L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-21-2024

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35 GIOVEDÌ 21 MARZO 2024 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | O v u n q u e v o i siate, il pran- z o d e l l a d o m e n i c a s i g n i f i c a , p e r tradizione, due cose: buon c i b o e f a m i g l i a . A i v e c c h i t e m p i , q u a n d o l e a t t i v i t à erano ancora in gran parte o r g a n i z z a t e i n t o r n o a l l a messa della domenica matti- na, il cuoco di famiglia parte- cipava alla prima funzione e poi tornava a casa per met- tersi al lavoro in cucina. Per tutti gli altri c'era la messa in tarda mattinata e poi, final- mente, il pranzo della dome- nica. Raccontare esattamente cosa mangiano - e mangiava- no - gli italiani durante un tipico pranzo domenicale è tutt'altro che semplice per- c h é q u i - f o r s e p i ù c h e i n altre occasioni - tutto si ridu- ce agli usi e ai costumi di una famiglia. Anche se possiamo fare un'ipotesi plausibile su cosa potrebbero mangiare i siciliani a Pasqua e i toscani a Natale, non esistono rigide tradizioni culinarie per la domenica. Sebbene possano esserci piatti tipici basati su regioni e città, non è raro che vengano serviti anche esperi- menti e novità culinarie. Ammetto che sono ormai lontani -ahimè!- i tempi in cui potevo godere delle ric- c h e o f f e r t e d e l l a t a v o l a domenicale delle mie nonne, ma ne conservo ancora un bel ricordo: la nonna mater- na preparava i ravioli con burro, salvia e salsa di parmi- giano, seguiti da arrosto di vitello in salsa di vino rosso con purè di patate o, occasio- nalmente, coniglio au chivet, con carote arrosto e qualche altra verdura. Il dessert era sempre un grande vassoio di paste del panificio locale: bignè, biscotti di pasta frolla e f u n g h e t t i a l l a c r e m a d i cioccolato (piccoli bignè a forma di funghi) erano tutti un must. Se fossi stata a casa della nonna paterna, avremmo ini- ziato il pasto con le tagliatelle o con i ravioli al ragù. Dopo- diché, ci saremmo goduti il suo piatto forte, ovvero il p o l l o a r r o s t o s e r v i t o c o n patatine fritte al rosmarino. Quelle patatine erano tagliate sottili, fragranti e croccanti, e rimangono uno dei ricordi più belli della mia infan - z i a . " Q u a n d o a r r i v a v a i l momento del dessert, tirava fuori un vassoio di biscotti freschi e una grande ciotola della sua cioccolata, amaretti e crema di scorza di limone: inutile dirlo, era buonissima. Infatti piaceva a tutti i suoi nipoti - siamo in quattro - ma nessuno di noi ha mai pensato di chiederle la ricet- ta. Che stupidi! Ma quando sei giovane e spensierato non pensi alla cucina, né all'idea che le persone che ami di più non vivranno per sempre... Ma i pranzi domenicali della mia famiglia, proprio come erano (e lo sono ancora per alcuni, ovviamente!) per molti, erano anche un'occa- sione per ritrovarsi e pranza- re insieme, almeno una volta a l l a s e t t i m a n a : c o n n o i ragazzi di scuole diverse, e mamme e papà con pause pranzo separate, era difficile mangiare insieme negli altri giorni. La tv sarebbe stata accesa, per una volta non sui notiziari, ma su uno spensie- r a t o p r o g r a m m a d i t a r d a mattinata dedicato alle tradi- zioni culinarie italiane, con i padroni di casa che viaggia- vano su e giù per il Paese alla ricerca dei villaggi più belli, con i piatti più deliziosi. Quei pranzi - che conservo nella memoria ancora con affetto - sono finiti da tempo, ma gli spettacoli vanno ancora forte sulla tv italiana. Sono certa che molti di voi, anche se non venite dal Nord-Ovest del Paese come me, proba- bilmente avete ricordi simili. I pranzi domenicali spes- s o i n i z i a n o b e n p r i m a d i mezzogiorno, rendendo la g i o r n a t a u n i c a f i n d a l l e prime ore del mattino, come accadeva ad un mio amico siciliano, che puntualmente si svegliava avvolto dal pro- fumo delizioso della carne al sugo che bolliva sui fornelli indietro in cucina, e la voce di suo padre che cantava feli- cemente la mattina mentre cucinava. Sulla tavola, oltre a l g r a n d e p i a t t o d i c a r n i saporite e tenere, cotte per o r e c o n p o m o d o r o e v i n o r o s s o , c i s a r e b b e r o s t a t i anche i maccheroni, conditi con lo stesso sugo in cui la carne aveva cotto. Quindi questi sono i miei ricordi e i miei piatti ma per q u a n t o r i g u a r d a i l r e s t o dell'Italia? Anche se, come ho detto, non è facile stabili- r e u n p a s t o d o m e n i c a l e "tipo" in base al luogo, pos- s i a m o a l m e n o t e n t a r e d i farci un'idea. Milano, fresca ed elegan- te, si concede spesso il risot- to ma, proprio come a casa mia, anche gli agnolotti, i ravioli, il coniglio in umido e il bollito misto, un misto di carne bollito nel brodo vege- tale e servito con una varietà d i s a l s e , m o l t o c o m u n e anche in Piemonte. Verreb- bero servite anche la crostata d i m e l e e l ' o n n i p r e s e n t e pasta. A Firenze, al pane fresco fatto in casa e ai salu- mi seguono la pasta al forno o la pasta al ragù, poi il pollo o il maiale arrosto con piselli e patate. Tiramisù e biscotti sono un'ottima scelta per concludere il pasto qui, nella b e l l i s s i m a c i t t à n a t a l e d i Dante. Spostandoci più a sud, la Città Eterna, Roma, c i t e n t a c o n u n a t a v o l a domenicale piena di carbo- nara, pollo alla cacciatora o saltimbocca alla romana, seguita da un buon gelato, pasta o tiramisù. A Napoli, u l t i m a t a p p a d e l n o s t r o breve excursus sui tradizio- nali pasti domenicali, tutto inizia con un bel piatto di linguine di mare, seguite da agnello arrosto, o polpette, e p o i - a v e t e i n d o v i n a t o ! - pasta o una generosa fetta di dolce babà. Inutile dire che il caffè è il modo in cui tutti conclu- diamo il pranzo della dome- nica, non importa da quale parte d'Italia veniamo! A n c h e s e i t r a d i z i o n a l i pranzi domenicali potrebbe- ro non essere più l'elemento b a s e d e l l a v i t a f a m i l i a r e come nella nostra infanzia, è a n c o r a p o s s i b i l e t r o v a r e , soprattutto nelle zone più rurali, famiglie che dedicano tempo e amore alla loro pre- parazione. E se voi, come me, non avete più la fortuna di gustarli con regolarità, p r e n d i a m o l ' a b i t u d i n e d i provare a cucinare un bel pasto domenicale almeno una volta al mese: potrebbe essere una buona occasione non solo per gustare dell'ot- timo cibo ma anche fare una b e l l a p a s s e g g i a t a n e l l a memoria e incontrare le per- sone che amiamo di più. Ricordi e tradizione dei pranzi domenicali italiani Un pranzo in famiglia all'aperto. Quanti di voi mangia in famiglia la domenica? (Photo: oneinchpunch/Shutterstock) LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA

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