieri, in nome della pace e della fratellanza, inviano tutti gli anni i loro migliori gruppi folkloristici. Saranno Albania, Camerun, Colombia, C o r e a , E c u a d o r , G e o r g i a , Giappone, Grecia, India, Ita- l i a , L e t t o n i a , M a c e d o n i a , Malta, Messico, Montenegro, Polonia, Romania, Russiyana (Compagnia di Danze Russe e di Carattere con sede a Mila- no) Serbia, Slovacchia, Spa- gna e Ucraina a contendersi in questo 2024 e precisamen- te dal 9 al 17 marzo, l'ambito "Tempio d'Oro" che verrà assegnato, dopo le esibizioni di tutti i gruppi, presso il Tempio della Concordia. L a V a l l e d e i T e m p l i s i riempirà di petali, di musica e d i a b b r a c c i e c i v i e n e i n mente il bellissimo quadro dal titolo "Mandorlo in fiore" a p p u n t o , c h e V a n G o g h vivendo la grande emozione della nascita del nipote che p o r t ò i l s u o s t e s s o n o m e , volle regalarglielo come rina- scita, così come la primavera segna il risveglio dei campi a lui tanto cari e della vita. Ugualmente le celebrazio- ni in onore del Santo Patrono della Chiesa Universale, Giu- seppe ci ricordano che dopo ogni inverno viene sempre la primavera. San Giuseppe, Patrono della Chiesa Universale SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Imbracatura realizzata con fiori veri a Scicli, Sicilia (Photo: Angelo Giampiccolo/Shutterstock)

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