L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-7-2024

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19 GIOVEDÌ 7 MARZO 2024 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | L 'Italia è, per defi- nizione, il Paese delle differen- z e . D a n o r d a s u d , d a e s t a ovest, paesaggi, abitudini, cibo, clima, flora e fauna: tutto cambia. Ma forse niente dice tanto sulla realtà multiforme, e a volte complessa, del Paese quanto il modo in cui parlia- mo. L'accento e il vocabola- rio di un italiano lombardo sono molto diversi dall'ac- cento e il vocabolario di un italiano pugliese. Siamo tutti italiani, ci godiamo la vita sotto lo stesso cielo, ma, ehi! Parliamo diversamente! Ancor più che nella nostra amata lingua nazionale, è nei dialetti italiani che risie- de davvero tale diversità, una diversità che è allo stes- so tempo una ricchezza cul- turale e linguistica, oltre che un forte segno identitario. E qui, oserei dire una cosa un po' controversa: quando si tratta di identità, i dialetti potrebbero essere più rile- vanti per gli italiani prove- nienti dall'estero che per gli italiani provenienti dall'Ita- lia. Sicuramente molti di voi, cari lettori, hanno avuto il primo incontro con una lin- gua diversa dall'inglese nel calore e nell'intimità della cucina di famiglia, magari mentre, da bambini, ascolta- v a t e i v o s t r i g e n i t o r i o i vostri nonni parlare della loro terra d'origine. Eppure, ci sono possibilità significa- tive che quello che sentivate allora - le stesse parole e il ritmo melodioso che avete sempre associato all'"italia- no" - non fosse affatto italia- no, ma il dialetto dei vostri parenti. Molti italiani provenienti dall'Italia, soprattutto se n a t i n e l l e g r a n d i c i t t à , soprattutto tra le generazio- ni più giovani, non conosco- no più il loro dialetto; non possono parlarlo né capirlo. Non sentono il bisogno di i m p a r a r l o e , s o p r a t t u t t o , non sentono più un legame con esso perché non rappre- senta più né un mezzo di comunicazione né un signifi- cante di identità. L e c o s e , p e r ò , p o s s o n o essere diverse per molti ita- l o a m e r i c a n i . P e r n o i p u ò essere tutto questo e molto altro ancora. Un dialetto, quello dei nostri genitori e dei nostri nonni, dei nostri vicini e dei loro parenti, è anche carico emotivamente e fa parte della nostra italia- nità. Per questo ho ritenuto i m p o r t a n t e p r e s e n t a r e i risultati di un interessante a r t i c o l o d i F u l v i o F u l v i pubblicato sul quotidiano i t a l i a n o A v v e n i r e , i n c u i l'autore discute con Gio- v a n n i G o b b e r , p r e s i d e della Facoltà di Scienze Lin- guistiche e Letterature Stra- n i e r e p r e s s o l ' U n i v e r s i t à C a t t o l i c a d i M i l a n o , u n o degli atenei più prestigiosi del Paese. Comprendere la ricchezza che gli idiomi loca- li rappresentano e il legame c h e h a n n o c o n l a c u l t u r a locale e la storia sociale – aspetti che Gobber evidenzia nella sua intervista a Fulvi – è fondamentale se noi, ita- liani provenienti dall'estero, vogliamo capire davvero "da dove veniamo". Un concetto c h e , t r a l ' a l t r o , s i a d a t t a molto bene al tema portante di quest'anno del Turismo d e l l e R a d i c i s o s t e n u t o d a l l a F a r n e s i n a , p e r c h é niente più di ciò che hanno detto i nostri avi può avvici- narli a noi. L'Italia, senza dubbio, è unica in Europa per la sua diversità linguistica: secon- d o l ' U N E S C O e s i s t o n o trentuno "lingue regionali" n e l P a e s e , m a i l n u m e r o reale va ben oltre, influenza- to da un melange storico di greco, germanico, arabo e greco, lingue preromane, tutte radicate nello sviluppo del latino. In un contesto così variegato, afferma Gob- ber, la mappatura e la suc- c e s s i v a c e r t i f i c a z i o n e d e i dialetti, insieme a una legi- slazione specifica per pro- t e g g e r l i d a l l ' i n e v i t a b i l e estinzione, diventa fonda- mentale. Ma se oggi corriamo, e cerchiamo di scongiurarlo, il rischio di veder scomparire i nostri dialetti, è bene notare che non è sempre stato così. Durante il regime fascista i dialetti, parlati prevalente- m e n t e d a d u e t e r z i d e l l a popolazione, subirono una condanna ufficiale nel tenta- tivo di difendere la lingua nazionale. Eppure, nono- stante gli sforzi compiuti attraverso le riforme educa- t i v e g u i d a t e d a G i o v a n n i Gentile, lo sradicamento dei dialetti rimase un obiettivo irraggiungibile. Fu solo con l'avvento della televisione, negli anni Sessanta, che l'i- taliano diventò veramente la n o s t r a l i n g u a n a z i o n a l e , a n c h e g r a z i e a l l ' o p e r a d i Alberto Manzi, conosciuto come "il maestro d'Italia", che contribuì in modo signi- ficativo all'alfabetizzazione degli adulti attraverso il suo p r o g r a m m a " N o n è m a i troppo tardi", dove insegna- va a leggere e scrivere in ita- liano. Oggi il panorama dialetta- l e i t a l i a n o è c o m p l e s s o e sfaccettato: secondo un'in- dagine Istat del 2017, solo il 14% degli italiani parla prevalentemente dialetto in casa, la maggioranza sono anziani (75% over 75), men- tre le generazioni più giova- ni comunicano prevalente- mente in italiano. E con il rapido progresso della tec- n o l o g i a n e g l i u l t i m i o t t o anni, come notato da Fulvi, è probabile che queste percen- tuali siano ulteriormente d i m i n u i t e . C i t r o v i a m o , quindi, di fronte a una situa- zione difficile, in cui una parte essenziale del nostro variegato patrimonio cultu- rale rischia di scomparire, in un momento in cui il Paese cerca di offrire nuova rile- vanza alle sue radici, origini e connessioni con il passato. Ecco allora che occorre rive- dere quanto affermato dal professor Gobber e ricono- scere l'importanza di catalo- g a r e e t u t e l a r e l a n o s t r a conoscenza linguistica affin- chè non scompaia. È in questo contesto che n a s c e i l p r o g e t t o A l p i - Link: portare la diversità l i n g u i s t i c a d e l l e A l p i d e l Nord Italia nell'era digitale e offrire un esempio da segui- re per le altre zone d'Italia. Il p r o g e t t o p r e s e n t a u n a mappa audio interattiva che cattura il nucleo di diciotto varietà linguistiche tra cui friulano, veneto, trentino, ladino, lombardo, piemonte- se, franco-provenzale, occi- t a n o , w a l s e r , c i m b r o , mòcheno, sappadino, saura- no, timavese, tirolese, resia- no, tedesco e sloveno della V a l C a n a l e . L ' i n i z i a t i v a , sostenuta dal Miur e svilup- pata in collaborazione con le università di Verona, Trento, B o l z a n o , T o r i n o e V a l l e d'Aosta, mira a preservare e promuovere il multilingui- smo come parte del nostro patrimonio culturale. Attra- verso il contributo di 1.731 i n d i v i d u i d i o g n i e t à e d estrazione sociale, AlpiLink ha raccolto oltre 201.000 file vocali e sonori, creando il più grande database dedica- to allo studio, alla documen- t a z i o n e e a l l a r i c e r c a s u l multilinguismo. I parteci- panti, che contano anche 23 scuole, 559 studenti delle scuole secondarie e 79 inse- gnanti, hanno contribuito alla ricerca condividendo i loro dialetti o le loro lingue a t t r a v e r s o i l s i t o w e b d e l progetto. A l p i L i n k è u n e s e m p i o ben funzionante e attivo di c i ò c h e G o b b e r d e s c r i v e come mappatura, certifica- zione e protezione dei nostri d i a l e t t i : p r o p r i o c o m e f a r e m m o c o n i m a n u f a t t i antichi, dobbiamo proteg- gerli, ma anche mantenerli in vita facendoli conoscere, e capire quanto profondamen- te siano connessi con l'es- senza stessa della speciale d i v e r s i t à d e l l ' I t a l i a . C o s ì come non smetteremmo di imparare a scrivere con la p e n n a s o l o p e r c h é o g g i abbiamo le tastiere, dobbia- mo mantenere vivi i nostri vecchi dialetti, se non per comunicare con chi ci cir- conda oggi, certamente per mantenere forte il nostro legame con il passato. L'Italia dei dialetti: una ricchezza anche per gli italoamericani Un'anziana a Scanno, in Abruzzo. Gli over-75 sono la fascia che parla il dialetto di più (Photo: Giuseppemasci/ Dreamstime) HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI

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